Paper Mario: The Origami King | Recensione
Paper Mario: The Origami King, la recensione della nuova avventura di carta dell'idraulico più famoso dei videogiochi.
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Nintendo
- Produttore: Nintendo
- Piattaforme: SWITCH
- Generi: Avventura , Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 17 luglio 2020
Dobbiamo essere onesti: Paper Mario: The Origami King non ci aveva lasciato con delle grandi impressioni al momento dell’annuncio, ben prima di iniziare a lavorare su questa recensione. Tirato fuori dal cilindro dal nulla, con una uscita fin troppo vicina, ci aveva dato l’impressione di un tappabuchi per riempire quella che, al momento, sembra un’annata fin troppo silenziosa per Nintendo Switch.
Paper Mario è, tra l’altro, un franchise già di nicchia tra i giocatori Nintendo, ma comunque molto importante nell’economia delle proprietà intellettuali della Casa di Kyoto, ed anche per questo avevamo paura che potesse risultare non all’altezza delle aspettative dei fan della serie. Per fortuna, come leggerete, le nostre supposizioni si sono rivelate del tutto estreme e premature, perché Paper Mario: The Origami King è davvero un ottimo esponente del franchise, a tratti sorprendente.
Questo nuovo capitolo per Nintendo Switch si è rivelato un’avventura di più ampio respiro, piena di idee, situazioni e soluzioni ludiche sempre nuove, che prende fortemente ispirazione da Super Mario Odyssey rielaborando quelle suggestioni narrative e ludiche con la formula che da sempre ha contraddistinto i Paper Mario.
Gameplay uguale, ma diverso
È necessario iniziare questa disamina con l’elemento più controverso di una, altrimenti, brillantissima produzione. Come vi accennavamo nella nostra anteprima, in questa iterazione del franchise continua quel processo di alleggerimento delle meccaniche ludiche già visto nei precedenti episodi. A conti fatti, Paper Mario: The Origami King ha perso gran parte delle sue velleità da gioco di ruolo.
Per farvi capire cosa intendiamo nello specifico potremmo dire che Mario sarà il solo ed unico membro del gruppo e, nonostante di tanto in tanto venga accompagnato da altri personaggi, non avremo mai modo di controllarli e decidere le loro mosse in combattimento, ma si muoveranno in automatico con un singolo attacco (tra l’altro, spesso, esageratamente utile). Le armi – scarpe e martello – non hanno un output di danni visibile, così come gli oggetti che si possono utilizzare, ma la loro forza è espressa solo in maniera descrittiva come “forte” o “molto forte”.
Non c’è ovviamente nessun sistema di punti esperienza né di level up, gli accessori da equipaggiare sono pochi, i nemici (ad eccezione dei boss) non hanno punti vita in vista – il che è anche molto strano perché il sistema di combattimento è invece basato sui punteggi di danno, come vedremo, pertanto all’inizio risulta straniante ritrovarsi di fronte a questa disparità in termini di gameplay.
Non che i Paper Mario siano mai stati dei JRPG dai sistemi di avanzamento astrofisici ma, anzi, hanno da sempre alleggerito gli stilemi tipici del game design dei giochi di ruolo infilandoli in una tipica avventura Nintendo. Proprio per questo, per l’essere stata una crasi unica di due stili di gioco apparentemente agli antipodi, dobbiamo dire che coloro i quali si aspettavano da Paper Mario: The Origami King un nuovo gioco di ruolo di questo genere potrebbero trovarsi spaesati, e queste nuove idee potrebbero andargli di traverso.
Ed è ulteriormente un peccato perché, invece, il modo in cui Intelligent Systems ha rielaborato i combattimenti a turni è a dir poco geniale e, stavolta possiamo dirlo con piena cognizione di causa, questi ultimi valgono abbondantemente la pena di entrare nel mondo di carta ed origami di Paper Mario: The Origami King.
Combattimenti puzzle a turni
Abbandonato definitivamente il classico combattimento a turni da gioco di ruolo, Paper Mario: The Origami King rielabora il tutto facendo diventare gli scontri dei puzzle game.
Negli incontri normali Mario inizia al centro di un’arena circolare, con i nemici suddivisi in maniera casuale (ma ragionata per creare uno schema da ricomporre) intorno a lui. All’inizio di ogni turno avremo qualche secondo per riposizionare i nemici con un numero limitato di mosse, così da poterli abbattere sfruttando un bonus ai danni. Mettendoli in fila e/o in quadrati 2×2 Mario potrà colpirli infliggendo più danni e, quindi, terminare prima lo scontro. Se rimangono dei nemici, poi, sarà il loro turno di colpire Mario, e così via fino alla fine.
L’idea di questi scontri è che, una volta capito come muovere la ghiera per posizionare bene i nemici, ogni battaglia si possa risolvere senza subire danni. Si riceve anche un bonus, peraltro, nel caso si sia usciti intonsi dagli scontri. Tendenzialmente è molto facile capire come muovere gli avversari, ma con il tempo gli scontri casuali saranno sempre più popolati e, a meno che non siate delle macchine da risoluzione di rompicapi, vi ritroverete di tanto in tanto a dovervi impegnare parecchio per incasellare tutti i nemici.
Nelle dinamiche di combattimento si innestano quelle idee che sono sempre state alla base dei Paper Mario. I nemici volanti vanno solo calpestati con le scarpe saltandogli in testa, mentre altri sono più coriacei ed hanno bisogno di una martellata. Le scarpe, poi, possono essere anche rinforzate con il ferro per calpestare quei nemici che hanno un corpo pieno di spine, e ad aiutare i combattimenti ci si mettono anche gli oggetti come i funghi che fanno recuperare punti vita, il Fiore di Fuoco che incendia i nemici in una linea, il Blocco POW che ribalta i nemici (utile per quelli più coriacei), e così via.
A leggere il funzionamento di questi combattimenti ci rendiamo conto che possano risultare poco emozionanti, ma una volta che incomincerete ad infilarne uno dopo l’altro non potrete più farne a meno. Così divertenti e potenzialmente veloci, con una colonna sonora sempre vivace e brillante (arrangiata diversamente a tema con ogni mondo di gioco), i combattimenti sono la più grande idea di Paper Mario: The Origami King sebbene, nell’assurdità di questa situazione, non si guadagnino punti esperienza e quindi scompaia la necessità di farming.
Dove questo concetto di combattimento trova la sua esposizione migliore sono sicuramente le boss fight. La prospettiva, in questo caso, si inverte: è il nemico al centro dell’arena e Mario deve raggiungerlo dall’esterno.
Per farlo bisogna muovere gli anelli per creare un percorso stabilito dalle frecce, che ci permetterà di colpire solo se finiremo il turno su una casella di attacco. In mezzo si possono infilare bonus ai danni, possibilità di azioni aggiuntive, cuori per curarsi o monete da raccogliere. Il tutto, sempre, con un tempo e mosse limite. Ma non finisce qui, perché le caselle di attacco non devono per forza arrivare ad essere vicinissime al nemico, ma possono essere lontane, consentendoci di colpire solamente in salto con le scarpe ma salvandoci da, magari, dei pericoli ambientali.
Questo perché ogni boss fight ha una sua idea unica da capire, il trucco di ogni incontro. La strategia non sta nell’usare le combinazioni migliori di attacchi ed oggetti, ma nel capire letteralmente come risolvere il rompicapo di turno. Non vogliamo (né possiamo) svelarvi troppo del funzionamento delle boss fight, ma vi ritroverete contro a pastelli-missile, giganteschi nastri adesivi che bloccheranno alcune caselle, uomini elastico che sembrano immuni ad ogni tipo di arma e, non lo diciamo per generalizzare, sappiate che c’è sempre una sorpresa, una nuova idea, un qualcosa che Paper Mario: The Origami King fa ogni volta per la prima volta, ad attendervi.
In particolare i combattimenti con i quattro Cartomagni, le creature guardiane di altrettanti arti elementali che serviranno per sconfiggere il perfido Olly, sono i momenti più galvanizzanti dell’avventura. Sempre con lo stesso funzionamento, in questo caso la suggestione è quella di affrontare dei mostri che ricordano le evocazioni di un Final Fantasy che, una volta sconfitti, potranno essere usati in combattimento passando sulle loro relative caselle durante la risoluzione del rompicapo. Anzi, in alcuni casi sarà d’obbligo usarle perché, probabilmente, faranno parte della risoluzione dello scontro stesso.
Se il combat system è davvero sublime, una trovata semplice ed allo stesso tempo geniale in pieno stile Nintendo, va detto che è ancora più un peccato aver perso qualsiasi possibilità di giocare con la progressione del personaggio. Nonché ritrovarci di fronte ad un’avventura davvero troppo semplice, che raramente mette in difficoltà il giocatore se non nelle ultimissime fasi del gioco (con qualche riserva).
Paper Mario per principianti
È noto che i videogiochi Nintendo siano rivolti ad un pubblico molto ampio, così come che la Casa di Kyoto non abbia mai fatto della sfida elevata la componente fondamentale dei suoi prodotti di punta. Ma se per esempio non è un problema che Super Mario Odyssey e The Legend of Zelda: Breath of the Wild (quest’ultimo nella seconda metà) non siano giochi effettivamente “difficili”, perché ci sono altri elementi di gameplay che contribuiscono a rendere l’esperienza di gioco memorabile, nel caso di Paper Mario: The Origami King il poco livello di sfida fa sì che si rovini parte di ciò che è stato costruito da Intelligent Systems.
Nel titolo ci sono una marea di aiuti, suggerimenti e strumenti che rendono la vita molto facile. I combattimenti non sono mai un pericolo reale, neanche quelli con i boss. In quest’ultimo caso, infatti, gli incontri sono sempre strutturati perché il giocatore possa prendersi molto tempo prima di capire come risolvere il rompicapo di turno. Che sia perché i nemici non infliggono molto danno (e ancora meno se si sono equipaggiati dei particolari oggetti), o perché ci sono parecchi cuori da raccogliere sull’arena in quel turno, per non parlare degli oggetti accumulati durante l’avventura, non c’è mai una reale percezione del game over in arrivo. A noi è successo un paio di volte, ma per pericoli ambientali ed alcuni sezioni da trial&error in una giungla (divertentissime, tra l’altro).
Inoltre durante gli incontri si possono investire delle monete ad inizio turno, un quantitativo che diventa molto esiguo già dopo qualche ora di gioco, per invocare i Toad in aiuto (curano Mario e riposizionano i nemici) oppure aumentare il tempo a disposizione per risolvere il rompicapo del posizionamento degli avversari. Di fatto le boss fight sono sì belle e stimolanti, ma ci si arriva ogni volta con un senso di invincibilità che rende l’esperienza meno epica di quanto sarebbe potuta essere.
Ancora una volta, come nel caso del battle system, non ci aspettavamo di certo di tirare i Joy-Con contro il muro per la rabbia. Sarebbe basata la possibilità di disattivare qualche aiuto, oppure un banale selettore della difficoltà. Considerate, per esempio, che si possono raccogliere delle buste delle lettere durante i combattimenti con i boss che contengono dei suggerimenti su come procedere. Suggerimenti che non sono velati, tipo “Prova a far ribaltare l’avversario…”, ma sono vere e proprie spiegazioni come “Usa il Martello da questa distanza precisa per ribaltare l’avversario e poi colpiscilo saltandogli sopra”.
Un vero peccato, perché con le tante idee messe in gioco da Intelligent Systems, che di videogiochi complessi tra l’altro ne fa come Fire Emblem: Three Houses, avere la possibilità di sentire un pizzico in più di fiato sul collo durante l’avventura avrebbe reso Paper Mario: The Origami King virtualmente inattaccabile.
Un’avventura ad origami: ogni piega una sorpresa
Abbiamo voluto iniziare questa recensione in maniera atipica, raccontandovi subito le nostre perplessità per rimanere, poi, con tutto quello che di bello c’è in Paper Mario: The Origami King.
Se è vero che il titolo lascia gli elementi GDR per strada, guadagna un’avventura dal più ampio respiro. Non solo per la longevità, che si attesta intorno alle trenta ore per la nostra partita, ma anche per le situazioni che vengono messe di fronte al giocatore. Paper Mario: The Origami King è una sorpresa continua, un’idea dopo l’altra, una situazione sempre diversa dalla precedente. E se la trama in sé è molto semplice, dove Olly vuole mettere in ginocchio il Regno dei Funghi intrappolandolo con cinque nastri colorati per trasformare tutto in origami ed i nostri devono impedirlo, è il susseguirsi di eventi a rappresentare il grande valore aggiunto.
Personaggi che vanno e vengono ed accompagnano Mario con le loro storie (tra cui un inaspettato momento emozionale, che gioca proprio con la percezione dello stesso), i Toad imprigionati da Olly in tutto il mondo che raccontano a loro volta delle piccole vicende, o si lanciano in battute divertenti, quando vengono recuperati, sfilati dai pertugi, o piegati per tornare alla loro forma originale. In questo poi troviamo i mondi da esplorare in ordine lineare, con segreti e collezionabili che una volta tanto non sono noiosi da recuperare. Ci sono anche un paio di momenti in cui Paper Mario: The Origami King prende fiato e lascia al giocatore due sezioni, un deserto ed un mare, da esplorare in libertà.
Non aspettatevi di certo la profondità di un Breath of the Wild o The Witcher 3 in questi ultimi momenti, ma in particolare quando si prende la barca c’è una parte di gioco in cui Intelligent Systems cita apertamente (molto apertamente…) The Legend of Zelda: The Wind Waker, dando al giocatore una sezione di oceano da esplorare in libertà, mentre porta avanti la propria avventura.
Avventura che si snoda in momenti di esplorazione e combattimento, con la necessità di recuperare i quattro Cartomagni, tagliare tutti i nastri dal Regno dei Funghi per liberare il castello e, infine, sconfiggere Olly. In mezzo ci sono i suddetti collezionabili, le possibilità di esplorare, così come i negozi da cui acquistare oggetti ed equipaggiamenti vari che possono aiutarvi durante l’avventura. Ogni mondo ha anche una stazione dei Toad inventori da scoprire, che funge da punto di viaggio rapido e vi permette di ottenere degli oggetti utili all’esplorazione – ma abbiamo anche, a proposito di stranezze e momenti divertenti, almeno un bar in ogni mondo dove i nemici di Mario si godono un momento di relax e si scambiano qualche massima sulla vita, con tanto di musica jazz rilassante che ricorda lo Stray Sheep di Catherine: Full Body oppure il LeBlanc di Persona 5.
Per quanto riguarda le situazioni di gioco ci si ritrova sempre a fare qualcosa di diverso, che sia affrontare dei tornado in un deserto, un Calamako su una nave da crociera, esplorare un parco divertimenti a tema ninja, ridare linfa vitale ad un antico albero, esplorare dei dungeon in stile Zelda per trovare il Cartomagno di turno o partecipare ad un quiz a premi, non ci sono mai due momenti uguali nel corso dell’avventura. La stessa cosa, quindi, anche per le soluzioni di gameplay, dove i momenti di azione vengono risolti in maniere sempre molto alternative.
La stessa esplorazione è anche relegata all’uso dei coriandoli con i quali Mario può riparare gli strappi fatti da Olly, i quali possono riparare un ponte, creare un passaggio segreto, mostrare un ingresso di un dungeon, oppure servire alla risoluzione dei puzzle. Per queste sequenze, ed anche nei combattimenti, ci si può avvalere anche delle Arti Magni, capacità magiche offerte dalla fida Olivia che permettono a Mario di allungare le proprie braccia fatte di carta a soffietto e, attraverso i sensori di movimento dei Joy-Con (ma si può disattivare), strappare pezzi di carta, spingere, picchiare, sollevare elementi dello scenario per svelare nuove aree o risolvere enigmi.
Potremmo stare qui ad elencare tutte le possibilità offerte da Paper Mario: The Origami King durante l’avventura, ma non lo faremo perché le sorprese sono tantissime e non vogliamo assolutamente svelarvele. Il tutto in una veste grafica molto piacevole, pur non strabiliante che sia, con modelli dei personaggi molto puliti, animazioni semplici ma espressive, ed un mondo che utilizza tutte le idee che si possono mettere in piedi con la carta ed il bricolage per creare ambientazioni fatte letteralmente di carta e cartone, con tutte le assonanze ed idee visive del caso.
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+ Combattimenti geniali
+ Estetica semplice ed efficace
- Paper Mario non è più un gioco di ruolo, che sia un problema o meno
8.5
Geniale, brillante, simpatico ed eclettico: Paper Mario: The Origami King è un’avventura di ampio respiro, con un sistema di combattimento che da solo rappresenta il valore più alto dell’intera esperienza di gioco. Raramente capita di trovarsi di fronte ad un titolo che dona al giocatore così tante idee senza mai ripetersi e, nonostante un livello di sfida troppo basso e l’assenza del comparto gdr dal gameplay che per qualcuno può essere un boccone amaro da mandare giù, proprio la nuova iterazione del franchise più artistico tra quelli dedicati a Mario è assolutamente da promuovere, e da inserire tra i best of di Nintendo Switch.
Voto Recensione di Paper Mario: The Origami King - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Avventura corposa e divertente, con tante idee e situazioni diverse
-
Combattimenti geniali
-
Estetica semplice ed efficace
Contro
-
Livello di sfida basso, troppi aiuti e consigli palesi
-
Paper Mario non è più un gioco di ruolo, che sia un problema o meno
Commento
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