Immagine di PlayStation VR2 | Recensione - L'evoluzione della VR secondo Sony
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PlayStation VR2 | Recensione - L'evoluzione della VR secondo Sony

Il nuovo visore per la realtà virtuale di Sony è finalmente realtà. Abbiamo analizzato a fondo il PlayStation VR2 per potervene parlare nel dettaglio.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di PlayStation VR2
PlayStation VR2
  • Sviluppatore: Sony
  • Produttore: Sony
  • Distributore: Sony
  • Piattaforme: PS5
  • Data di uscita: 22 febbraio 2023

Come vi avevamo anticipato durante il nostro unboxing di qualche giorno fa, è finalmente arrivato il momento di confrontarci con il PlayStation VR2, il nuovo visore per la realtà virtuale di Sony.

Abbiamo passato diversi giorni immersi nei mondi virtuali offerti dai titoli della line-up di lancio – e ne approfittiamo per ricordarvi che sia i giochi che il visore arriveranno nei negozi il prossimo 22 febbraio.

La realtà virtuale è una tecnologia ancora in divenire che, indipendentemente da alcune opinioni un po’ esagerate, non è qualcosa realizzato per sostituire i videogiochi tradizionali, ma è un percorso che gli si affianca per offrire esperienze nuove e alternative. I primi visori di epoca recente, tra cui l’originale PlayStation VR uscito ormai nel 2016, erano un po’ i pionieri di questa nuova tecnologia che, come ogni ritrovato ai suoi albori, ha bisogno di diversi step evolutivi e determinate condizioni per esprimere appieno il suo potenziale.

Seppur non impressionanti a livello di esperienze possibili, quei primi visori di epoca moderna sono stati i precursori che hanno permesso di fissare un punto d’inizio da cui evolvere la concezione del gioco in realtà virtuale, e PlayStation VR2 (già preordinabile su Amazon) è un ulteriore passo in avanti in questa direzione che, chissà, in futuro potrebbe davvero portarci a mondi digitali da vivere con ogni fibra del nostro corpo come si è visto in diverse opere di fantascienza.

Restando per il momento nel presente, vediamo come il nuovo visore per la VR di Sony sia migliorato rispetto alla sua precedente incarnazione.

PlayStation VR2: il primo impatto

Il primo impatto che abbiamo avuto con il PlayStation VR2 è stato ovviamente quello a livello estetico: è un visore dall’aspetto elegante e funzionale. All’interno della confezione saranno presenti i seguenti componenti:

  • Il visore insieme al cavo di collegamento non rimovibile
  • I due controller PSVR2 Sense
  • Gli auricolari da attaccare al visore
  • Un cavo USB Type-C per la ricarica dei controller

Abbiamo subito analizzato il visore in sé, che ha delle dimensioni molto simili a quelle del suo predecessore, misurando 212 × 158 × 278 mm di, rispettivamente, larghezza, altezza e lunghezza, contro i 187 × 185 × 277 mm del primo PSVR.

Una differenza minima, che va a compensare la minor altezza con una maggior larghezza. Il PSVR2 guadagna invece in leggerezza, peserà infatti 560g contro i 600g della prima versione – una differenza che si sente, soprattutto dopo lunghe sessioni di gioco. Il cavo invece, con i suoi 4,5 metri di lunghezza, sarà adattabile a qualunque tipo di stanza, senza doversi preoccupare che possa risultare troppo corto.

Quello che stupisce di PS VR2 è però quello che non si vede, ossia la tecnologia contenuta all’interno di questo piccolo visore. La risoluzione delle lenti interne è stata migliorata di ben quattro volte rispetto a quella del precedente visore. Ora sarà possibile usufruire di una risoluzione di 2000x2040 per occhio su schermo OLED con un refresh rate di 90/120Hz, specifiche che garantiscono la possibilità di giocare senza problemi in 4K HDR. Anche il field of view è stato migliorato, adesso infatti è di 110° contro i 100° del primo visore.

Abbiamo poi fatto conoscenza con i due controller, i PSVR2 Sense, che finalmente hanno un aspetto da veri controller per la realtà virtuale. Il precedente visore di Sony, infatti, era nato senza controller specifici: i primi giochi usavano semplicemente il DualShock 4 e solo successivamente arrivarono i PlayStation Move riciclati per il PS VR, anche se la loro precisione non era delle migliori.

I nuovi PSVR2 Sense, invece, sono stati pensati appositamente per la realtà virtuale, grazie al loro Anello di Rilevamento, una tecnologia che riconosce non soltanto il movimento delle mani, ma anche delle singole dita, così da poter ampliare il numero di azioni che sarà possibile simulare nei vari giochi.

I due controller hanno poi i classici tasti di un normale DualSense: il PSVR2 Sense di sinistra avrà il tasto quadrato e il triangolo, i tasti L1 ed L2 e Crea, mentre quello di destra avrà i tasti cerchio e X, insieme ai tasti R1 ed R2 e il tasto Opzioni. Entrambi i controller avranno poi il tasto PS e un analogico ciascuno.

In pratica, si tratta di un pad normale diviso a metà, che offre una buona ergonomia e una intuitiva disposizione dei tasti che saranno facilmente raggiungibili durante le sessioni di gioco.

Oltre a queste funzioni, non mancano poi tutte le nuove tecnologie introdotte dal DualSense, come ad esempio il feedback aptico, condiviso anche dal visore stesso, che potrà trasmettere vibrazioni di diversa intensità alla nuca, e i grilletti adattivi, così da rendere l’esperienza di gioco ancor più immersiva.

Dentro la realtà virtuale

I vecchi possessori del primo PlayStation VR ricorderanno con grande dolore il processo di installazione e montaggio della periferica; un vero inferno di cavi e collegamenti tra console, televisione e visore, tanto che la prima volta che si tentava questa operazione si poteva facilmente restare "traumatizzati". Dato l’ingombro fisico del primo visore, non era poi una soluzione ideale lasciarlo collegato alla PlayStation 4. Per questo motivo si rischiava di perdere la voglia di riprovarci, ogni volta che si doveva nuovamente collegarlo alla console all’uscita di un nuovo gioco.

Sony ha fortunatamente capito la problematica e ha reso l’utilizzo di PS VR2 di una semplicità lodevole. L’unica cosa che dovrete fare per giocare è collegare il visore alla presa USB Type-C della console e accenderlo dal tasto posto sotto alla visiera. Basta.

Naturalmente, al primo collegamento seguirà la configurazione generale, completabile in circa un quarto d’ora, ma una volta fatta questa, ogni volta che vorrete riutilizzare il PlayStation VR2, vi basterà collegarlo come un qualsiasi controller e staccarlo quando non vi servirà più e vorrete metterlo via. Un vero passo da gigante per quanto riguarda l’utilizzo, che è migliorato anche in molti altri aspetti.

La configurazione iniziale consente di gestire moltissimi parametri diversi, per venire incontro sia alle nostre esigenze che all’ambiente di gioco. Innanzitutto una cosa, forse semplice, che ci ha sorpreso è stata vedere per la prima volta la stanza intorno a noi tramite le telecamere del visore e non i nostri occhi. Nonostante la visuale fosse in bianco e nero con delle evidenti sgranature delle immagini, abbiamo quasi avuto la sensazione di indossare gli strumenti militari all’avanguardia visti in molti videogiochi o anche film, come ad esempio i visori per la visione notturna o per la ricerca delle fonti di calore.

Questo elemento ci ha fatto pensare che in futuro potrebbe quindi esserci la possibilità di utilizzare le quattro telecamere del visore per qualche titolo che sfrutti anche la realtà aumentata in modi originali.

Tralasciando questi nostri fantasiosi viaggi mentali, la tecnologia alla base delle telecamere integrate nel visore è piuttosto impressionante. I sensori scansioneranno la nostra stanza e ci proporranno un’area di gioco in base agli ostacoli presenti intorno a noi.

Il PS VR2 offre tre modalità diverse di gioco: in piedi, seduto o per tutta la stanza. La differenza sostanziale sta nell’area di gioco, che sarà di 1x1 metri per la modalità seduto e in piedi, 2x2 metri nella modalità per tutta la stanza. L’utilizzo di queste tre modalità dipenderà però anche dal tipo di gioco, perché non tutti i titoli le supporteranno tutte e tre.

Ad ogni modo, un’opzione molto utile è quella che permette di personalizzare a nostro piacimento l’area di gioco, aggiungendo o togliendo parti semplicemente puntandole con uno dei controller. Sarà poi possibile, con un tasto posto sotto il visore, richiamare in qualsiasi momento la visione della stanza intorno a noi per ricalibrare l’area di gioco.

Un’altra opzione innovativa è l’eye tracking. Questa tecnologia configurerà il visore in modo che comprenda dove si posa il nostro sguardo, così da poter, ad esempio, navigare nei menu di un gioco semplicemente guardandoli. Nella nostra prova abbiamo notato che la precisione di questa funzione è davvero alta e, anzi, bisognerà abituarsi a tenere fisso lo sguardo sull’opzione desiderata per non sbagliare guardandone anche solo per mezzo secondo un’altra.

Indossare il PlayStation VR2, poi, è molto più semplice rispetto al suo predecessore. Sul retro resta sempre un archetto regolabile, con una manopola che servirà a stringere e fissare il visore una volta indossato, in modo che non scivoli via.

A differenza del primo VR di Sony, ci saranno due ulteriori opzioni per garantire una maggior comodità. Si potrà innanzitutto spostare e regolare la distanza della parte contenente le lenti rispetto al nostro viso – cosicché non sia troppo incollato agli occhi – e poi ci sarà anche una rotella che servirà a cambiare la posizione delle lenti all’interno, in modo da allinearle ai nostri occhi e avere così una visuale più nitida.

Sia l’archetto posteriore che le parti frontali sono morbidi e realizzati con un materiale non fastidioso a contatto con la pelle, neanche per un tempo prolungato. Questa parte è chiamata, da manuale, protezione antiluce. L’unica pecca (ma qui parliamo per esperienza personale e potrebbe non valere per altri utenti) è lo spazio per il naso, che potrebbe rimanere un po’ incastrato nella parte anteriore del visore, dove è posizionata la protezione antiluce. Il nostro naso era infatti a stretto contatto con questa parte "plasticosa" e abbiamo notato come fosse difficile trovare una posizione in cui non rimanesse troppo schiacciato, rendendoci anche leggermente più difficile respirare. Per la cronaca, in caso servisse, la protezione antiluce può anche essere rimossa per essere lavata.

Segnaliamo inoltre che la parte anteriore è facilmente utilizzabile anche da chi porta gli occhiali, mentre per quanto riguarda l’audio questo funziona a grandi linee come con il primo PS VR. Anche in questo caso sono presenti due auricolari da collegare con un jack da 3,5 mm sul retro del visore – auricolari che è poi possibile riporre in appositi alloggiamenti situati sull’archetto posteriore.

Anche la configurazione dei due PSVR2 Sense è molto semplice: per farli riconoscere basterà premere la prima volta il tasto PS mentre sono collegati alla console tramite cavo USB e da lì in poi potranno essere utilizzati a piacimento. Questi sono dotati anche di un cordino con cui legarli ai polsi e consigliamo altamente di usarlo sempre, per evitare che possano volarvi via dalle mani per un movimento troppo brusco in gioco.

La durata della batteria per ognuno dei controller si attesta all’incirca tra le quattro e le cinque ore, da quanto abbiamo visto, e ogni volta andranno purtroppo ricaricati singolarmente, cosa che può diventare fastidiosa, soprattutto se non si è pianificata la ricarica in precedenza; potrebbe capitare che uno risulti molto più scarico dell’altro lasciandoci sul più bello mentre si gioca. Fortunatamente basterà all’incirca un’ora per ricaricarli completamente. I più impazienti invece potranno valutare l’acquisto della stazione di ricarica che Sony ha messo in vendita al costo di circa 50 Euro (potete già ordinarla da Amazon, in caso).

Per concludere la carrellata di opzioni del PlayStation VR2, segnaliamo anche la possibilità di utilizzare il visore nella Cinematic Mode, con cui sarà possibile giocare a qualsiasi gioco, non per forza VR, o vedere altri media, come film e serie TV, in una sorta di sala cinematografica virtuale, utile anche se si vuole continuare a giocare alla console quando il televisore è occupato.

Come si gioca con PlayStation VR2?

Dopo la configurazione è il momento di entrare finalmente nel vivo dell’azione di gioco e vedere come si comporta questo PlayStation VR2. Durante la nostra prova abbiamo potuto giocare ad alcuni titoli che saranno presenti al lancio: tra questi ci sono ovviamente Horizon: Call of the Mountain, di cui parleremo nel dettaglio nella nostra recensione, ma anche i due Moss, Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge, Kayak VR: Mirage, Jurassic World Aftermath e molto altro.

Uno dei primi titoli che ho voluto provare è stato Moss: Book 2, dato che mi ero occupato di recensirlo su queste pagine (qui la recensione) lo scorso anno sull’originale PS VR. La differenza nell’impatto grafico è sostanziale. Sono spariti completamente gli effetti di sgranature e gli sfarfallii, per una grafica più nitida e dettagliata; inoltre, con i nuovi controller i movimenti sono risultati più fluidi e precisi.

Star Wars e Jurassic World sono porting di titoli usciti per altri visori, ma anche in questo caso abbiamo notato una qualità grafica molto alta rispetto alle versioni precedenti. Kayak VR è una piacevole sorpresa, un gioco semplice che permette di sfruttare i controller di PSVR 2 simulando il movimento dei remi con le mani, cosa che sembra semplice all’inizio, ma vi assicuriamo che alla lunga comporta una certa fatica.

Kayak VR si è rivelato un titolo molto lineare, che punta all’immersione pura in ambienti naturali perfettamente ricostruiti. Al netto della semplicità del gioco, le ambientazioni a livello tecnico sono davvero impressionanti, specialmente per chi era abituato alla grafica del precedente visore. La resa visiva sia dell’acqua che dei colori del paesaggio naturale sono di una qualità piuttosto elevata.

Chiaramente il metro di paragone è Horizon: Call of the Mountain, titolo realizzato appositamente per mostrare il potenziale di questo nuovo visore. Senza entrare troppo nei particolari (per questo vi rimando alla recensione) a livello puramente visivo il gioco rappresenta un enorme passo avanti rispetto a qualsiasi cosa vista con il primo PSVR; il livello di immersione nel mondo creato da Guerrilla Games è notevole e si può letteralmente toccare con mano. Stessa cosa con i comandi, che rendono il titolo più coinvolgente grazie alla gestualità delle mani, possibile per via ai due nuovi controller.

In definitiva, quanto provato finora si dimostra un passo avanti molto grosso sotto ogni punto di vista rispetto al precedente visore di PlayStation, con un’esperienza che si affianca a quelle viste su PC, anche se al momento non c’è nulla che fa gridare al miracolo o che si discosta dai tipici titoli da realtà virtuale, solitamente molto guidati e costruiti su binari.

Da quanto abbiamo visto dunque non c’è nulla di troppo innovativo, qualcosa in grado di essere una killer app come potrebbe esserlo un Half Life: Alyx. Sottolineiamo, ovviamente, che siamo però soltanto all’inizio del ciclo vitale di questo visore, quindi è presto per poter già dare un giudizio definitivo su come evolveranno i giochi del futuro. A proposito, apriamo una parentesi nella speranza che il titolo di Valve, probabilmente ancora oggi il miglior gioco mai fatto per la realtà virtuale, arrivi presto con un porting sul nuovo visore di Sony – sarebbe davvero un gran colpo.

Restando in tema porting, è un peccato invece la mancata compatibilità con i vecchi titoli di PS VR. Moss: Book 1 e 2 sono arrivati, ma chiunque possegga i titoli per PS4 dovrà ricomprarseli senza la possibilità di un upgrade gratuito o a prezzo ridotto. Purtroppo questo aspetto dipenderà molto da sviluppatore a sviluppatore: ad esempio è già stato confermato che After the Fall e No Man’s Sky avranno un update gratuito per PSV R2 – e speriamo di vedere altri famosi titoli creati per il primo visore arrivare migliorati anche su questa nuova periferica per la realtà virtuale.

Un’ultima considerazione riguardo poi la comodità generale. Giocare con un visore non è certo come giocare normalmente; la stanchezza sia alla vista che alla testa si fa sentire presto, anche se ovviamente quest’aspetto varia per ogni individuo.

Nella mia esperienza sono arrivato a fatica a tre ore di gioco consecutive o poco più, risultato però migliore rispetto al precedente PS VR, dove la media era di circa due ore. Il visore è effettivamente più comodo rispetto al suo predecessore, ma alla lunga è comunque stancante da usare.

Ci sono due difetti leggermente fastidiosi che ho notato: il primo è il cavo di collegamento alla console, che più di una volta è stato ingombrante e fastidioso durante le sessioni di gioco. La soluzione ideale sarebbe stata un visore wireless, ma probabilmente i costi si sarebbero alzati ulteriormente; si sarebbe almeno potuto posizionare il cavo in modo che non risultasse così ingombrante mentre si gioca.

Il secondo difetto riguarda le cuffie, che tendono a spostarsi e a non rimanere al proprio posto, specialmente quando in gioco si devono fare delle azioni che richiedono dei movimenti bruschi. Avremmo preferito delle casse integrate nell’archetto posteriore per una maggior comodità.

Per quanto riguarda la motion sickness, questa, come già discusso per altri aspetti, varia molto da persona a persona. Esistono degli utenti che non riescono proprio a giocare con i titoli in realtà virtuale per il senso di nausea provato quasi istantaneamente. Sappiate che se siete tra queste persone è molto probabile che il PSVR2 non risolverà il vostro problema.

Dal mio personale punto di vista, non ho mai avuto grossi problemi con il VR, ma non ne sono nemmeno immune, dato che in passato mi è capitato, con alcuni giochi, di provare un senso di nausea leggero ma fastidioso. Con PS VR2 ho avuto dei problemi soltanto con alcune impostazioni di Horizon, più precisamente riguardanti lo spostamento della visuale, che avveniva in maniera continua alla pressione dell’analogico.

Quando ho cambiato l’opzione in modo che la visuale si riposizionasse evitando lo spostamento continuo non ho avuto più problemi. Nella mia esperienza, quello è stato l’unico accenno di motion sickness: con gli altri giochi invece è filato tutto liscio.

PlayStation VR2 sì o no?

Siamo giunti alla fine di questa nostra recensione di PlayStation VR2 ed è rimasta un’ultima questione di cui parlare: il prezzo.

PS VR2 è venduto ad un prezzo consigliato al pubblico di 599,99 euro, un costo davvero non indifferente se consideriamo che costa anche di più della PS5 con lettore del disco (anche dopo l’aumento di prezzo).

In pratica, sommando tutto per giocare con PS VR2 serviranno oltre mille euro, probabilmente un prezzo eccessivo per l’utenza console. Se andiamo a vedere i prezzi dei visori per PC scopriremo che ne esistono anche di più costosi – e tutto sommato, per la tecnologia presente all’interno del visore, di Sony il costo non è nemmeno così tanto esagerato.

La cosa da tenere a mente però è che l’utenza console non è abituata a prezzi così alti per quella che alla fine risulta essere una periferica di contorno – certo in grado di offrire un nuovo modo di giocare, ma sempre e comunque una periferica. Sony avrebbe potuto provare a venire incontro agli appassionati abbassando un po’ il costo per l'utente, almeno mantenendolo al prezzo di listino delle sue console.

Al di là delle questioni di soldi, il visore ha tutte le potenzialità per offrire esperienze di gioco davvero alternative a quelle classiche, con la possibilità di ottenere un livello d’immersione unico per i futuri giochi.

Il grosso dubbio è proprio relativo ai titoli che arriveranno nei prossimi anni e al supporto che continuerà a dare Sony. Ovviamente la line-up di lancio è solo l’inizio e non si può assolutamente pretendere di avere sin da subito dei titoli imperdibili (al lancio non li aveva nemmeno PS5, se è per questo).

Di suo, PlayStation VR2 è un piccolo gioiello di tecnologia, ma per brillare veramente dovrà avere dei titoli all’altezza della sua potenza, titoli che speriamo possano persino portare a un'evoluzione generale del gaming in realtà virtuale, evitandogli di rimanere ancora più una suggestione un po' sognante e inespressa che la next big thing del mercato videoludico.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Semplicità di installazione e di utilizzo migliorata enormemente rispetto al predecessore, con tante nuove opzioni di configurazione

  • Eye tracking e telecamere interne di alto livello

  • I controller hanno una buona ergonomia e sono comodi da usare

  • Qualità grafica di altissimo livello

  • Potenziale molto grande per il futuro

Contro

  • Prezzo troppo alto per l'utenza console

  • Line up iniziale di titoli non entusiasmante

  • Il cavo può risultare fastidioso mentre si gioca

  • Per ricaricare i due controller contemporaneamente servirà un accessorio a parte

Commento

PlayStation VR2 è un visore eccellente dal punto di vista tecnologico, che offre una grande semplicità nell’utilizzo e moltissime opzioni per adattarsi a qualunque tipo di utente e ambiente di gioco. Alcuni aspetti – come la precisione delle quattro telecamere, la tecnologia eye tracking e i due controller PSVR2 Sense – sono davvero ottimi e in molti giochi riescono a dare un feedback di movimento di grande precisione, senza contare un comparto tecnico davvero impressionante, come dimostrato da titoli come Horizon: Call of the Mountain. Ci sono però alcuni difetti, legati soprattutto a un prezzo di lancio davvero eccessivo per il pubblico delle console, a una line-up iniziale non entusiasmante e ad alcuni problemi minori, come il posizionamento del cavo principale e l’impossibilità di ricaricare i due controller contemporaneamente senza un accessorio venduto a parte. Se siete amanti della VR, questo visore è però da tenere d’occhio, soprattutto se in futuro arriveranno delle esperienze di gioco che sapranno dimostrarsi davvero innovative per questo ramo del mondo videoludico, parallelo a quello tradizionale.
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