PlayStation 2: Il Motore delle Emozioni – Speciale
A vent’anni dal suo debutto sul mercato, PlayStation 2 ancora rappresenta un metro di paragone per tutto il mercato videoludico: vediamone il perché.
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
C’è chi l’ha chiamata l’evoluzione di un lettore CD, per altri è stato l’esordio nel mondo videoludico, sia come creativi che come giocatori. Anche solo a guardare i numeri, è ancora adesso la console videoludica più venduta di tutti i tempi: stiamo ovviamente parlando di PlayStation 2. Proprio ieri ha festeggiato il suo ventesimo compleanno, ma pure se formalmente in pensione il “Monolito Nero” sopravvive attraverso le epoche: proviamo a capire come.
I creativi di oggi sono gli spettatori di ieri
I vent’anni di PlayStation 2 sarebbero l’occasione perfetta per perdersi nelle grandi emozioni che la console ha ospitato durante e dopo la sua “vita” commerciale, così come sarebbe altrettanto facile imputare il suo successo ai grandi nomi che vi sono nati. Così non è, o almeno non del tutto: PlayStation 2 ha vinto la sua generazione e ancora continua a far scuola per via della sua grande adattabilità, sia a livello hardware che soprattutto concettuale. Ormai svincolata dalla necessità del “lettore CD travestito” per entrare nelle case dell’utenza, ha trovato la sua ragione nel suo voler veicolare emozioni in chiunque l’avrebbe accesa. Una volontà così forte da essere marchiata a fuoco persino sul suo processore, l’Emotion Engine.
A vent’anni dal suo debutto sul mercato, PlayStation 2 non smette di stupire. Se la prima PlayStation ha scavato il primo sentiero verso la popolarità, PlayStation 2 ha avuto il compito di costruire la strada che tutti avrebbero percorso. E la sua risposta non è stata quella dell’autostrada, ma di una strada a strati, come quelle dell’antica Roma, che erano fatte per durare. Tanto che, ancora dopo vent’anni, le grandi storie, i concetti e i temi che ha ospitato vengono regolarmente ripresi, rigiocati e amati. Perché, per citare un famoso autore fantasy, “le vecchie storie sono come i vecchi amici: ogni tanto fa bene andare a trovarli”.
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