Quando PlayStation si muove, la comunità dei videogiochi trova sempre spunti di riflessione di cui chiacchierare, in attesa di poter mettere le mani sui prossimi videogiochi.
Così, dopo PlayStation Showcase dello scorso giovedì sera, ci sono state delle frammentazioni della community, alla luce di eterogenee visioni: per alcuni lo show è stato nella media, per altri è stato deludente perché si aspettavano annunci di più inediti – in virtù, invece, di una certa marcia sicura di Sony nel solco dei sequel e delle IP già affermate. Altri ancora, infine, sono usciti soddisfatti dall'evento, perché stregati da ritorni come quelli di Marvel's Spider-Man 2, di God of War: Ragnarok e reveal per ora limitati a teaser per giochi come Knights of the Old Republic Remake e Marvel's Wolverine.
Ci sono, tuttavia, dei punti specifici su cui si stanno concentrando i dibattiti: il primo è la sensazione che PS5 sia uscita in anticipo rispetto alla tabella di marcia dei suoi software, complice anche la situazione legata al COVID-19 che ha ribaltato calendari e logistica di tutti i team di sviluppo del mondo.
Il secondo punto curioso è quello relativo a Insomniac Games, una software house che dopo i fasti degli Spyro e dei Ratchet & Clank aveva tentato vie diverse e aveva avuto momenti di eccellenza e altri di sufficienza, salvo poi rivelarsi una freccia dorata nella faretra di Sony.
Il team che ha firmato Marvel's Spider-Man Miles Morales al lancio di PS5 ha già dato i natali anche a Ratchet & Clank: Rift Apart. Momento di tirare il fiato? Nemmeno per idea, perché lavora già al sequel dell'Uomo Ragno e si occuperà anche di trasporre a videogioco Wolverine.
La domanda, allora, è comune a entrambi i punti: se tornassimo indietro di una generazione, cosa scopriremmo? Come furono scandite le uscite di esclusive prodotte sotto l'egida di Sony nei diversi anni di vita di PS4? Alla fine dei conti, PS5 è partita meglio o peggio di PS4, a fronte delle esclusive dei suoi PlayStation Studios?
Proviamo a rivivere insieme questo percorso per vedere cosa possiamo dedurne.
I giochi che fanno parte della nostra disamina
Abbiamo inserito nella nostra disamina i giochi, anno per anno, che sono stati sviluppati in esclusiva per Sony Interactive Entertainment, sia da team first-party che non. Sono escluse le esclusive a tempo third-party. Sono incluse alcune rimasterizzazioni, se operate su IP affermate e AAA di casa PlayStation, o se realizzate da team della scuderia Sony, e sono inclusi i remake veri e propri.
L'anno preso come riferimento è quello solare: il primo anno di Ps4, ad esempio, è da intendersi come il periodo dal lancio a fine 2013, i giochi dal 1 gennaio rientrano nella catalogazione del 2014, e così via.
Gli anni di PlayStation 4
Il 2013 di PS4: l'anno di lancio
È il 2013. Salutata PlayStation 3, Sony propone sul mercato la sua nuova nata: PS4, con le sue linee squadrate, diventa rapidamente l'oggetto del desiderio dei consumatori – complice anche una concorrente Xbox One che, dopo la presentazione disastrosa di Don Mattrick, deve risalire la salita ripida che le mette di fronte l'essersi venduta come un prodotto per "casual gamer" e il costo maggiorato dovuto a Kinect ritenuto irrinunciabile e quindi in bundle.
In questa situazione, Sony quasi si permette di sonnecchiare: i giochi che accompagnano PS4 nei primissimi mesi sono tutt'altro che indimenticabili e c'è un abisso se pensiamo a quelli che sono arrivati a fine generazione.
Pensato soprattutto per mettere in mostra le nuove caratteristiche della console, Knack è dimenticabile per voler usare un eufemismo. Killzone: Shadow Fall è un buon gioco senza infamie ma senza nemmeno troppe lodi, lontanissimo dai livelli che Guerrilla Games metterà in campo solo qualche anno dopo, creando una nuova icona del mondo PlayStation.
Ci furono, in compenso, due idee da tenere d'occhio: la prima fu l'esperienza di The Playroom, nata dalla mente del Team Asobi, diventato lentamente una colonna portante del mondo PlayStation. L'altra fu il frenetico Resogun, che divenne pietra angolare delle produzioni della finlandese Housemarque, chiamata qualche anno dopo a caricarsi sulle spalle il 2021 di PlayStation 5.
Gioco | Sviluppatore |
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Knack | Japan Studio |
Killzone: Shadow Fall | Guerrilla Games |
Resogun | Housemarque |
The Playroom | Team Asobi |
Il 2014 di PS4: l'anno di DriveClub
Superati i primissimi mesi dal lancio di fine 2013, è il 2014. Sony deve rimpinguare le fila delle proposte videoludiche della sua PS4 e lo fa anche guardandosi indietro: chi si fosse perso il canto del cigno di PS3 può recuperare The Last of Us: Remastered. E chi ama le avventure ricche di azione pirotecnica può invece concentrarsi su InFamous: Second Son (a cui seguirà First Light), la nuova fatica di casa Sucker Punch realizzata per mettere in mostra il comparto tecnico della nuova console.
A questo si affianca LittleBigPlanet 3, che porta avanti il piglio creativo del franchise nato da Media Molecule – seppur questo abbia perso di smalto via via col tempo. Non è tutto: il 2014 è anche l'anno di DriveClub, il controverso titolo automobilistico della fu Evolution Studios, arrivata a chiusura e dismissione nel 2016.
Un aspetto interessante: nessuna delle produzioni pubblicate da Sony nel 2014 ha in comune uno degli sviluppatori di quelle del 2013.
Gioco | Sviluppatore |
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InFamous: Second Son | Sucker Punch |
LittleBigPlanet 3 | Sumo Digital |
DriveClub | Evolution Studios |
The Last of Us Remastered | Naughty Dog |
Il 2015 di PS4: piacere, Bloodborne
Dopo che a novembre 2014 PS4 compie il suo primo anno, è il momento del 2015. Potremmo definirlo un anno di grande maturità, non solo perché la console gode di alcuni third-party di livello assoluto (pensate a The Witcher 3: Wild Hunt e a Metal Gear Solid V, solo per citarne alcuni da vetrina), ma anche per il tentativo di dare i natali a nuove esclusive di peso.
Il 2015 è l'anno di Bloodborne. Il team di From Software, i signori del gioco di ruolo spietato, realizzano in esclusiva per Sony Interactive Entertainment un'esperienza oscura, dalla cupezza gotica e dal livello di sfida elegantemente sadico, chiamato ad andare a braccetto con una direzione artistica magnificente e riconoscibile. Il gioco è un successo e tutt'oggi in tanti sperano di vederne un seguito o una release anche su PC – strada che all'epoca Sony non percorreva.
Il 2015 è anche l'anno di The Order: 1886, che non ottiene però la stessa accoglienza di Bloodborne, pur conquistando la sua fetta di pubblico e alcuni favori dalle voci della critica. È anche quello di Until Dawn, il titolo narrativo di Supermassive Games che diventerà il "la" del suo odierno modo di raccontare il videogioco.
Continua anche la rispolverata di classici: dopo la rimasterizzazione di The Last of Us, il nome di Naughty Dog torna in prima vista con la Uncharted: The Nathan Drake Collection, che porta su PS4 i classici con protagonista Nathan Drake, rendendoli accessibili anche a chi è alla sua prima PlayStation di sempre.
Gioco | Sviluppatore |
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Bloodborne | From Software |
Until Dawn | Supermassive Games |
The Order: 1886 | Ready at Dawn |
Uncharted: The Nathan Drake Collection | Naughty Dog |
Il 2016 di PS4: alzare l'asticella
È da questo punto, dal dopo Bloodborne, che PS4 inizia ad alzare l'asticella: la generazione di PS4 diventa sempre di più quella delle esclusive distintive, dello stabilire o confermare delle IP il cui valore è indiscusso per chiunque abbia a cuore il videogioco.
Il 2016 è l'anno di Uncharted 4: Fine di un ladro, il ritorno in azione di Naughty Dog con un inedito dopo The Last of Us. È l'anno della rispolverata a Ratchet & Clank, quello in cui la oggi onnipresente Insomniac si ripresenta con un inchino degno di nota ai giocatori PlayStation, ricordando loro i suoi talenti.
Ancora di più, il 2016 è l'anno di The Last Guardian, il poetico viaggio firmato da Fumito Ueda che continua a intendere il videogioco rigorosamente a modo suo, e per fortuna.
Infine, il 2016 è anche l'anno che inaugura una pratica diversa dalle precedenti console slim: ora si parla di console potenziata. È il momento di PlayStation 4 Pro e, con lei, del tentativo di imporsi nel mondo della realtà virtuale, con il lancio di PlayStation VR.
Gioco | Sviluppatore |
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Uncharted 4: Fine di un ladro | Naughty Dog |
Ratchet & Clank | Insomniac Games |
The Last Guardian | GenDesign, Japan Studio |
PlayStation VR | - |
PlayStation 4 Pro | - |
Il 2017 di PS4: una nuova icona
È nel 2017 che PlayStation finisce con il dare vita a quella che sperava potesse diventare un'icona del suo brand – e che lo diventa: stiamo parlando di Aloy, eroina di Horizon: Zero Dawn. Lasciatosi alle spalle Killzone: Shadow Fall, Guerrilla firma un'avventura open world dove la distopia e l'accessibilità si incontrano, permettendo a giocatori dei tipi più diversi di seguire Aloy in un futuro dell'umanità che sa di eterno ritorno alle origini, fintanto che l'umanità stessa è troppo intelligente e per questo troppo stupida per progredire all'infinito.
Il resto del 2017, però, è quasi di attesa: Knack 2 è qualcosa di cui nessuno sentiva il bisogno, Everybody's Golf vede il ritorno di una IP storica di casa PlayStation e Japan Studio è impegnata anche con Gravity Rush 2, ma per quanto apprezzabili (soprattutto l'ultimo), questi tre giochi non sono quelli che rimangono incisi nell'immaginario dei videogiocatori.
Ci rimane, invece, Gran Turismo Sport, che però non si rivela all'altezza del nome che porta e precisa: «non sono mica Gran Turismo 7». Quel Gran Turismo 7 ancora lo aspettiamo, esordirà nel 2022.
Gioco | Sviluppatore |
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Knack 2 | Japan Studio |
Horizon: Zero Dawn | Guerrilla Games |
Everybodys' Golf | Japan Studio |
Gran Turismo Sport | Polyphony Digital |
Gravity Rush 2 | Japan Studio |
PlayLink | - |
Il 2018 di PS4: la direzione da seguire
Se già Horizon: Zero Dawn aveva puntato chiara la bussola, il 2018 è forse più di tutti l'anno in cui PS4, pronta al quinto compleanno, segna la direzione da seguire per il futuro di Sony. È l'anno di God of War: il vecchio action hack n' slash di Sony Santa Monica si cambia d'abito e veste norreno, trasformandosi in un'avventura action narrativa dove la componente dello storytelling e della spettacolarità è fondamentale, ma in modo completamente diverso rispetto al passato.
È incarnazione di un modo diverso di fare e intendere videogiochi, foriero di un modo di intendere l'eroe più umano e sfaccettato. Il clamore è altissimo ed è GOTY ai The Game Awards 2018, anche contro Red Dead Redemption 2.
La direzione viene segnata con chiarezza anche dal successo straordinario di Marvel's Spider-Man: i ragazzi di Insomniac Games trovano casa nel videogioco supereroistico e la risposta del pubblico sottolinea che c'è spazio, eccome, per un filone di giochi a tema. Filone che prosegue tutt'oggi e che si sta popolando (troppo?) nella generazione PS5.
In tutto questo, Quantic Dream torna con le sue narrazioni, questa volta sull'antico tema degli androidi, in Detroit: Become Human, molto più apprezzato e apprezzabile di Beyond: Due Anime, e Team Asobi crea la prima killer application per PS VR: stiamo parlando di Astro Bot: Rescue Mission, che dal cilindro tira fuori una nuova mascotte del mondo PlayStation, consacrata da PS5.
Infine, spazio per un altro ritorno: chi se lo è perso non ha più scusanti, perché nel 2018 Shadow of the Colossus torna con uno straordinario remake di Bluepoint Games. Le sue atmosfere, i suoi ritmi, i suoi silenzi: tutto è intatto e, sebbene sia solo un remake, questa produzione permette anche a chi non avesse vissuto i precedenti anni di PlayStation di rimettersi in pari con quella che probabilmente è la più grande perla dell'autore.
Gioco | Sviluppatore |
---|---|
God of War | Santa Monica |
Astro Bot: Rescue Mission | Team Asobi |
Shadow of the Colossus | Bluepoint Games |
Detroit: Become Human | Quantic Dream |
Marvel's Spider-Man | Insomniac Games |
Il 2019 di PS4: eterni ritorni e sperimentazioni
Se c'erano dubbi sulla vena da action adventure narrativo trovata da Sony e perseguita, sulla scia dei successi di Uncharted, The Last of Us e Horizon, nel 2019 arriva Days Gone: Sony Bend, un team dove sono confluiti gli autori di Syphon Filter, realizza un videogioco narrativo open world in salsa-zombie che però porta con sé molti peccati originali. O, almeno, un numero sufficiente a fare in modo che Sony stessa non lo ritenga all'altezza di un seguito.
L'anno, però, è anche quello del remake del mai dimenticato MediEvil, a sua volta perfezionabile in molti aspetti, ed è quello del pittoresco Concrete Genie, che sembra riprendere l'anima creativa vista in videogiochi come LittleBigPlanet prima e Dreams poi.
Infine, il 2019 è l'anno in cui l'idillio tra Sony Interactive Entertainment e Kojima Productions dà il suo frutto: Death Stranding arriva sul mercato e, nonostante parli di unioni e muri da superare, è un videogioco che per le sue unicità polarizza le reazioni, dividendo il pubblico e la critica tra cultori e detrattori, entrambi praticamente irriducibili.
Gioco | Sviluppatore |
---|---|
Days Gone | Sony Bend |
MediEvil | OtherOcean |
Concrete Genie | Pixelopus |
Death Stranding | Kojima Productions |
Il 2020 di PS4: aspettare PS5 in mezzo a una pandemia
Sappiamo tutti cosa abbia rappresentato il 2020 per la storia dell'umanità. In questa situazione, Sony ha dovuto trovare una finestra di lancio a PS5, ma anche alle ultime cartucce rimaste in canna alla generazione precedente. E sono cartucce sorprendenti.
Media Molecule dà i natali a Dreams, un gioco creatore di giochi che dà sfogo ai creativi di tutto il mondo. A giugno, dopo interminabili rinvii, è il momento di The Last of Us - Parte II. Ancora una volta, Naughty Dog saluta la generazione firmandone il canto del cigno, raccontando una storia di straordinaria drammaticità e umanità che non sarebbe stata possibile con nessun altro media.
E a luglio c'è l'onesto Ghost of Tsushima: la nuova direzione di Sucker Punch, che mette per un attimo in soffitta InFamous, è quella di un open world ambientato nell'Antico Giappone, diviso tra azione, citazioni alla settima arte e libertà di approccio.
Gioco | Sviluppatore |
---|---|
Dreams | Media Molecule |
The Last of Us - Parte II | Naughty Dog |
Ghost of Tsushima | Sucker Punch |
La cross-generazione
Il 2020 però non finisce qui, perché nel 2020 arriva anche PS5, dando il via a una stagione di giochi cross-generazionali. Ricorderete che, inizialmente, Sony aveva dichiarato di credere nelle generazioni e di non voler, per questo, dare vita a giochi a cavallo tra PS4 e PS5.
Tutto il contrario di quanto accaduto, va detto: con asterischi vari ed eventuali, scopriamo dopo la conferenza PS5 che Marvel's Spider-Man: Miles Morales in fondo in fondo può girare anche su PS4 – anzi, ce lo facciamo proprio uscire, sai? – e lo stesso succede con un altro gioco di lancio first-party, Sackboy: Una Grande Avventura.
Salutata PlayStation 4, la stagione dei giochi cross-generazionali che non dovevano esistere prosegue, eccome: sposeranno la stessa filosofia anche Horizon: Forbidden West (18 febbraio 2022), Gran Turismo 7 (4 marzo 2022) e God of War: Ragnarok (2022) – prolungando una generazione d'oro che, volente o nolente, continua a farla da padrona tra mancanza di semiconduttori e tempi di sviluppo dei videogiochi in pandemia globale.
Gioco | Sviluppatore | Anno di release |
---|---|---|
Marvel's Spider-Man: Miles Morales | Insomniac Games | 2020 |
Sackboy: Una Grande Avventura | Sumo Digital | 2020 |
Horizon: Forbidden West | Sucker Punch | 2022 |
Gran Turismo 7 | Polyphony Digital | 2022 |
God of War: Ragnarok | Santa Monica | 2022 |
I primi anni di PS5
Il 2020 di PS5: guardare avanti e guardarsi indietro
Accanto ai già citati giochi cross-generazionali, PS5 si presenta sul mercato anche con Demon's Souls, un remake di tutto punto firmato da Bluepoint per l'opera di From Software, che rende ancora più bello vivere il sanguinoso viaggio nel mondo immaginato da Hidetaka Miyazaki. Interessante la scelta di un gioco così elitario come unico next-gen nella line-up esclusiva di lancio, insieme a quello che citeremo a breve.
L'altro è stato infatti Astro's Playroom, che arrivava pre-installato su PS5 come tech demo delle caratteristiche di DualSense. Una definizione che gli sta stretta, per usare un eufemismo, considerando che parliamo di un platform delizioso e strabordante personalità, così tanta che Team Asobi ottiene la benedizione diventando ufficialmente team a sé, all'infuori dei furono Japan Studio.
Gioco | Sviluppatore |
---|---|
Marvel's Spider-Man: Miles Morales | Insomniac Games |
Sackboy: Una Grande Avventura | Sumo Digital |
Demon's Souls | Bluepoint Games |
Astro's Playroom | Team Asobi |
Il 2021 di PS5: che confusione, sarà perché giochiamo
Quando la quarantena colpì gli studi di sviluppo dei videogiochi, in molti compresero che a subirne le conseguenze non sarebbero stati i giochi del 2020, ormai in dirittura d'arrivo, ma quelli del 2021. Probabilmente è anche alla luce di ciò che bisogna inquadrare il 2021 delle esclusive PlayStation, confusionario a essere gentili, la cui coda rimane completamente scoperta di first-party e va a braccetto con la comunicazione di detti, non detti e ritrattati legata a Horizon: Forbidden West.
L'anno inizia con Destruction All-Stars: doveva essere un gioco di lancio da 80€, è un gioco del 2021 incluso in PlayStation Plus e questo comunque non basta a evitare che le persone si ricordino della sua esistenza solo rileggendone il nome in questo articolo, probabilmente.
La primavera porta però l'ottimo Returnal: un altro videogioco che punta tanto su atmosfere e difficoltà, la consacrazione del talento di Housemarque e una produzione che si avvale pienamente delle feature di PS5, da SSD ad audio tridimensionale.
L'anno prosegue poi con l'apprezzato Ratchet & Clank: Rift Apart. Dopo essersi già spesa su Miles Morales, poco più di sei mesi dopo Insomniac celebra un altro lancio. Non si prende grandissimi rischi, è vero, ma il ritorno dei Lombax è divertente e somiglia a un film animato interattivo: per i giochi PS5 è un bel viaggio da non perdere.
Il resto dell'anno, però, va in confusione: Horizon: Forbidden West slitta e appesi al termine esclusività (non first party) rimangono l'intrigante Deathloop – in realtà prodotto da Xbox, che si è comprata Bethesda – e Kena: Bridge of Spirits, che comunque sarà anche su PC. Questo significa che l'anno si può infarcire guardando al passato: ecco Ghost of Tsushima: Director's Cut e Death Stranding: Director's Cut – un nome voluto dal marketing e che non piace nemmeno a Hideo Kojima, che il titolo di director probabilmente lo ha ricamato perfino sul suo cuscino e i suoi tovaglioli personali.
I due giochi godono di alcune aggiunte rispetto alle controparti PS4 del 2020 e del 2019, rispettivamente, ma i giocatori polemizzano sull'upgrade a pagamento da 9,99€. La sensazione, nel 2021, è che chi sia riuscito a comprare una PS5 venga azzoppato anche dalla scarsa disponibilità di console, e che per questo Sony stia distribuendo più in là le sue uscite: che senso ha far uscire un Forbidden West che molti si perderebbero perché non si trova la console?
È un po' questo il mantra del 2021 ed è questa la situazione in cui siamo arrivati al PlayStation Showcase di giovedì scorso.
Gioco | Sviluppatore |
---|---|
Destruction All-Stars | Lucid Games |
Returnal | Housemarque |
Ratchet & Clank: Rift Apart | Insomniac Games |
Ghost of Tsushima: Director's Cut | Sucker Punch |
Death Stranding: Director's Cut | Kojima Productions |
Dal 2022 in poi: la prospettiva di PS5
Appare chiaro, insomma, come il 2021 abbia finito con l'essere un anno di transizione, molto più del 2020 dove era naturale che alcune produzioni si accavallassero tra le due diverse generazioni.
Questo ci porta al cospetto di un 2022 forse irrealisticamente pieno di produzioni Sony Interactive Entertainment: Horizon a febbraio, Gran Turismo 7 a marzo e God of War Ragnarok probabilmente in coda all'anno. Forse troppo, per non aspettarsi uno degli ormai quasi telefonati rinvii della casa giapponese, sempre bene accetti se e quando permettono di lavorare senza crunch e di migliorare la qualità del prodotto finale.
Si guarda, da qui, anche al 2023: è questa la vaga finestra di lancio di Marvel's Spider-Man 2, ancora dell'instancabile Insomniac Games, mentre Marvel's Wolverine, sviluppato indovinate-da-chi non ha nemmeno un anno di riferimento e, come fu per Final Fantasy VII Remake, Shenmue III e The Last Guardian in quella famosa conferenza all'E3, aleggia quieto nei non detti.
Gioco | Sviluppatore | Anno di release |
---|---|---|
Horizon: Forbidden West | Guerrilla Games | 2022 |
Gran Turismo 7 | Polyphony Digital | 2022 |
God of War: Ragnarok | Santa Monica | 2022 |
Marvel's Spider-Man 2 | Insomniac Games | 2023 |
Marvel's Wolverine | Insomniac Games | TBA |
PS4 vs PS5: le esclusive a confronto
Tutto questo viaggio di oltre tremila parole, per arrivare dove? Per vedere, fianco a fianco, gli anni di PS4 e PS5 a confronto. Quanto è partita a rilento una rispetto all'altra? Quanto ha rispolverato produzioni vecchie con Remastered e Remake?
Il primo anno di PS4 e PS5 (2013 vs 2020)
PS4 | PS5 |
---|---|
Knack | Marvel's Spider-Man: Miles Morales |
Killzone: Shadow Fall | Sackboy: Una grande Avventura |
Resogun | Demon's Souls |
The Playroom | Astro's Playroom |
Non ci gireremo troppo intorno: Miles Morales è un more-of-the-same che non fa nessuno sforzo per non esserlo, ma fa bene quello che fa. È un titolo da GOTY? No. È un gioco apprezzabile che assolve perfettamente al suo scopo? Assolutamente sì.
Come sapete, abbiamo apprezzato anche la proposta ludica da platform di Sackboy, il che significa che entrambe le produzioni sono di qualità. Lo stesso non si poteva dire per Knack e Killzone: Shadow Fall, i due giochi del day-one di PS4.
A completare il pacchetto del lancio di PS5 è il remake di Demon's Souls, che ovviamente non può paragonarsi a nessuno dei titoli PS4 perché è il rifacimento di un classico. Si tengono a braccetto, invece, The Playroom e Astro's Playroom, che sono discendenti diretti.
Il problema del 2020 di PS5, insomma, non è certo nella qualità delle proposte esclusive – anche perché ci voleva davvero poco a superare lo standard imposto da Knack e dal seppur onesto Shadow Fall. È invece nella virata cross-generazionale arrivata per tweet e post su PlayStation Blog, in contrasto con quanto proclamato nelle conferenze e nelle interviste a mezzo stampa. Ma di questo, siamo sicuri, abbiamo già discusso ampiamente.
Il secondo anno di PS4 e PS5 (2014 vs 2021)
PS4 | PS5 |
---|---|
InFamous: Second Son | Destruction All-Stars |
LittleBigPlanet 3 | Returnal |
DriveClub | Ratchet & Clank: Rift Apart |
The Last of Us Remastered | Ghost of Tsushima: Director's Cut |
- | Death Stranding: Director's Cut |
Il concetto che esprimevamo si fa più evidente nel secondo anno di vita delle due console. PS4 tentò di aggiungere nuove frecce al suo arco con InFamous e il persistente DriveClub, portando avanti anche una IP come LittleBigPlanet. PS5 ha cercato il modello persistente con Destruction All-Stars, ha portato avanti un franchise con Rift Apart e ha sperimentato qualcosa di nuovo con Returnal.
Per il resto, alla rispolverata di The Last of Us Remastered corrispondono le Director's Cut di Ghost of Tsushima e Death Stranding, con il secondo che ha praticamente la medesima età del gioco Naughty Dog al momento del lancio sulla nuova console.
Il terzo anno di PS4 e PS5 (2015 vs 2022, forse)
PS4 | PS5 |
---|---|
Bloodborne | Horizon: Forbidden West |
Untila Dawn | Gran Turismo 7 |
The Order 1886 | God of War: Ragnarok |
Uncharted: The Nathan Drake Collection | - |
Rimane tutto da scrivere, almeno per il momento, il terzo anno: PS4 portò a casa quella perla di Bloodborne e si guardò indietro con Uncharted: The Nathan Drake Collection, PS5 per ora sembra concentrata sulle nuove produzioni, anche se tra queste non c'è nessuna nuova IP, dopo i gettoni spesi con Returnal e con Destruction All-Stars l'anno prima.
In conclusione
Siamo piuttosto sicuri, arrivati a questo punto della disamina, che molti di voi si siano già fatti la loro idea, anche perché tutti hanno diritto di soppesare i videogiochi in modo diverso.
Alcuni, ad esempio, sono immuni al fascino dei giochi sui supereroi (e posso alzare la mano per questa categoria, ndr), quindi la notizia di una vagonata di titoli a tema Marvel scalda il cuore quanto basta. Altri sono attratti soprattutto dalle nuove IP e dalle sperimentazioni, quindi un 2021 che ha portato Housemarque agli standard imposti dall'ottimo Returnal ha sicuramente del grandioso.
La sensazione è che, al di là della soggettività con cui ogni videogiocatore può soppesare l'entusiasmo che gli suscita questo o quell'altro gioco, il vero problema di fondo relativo a PS5 non sia insomma quello relativo alla proposta ludica, ma quello già discusso dei cambi di direzione.
La corsa all'acquisto di una console introvabile che avrebbe portato nel 2021 God of War: Ragnarok, ad esempio, si è tradotta nella realtà con un gioco che arriva nel 2022 (forse) ed è anche, serenamente, cross-generazionale. Se PS4 avesse ragionato allo stesso modo, in sintesi, avremmo visto Bloodborne e The Order: 1886 anche su PS3.
Certo, parliamo di periodi storici completamente diversi e di una base installata straordinaria che Sony vuole preservare, mentre sappiamo tutti quanto complicata sia stata la generazione di PS3, fatta di rincorse dopo l'insensato prezzo di lancio.
Il concetto di killer application, il software che da solo ti spinge a comprare un hardware, non ha niente di male di per sé, se però non si traduce in un'idea volatile che si scontra con la realtà: una realtà che passa dal we believe in generations di Jim Ryan a Hermen Hulst che sottolinea che sarebbe poco saggio abbandonare su due piedi PS4.
In definitiva, insomma, a Sony non mancano i giochi. Probabilmente, sta mancando un po' la voglia di uscire da strade già tracciate, con abbondanza di sequel e una Marvel pigliatutto che è praticamente responsabile del sequestro di persona dell'intero team Insomniac. Si tratta di un modo di investire sul sicuro – perché Spider-Man si vende da solo, non nascondiamoci dietro un dito –, all'interno di un mercato che, come evidenziava Shawn Layden e ribadiva anche qualche giorno fa, probabilmente vedrà i costi dei videogiochi continuare a schizzare verso l'alto.
E, più alti sono i costi, meno rischi ti senti di prenderti – e più lunghi sono i modelli di monetizzazione a cui devi provare a pensare, che si tratti anche di far pagare 9,99€ un upgrade, di provare a non proporlo affatto come per Forbidden West o di spalmare anche sulle Director's Cut gli incassi dei "rischi", sinonimo di "nuove IP", della scorsa generazione.
Il resto alberga tutto nei problemi di chiarezza e di intenti. Di questo abbiamo però già discusso ampiamente anche dopo lo Showcase, e la cosa migliore che Sony possa fare per dipanare anche questi dubbi è riallineare il suo calendario e fare, con ordine e senza troppi proclama difficili da mantenere, quello che sa fare meglio: bei videogiochi.
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