La politica nei videogiochi? "Fa male agli affari", per lo studio di The Division 2

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a cura di Paolo Sirio

Il COO di Massive Entertainment Alf Cornelius ha discusso recentemente di videogiochi e politica, fornendo la visione propria e dello studio di The Division 2.

Secondo Cornelius, “non possiamo parlare apertamente di politica nei nostri giochi”.

the division 2

The Division 2 e la visione della politica nei videogiochi

Alla Sweden Game Conference 2018, Massive ha discusso del rapporto tra politica e videogiochi, ma non solo.

Lo scandinavo è infatti arrivato anche a definire come a proprio modo di vedere si dovrebbe comportare l’arte oggigiorno nei confronti di questo tema.

“Per esempio, in The Division, c’è un futuro distopico e ci sono tante interpretazioni relative al fatto che vediamo la nostra società muoversi verso qualcosa di simile, ma in realtà non è così – è una fantasia.

Si tratta di un universo e un mondo che abbiamo creato perché la gente esplorasse come essere una buona persona in un mondo che sta lentamente decadendo.

Ma la gente ama mettere la politica in mezzo, e noi rifuggiamo queste interpretazioni più che possiamo perché non vogliamo prendere una posizione nella politica attuale”.

Per Cornelius, fa anche male agli affari, sfortunatamente, se volete l’onesta verità….

“Ma è interessante ed è una discussione che abbiamo, ed è continua con i nostri utenti naturalmente perché la gente vuole mettere un’interpretazione in un universo che abbiamo creato e vogliono vedere le proprie realtà in fantasie che diamo loro e nelle storie che sono i giochi”.

In conclusione, quindi, la trattazione di certi temi nei lavori artistici per Massive dev’essere “sottile” cosicché “tante persone possano esserne attratte, dev’essere indefinita perché molte persone ci mettano la propria definizione”.

Siete d’accordo con questo parere? Diteci la vostra nei commenti.

Fonte: ComicBook

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