Da quando la Cina sta adottando le misure per arginare il contagio del più recente coronavirus, molte compagnie e multinazionali si sono messe in allarme – perché proprio in Cina basano le loro catene produttive. Di recente, ad esempio, abbiamo letto la nota di Nintendo per il mercato giapponese, che preannunciava alcuni inconvenienti nella catena di distribuzione legati proprio ai rallentamenti inevitabili del mercato cinese.
Questi rallentamenti non dovrebbero però interessare il mercato di PlayStation 5 e Xbox Series X, secondo l’analista ed esperto di mercato Michael Pachter. Intervistato da Tech Radar, Pachter ha spiegato che Sony e Microsoft contano infatti su canali produttivi alternativi, che gli permettono di far fronte agli attuali blocchi cinesi per coronavirus. Cosa che, ad esempio, non è possibile ad Apple:
Apple non ha davvero un’alternativa per la manifattura, per via della complessità del suo assemblaggio – tanti componenti, specifiche molto alte, alti costi. Al contrario, Xbox e PlayStation non devono necessariamente venire prodotte in Cina, anche se ovviamente è il Paese dove ci sono meno costi.
Affinché l’infezione possa rappresentare un problema per la tabella di marcia delle console next-gen, fa notare Pachter, è necessario che l’emergenza si protragga almeno fino al prossimo mese di giugno. A quel punto, sarà lecito aspettarsi nuovi piani per il lancio:
Se coronavirus dovesse arrivare fino a giugno, allora sarà un problema per Microsoft e Sony. Ed è possibile che duri così a lungo, anche se il mercato azionario ci dice che non sarà questo il caso. Se dovesse esserlo, il mercato andrebbe incontro a un fiasco, per via dell’interruzione a lungo termina della catena di rifornimento.Riesco a immaginarmi Apple nel panico, se coronavirus fosse ancora un problema tra un mese; penso invece che Sony e Microsoft sistemeranno silenziosamente la produzione a Taiwan o in Vietnam giusto per stare al sicuro. Non so ancora cosa abbiano intenzione di fare, ma penso stiano pensando seriamente a questa eventualità, per affrontare la domanda che arriverà dal mercato statunitense.
Vedremo, quindi, come proseguirà l’emergenza sanitaria nelle prossime settimane – non solo per la salute di tutti gli inquilini del nostro pianeta, ma anche per come questa potrebbe influenzare le nostre tecnologie e i prodotti che proprio in Cina trovano i loro natali.