Persona 5 Strikers | Anteprima - Il sequel di Persona 5 è tra noi
Cosa succede quando realizzi un sequel di Persona 5 guardando a Dynasty Warriors?
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a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Omega Force
- Produttore: Atlus
- Distributore: Koei Tecmo
- Piattaforme: PS4 , SWITCH
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 20 febbraio 2020 Giappone
Persona 5 e la sua più recente edizione aggiornata, Persona 5 Royal, hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e critica, che li ha consegnati agli annali come due dei migliori titoli di questa generazione videoludica, rendendo di fatto la saga di Persona, forse per la prima volta, un vero e proprio fenomeno mainstream. Questo ovviamente contribuisce a creare una grande attesa nei confronti del prossimo capitolo della serie, un ipotetico Persona 6 di cui, al momento, non sappiamo nulla.
Fortunatamente, per chi voleva rivedere ancora Joker e compagni, esiste Persona 5 Strikers. Il titolo, uscito il 20 febbraio 2020 nella terra del Sol Levante, arriverà sui nostri scaffali il 23 Febbraio 2021 in versione PlayStation 4, Nintendo Switch e PC, ad un anno esatto dalla sua release originale.
Stavolta abbiamo a che fare con un hack’n’slash, perché il gioco è in realtà un cross-over tra la serie di Persona e quella di Dinasty Warriors, sviluppato da Omega Force e P-Studio. Attenti a sottovalutarlo come un semplice spin-off, però: Persona 5 Strikers, narrativamente, è un vero e proprio sequel dell'originale. Pochi giorni fa abbiamo partecipato ad un evento digitale in cui ci è stato presentato il gioco, e siamo pronti a dirvi perché dovreste tenere d’occhio quest’uscita.
Phantom thieves strike back
La storia di Persona 5 Strikers (d’ora in poi solamente P5S) è ambientata sei mesi dopo gli eventi di Persona 5. Joker e Morgana tornano a Tokyo per passare le vacanze estive insieme agli altri Phantom Thieves, sancendo così la riunione del gruppo. Non passa molto tempo prima che gli eventi prendano una piega del tutto inaspettata: qualcosa di strano sembra stare accadendo nella città.
Alcune persone cominciano a comportarsi inspiegabilmente nella realtà – e un po’ come nel titolo originale, questo è dovuto a quanto sta accadendo al loro interno. Al posto dei vecchi Palace, però, in questo caso avremo a che fare con le Prigioni di questi personaggi, e con i loro monarchi. Nella sezione di gameplay che abbiamo visto durante la presentazione ci è stato mostrato quella che dovrebbe essere la prima Prigione del gioco, appartenente a una idol di nome Alice Hiiragi; abbiamo anche potuto vedere che ai Phantom Thieves si è aggiunto un nuovo elemento, una ragazza di nome Sophia su cui però non si è stato rivelato altro nel corso dell’evento.
Abbiamo avuto modo di rivedere location ormai classiche, come il Café Leblanc, e ci è stato detto che la Tokyo che conoscevamo verrà arricchita da nuovi posti da visitare, pur senza entrare nel dettaglio di queste novità. Quello che ci è stato riferito è che il gioco sarà a tutti gli effetti un sequel di Persona 5, ma non di Persona 5 Royal.
Gli eventi aggiuntivi visti nella recente riedizione, dunque, non saranno considerati, così come non dovrebbero comparire i personaggi visti solo in P5 Royal. Non ci stupirebbe vedere qualche cameo o qualche riferimento velato ad essi, ma almeno per quanto riguarda la trama principale dovremmo poter escludere la loro presenza.
Gli sviluppatori hanno inoltre tenuto a sottolineare come il gioco sia pensato per gli appassionati di P5 ma anche per chi non ha giocato il gioco originale; stando alle loro parole, chiunque abbia una conoscenza generale dei personaggi, magari grazie agli adattamenti manga o anime, potrà comunque godersi la storia senza problemi, perché i nuovi casi sono slegati da quanto accaduto nello scorso episodio.
Fin dalla presentazione, però, ci è apparso chiaro che il gioco intende puntare molto sul comparto narrativo, cercando di non sfigurare a fianco del capostipite; la qualità dello script ci è parsa molto buona, ed i personaggi rispecchiano fedelmente le personalità mostrate nel capitolo originale, complice anche la presenza degli stessi doppiatori.
A questo proposito, il gioco potrà contare su due doppiaggi, giapponese e inglese, mentre per i sottotitoli saranno a disposizione fin dal lancio quelli in italiano. Non era una scelta scontata, visto che il genere hack’n’slash non è estremamente popolare in occidente.
Un altro elemento che ci ha colpiti riguarda il comparto estetico. Vedendo il gioco in azione, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un nuovo capitolo di P5, non ad uno spin-off. Questo perché tutto quanto, dalla UI ai menù, dal level design al character design adotta lo stesso stile visto nel gioco originale. Come approfondiremo a breve, l’impressione che si ha è quella di trovarsi di fronte ad un P5 che prende in prestito elementi di gameplay da Dynasty Warriors, ma senza perdere neanche un briciolo della sua identità.
85% Persona 5 e 15% Dynasty Warriors
Veniamo adesso al gameplay, l’elemento che probabilmente preoccupa sopra ogni altra cosa gli appassionati di P5. Gli hack’n’slash sono infatti un genere da sempre mal digerito da noi occidentali; non è questa la sede per una disamina sul genere, ma è inutile nascondere la presenza di questa forte reticenza, che nel corso del tempo ha avuto ben poche eccezioni.
Ecco, P5S potrebbe tranquillamente essere una di queste eccezioni. Innanzitutto, il gioco sembra essere diviso in due fasi: navigazione dell’overworld e dungeon. Nelle prime fasi potremo girovagare per Tokyo e interagire con gli altri personaggi, in modo simile a quanto avveniva nel capitolo originale. Anche nei dungeon, però, il gioco è sorprendentemente simile all’originale: la navigazione avviene infatti allo stesso modo, con fasi di infiltrazione stealth che si alternano a fasi platform. Persino le interazioni del gruppo e il modo di agire è lo stesso che abbiamo visto in passato. Non aspettatevi dunque orde di nemici da sconfiggere: P5S è molto più simile a P5 di quanto possiate pensare.
L’influenza di Dynasty Warriors arriva quando si entra in combattimento. Il battle system non è più costituito infatti dal vecchio sistema a turni; qui troviamo le meccaniche tipiche di un action dinamico, in cui i personaggi possono muoversi liberamente nel corso della battaglia. Anche in questo caso, però, le meccaniche tipiche del genere hack’n’slash sembrano ben integrate con quelle della serie Persona; ci saranno infatti gli attacchi che abbiamo visto nel gioco originale, le varie Persona da usare, il Baton Pass e l’All-Out Attack.
Insomma, l’impressione è quella che, nel mescolare gli ingredienti, la parte da leone l’abbia fatta l’ingrediente Persona 5, che si limita a prendere in prestito alcune delle meccaniche di Dynasty Warriors. Viene persino mantenuto l’elemento di esplorazione all’interno dei dungeon: nella breve sezione di gameplay mostrata, abbiamo visto infatti la presenza di un tesoro, che ci fa pensare che sarà riservata grande attenzione anche alle ricompense opzionali nel corso delle infiltrazioni.
Chiaramente, trattandosi di una presentazione in remoto non abbiamo potuto provare con mano P5S. Tutte le ottime impressioni che abbiamo avuto dovranno quindi attendere l’arrivo della nostra copia per essere confermate, ma per adesso ci sono tutte le premesse per un degno erede di P5. Il dubbio più grande che ci rimane, al momento, riguarda uno dei più classici talloni d’Achille dei musou – la ripetitività.
Gli sviluppatori sembrano aver sapientemente mescolato il battle system di Dynasty Warriors e quello di Persona 5, ma come ben sappiamo i musou tendono a non offrire una grande varietà di gameplay nel corso della durata del gioco. Qui ci sono tutti gli elementi perché questo difetto venga scongiurato, ma ovviamente non potremo pronunciarci a riguardo fino a che non avremo modo di fare una prova approfondita del gioco.
In attesa di mettere le mani su Persona 5 Strikers, vi consigliamo di recuperare l'immenso Persona 5 Royal ad un prezzo scontato.
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