Qualche settimana fa abbiamo assistito alla (peculiare?) presentazione delle specifiche di PlayStation 5: dopo l’addio al keynote durante la GDC, Sony ha deciso di annunciare direttamente per il grande pubblico la conferenza tecnica, con il lead architect Mark Cerny che ha approfondito numerosi dettagli hardware della console.
Tra questi, a finire particolarmente sotto i riflettori è stato l’SSD della console, che dirà addio al tradizionale disco rigido visto fino a PS4 in favore di una soluzione appositamente studiata da Sony, interamente concentrata sulla velocità.
A tornare sull’argomento è stato proprio Mark Cerny, sulle pagine dei colleghi britannici di Eurogamer.net, accompagnato dagli esperti di hardware di Digital Foundry.
Cosa cambia con questo SSD?
Abbiamo parlato abbondantemente della banda da 5,5GB/s di SSD (che può arrivare anche a 8-9 GB/s). Ma questo cosa significa, nell’atto pratico? Come spiegato da DF, parliamo di tempi completamente diversi nel reperimento dei file che sono necessari al gioco. Grazie a SSD, ora i dati potranno essere «richiesti e resi disponibili nel lasso di un frame, al massimo del successivo», mentre in precedenza si parlava di circa 250 ms.
Proviamo con un esempio pratico, con le parole di Mark Cerny:
Immaginiamo che un nemico debba gridare qualcosa mentre muore, il che è una mansione che deve passare davanti a tutte le altre richieste, per essere eseguita il prima possibile, ma è molto probabile che anch’essa richieda 250ms, affinché i dati vengano trovati, dal momento che sono in corso anche tutti gli altri processi che animano il gioco.
Ecco, con il nuovo SSD questo aspetto cambierà:
Quei 250 ms sarebbero un problema, perché se il nemico deve gridare qualcosa proprio mentre muore, deve succedere all’istante. Per evitare questo tipo di problematica, moltissimi dati venivano caricati sulla RAM, in questa generazione.
Un procedimento che, con la nuova, non sarà più necessario, anche perché SSD funziona diversamente rispetto al tradizionale hard disk meccanico. Oltretutto, gli hard disk richiedono in alcuni casi la presenza di dati duplicati (o anche triplicati), in modo che siano reperibili in più parti, per accorciare i tempi. Questo, spesso, porta a dimensioni molto importanti per i giochi.
Senza queste duplicazioni, le performance spesso crollano: Digital Foundry evidenzia che target da 50 MB/s fino a 100MB/s si riducevano invece a solo 8MB/s, proprio per il tempo richiesto a trovare e rendere disponibili i file – se non duplicati, con le performance di tutto il gioco che potevano risentirne. Il contro dei file duplicati è, ovviamente, lo spazio occupato.
Viene quindi confermato che i giochi PS5 non avranno bisogno di questi file duplicati, dal momento che non sarà necessario averli più di una volta per reperirli più velocemente. «Le installazioni dei giochi saranno più ottimali», leggiamo, «perché la duplicazione non è necessaria; quelle buste di spazzatura hanno bisogno di esistere su SSD solamente una volta, e non centinaia o anche migliaia di volte, e non dovranno mai trovare allocazione nella RAM.»
Si parla, insomma, di un procedimento che dovrebbe essere win-win: un SSD straordinariamente veloce garantisce risposte immediate e aiuta a contenere il peso dei file di gioco, consentendo anche alla RAM di non venire caricata come “workaround” per le risposte non velocissime dei precedenti hard disk.
Anche Phil Spencer, in queste ore, si è detto molto impressionato da quanto raggiunto da Sony con l’SSD di PS5. La console di casa Sony arriverà alle fine del 2020 e nei nostri confronti abbiamo visto un po’ le sue specifiche fianco a fianco con quelle di Xbox Series X.
Fonte: Eurogamer.net