Origin Access Premier: cos’è, quanto costa e quanto vale
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a cura di Matteo Bussani
Una delle principali novità presentate da Electronic Arts all’E3 2018, secondo molti una delle poche, è stata Origin Access Premier, un nuovo tier dell’offerta Origin Access che consente di avere un biglietto valido per l’intero catalogo del publisher californiano su PC. Questa seconda fascia arriva in aggiunta all’offerta tradizionale, che assume la denominazione di Basic e non esce ridimensionata dall’approdo del collega più scintillante: il Vault resta lì dov’è, così come le prove di dieci ore pochi giorni prima del lancio e il 10% di sconto sul portfolio di EA. Ci sono soltanto miglioramenti, insomma, a patto di sottostare al prezzo ovviamente maggiorato, e che ci sia un apprezzamento generale per la lineup sportiva e non dell’editore.
Cosa offre Origin Access Premier oggi
Origin Access Premier diventerà davvero appetitoso a partire dalla stagione autunnale, ma anche oggi presenta un’offerta di tutto rispetto cui potreste interessarvi se appassionati di qualche tiolo EA già in catalogo o vogliate farvi un abbonamento a lungo termine. La sottoscrizione è disponibile in due tagli, uno da €14,99 al mese e l’altro da €99,99 all’anno. Attualmente, acquistarla vuol dire portarsi a casa la possibilità di giocare, in digitale, su PC e fino a quando rimarrete abbonati, titoli della scuderia Electronic Arts della passata stagione tra cui The Sims (comprensivo di contenuti Digital Deluxe Dine Out e Kids Room Stuff), Star Wars Battlefront II, FIFA 18, e i più recenti A Way Out, Unravel Two e Fe. Un’offerta di tutto rispetto se consideriamo che Star Wars Battlefront II e FIFA 18 sono più attivi che mai, in un momento certamente di transizione con il lancio imminente di Battlefield V e dell’iterazione annuale dello sportivo ma comunque foraggiati a dovere come si confà al genere dei games as a service, e che l’elenco di cui sopra include alcune perle come A Way Out e la seconda avventura di Yarny ancora (essendo freschi d’uscita o quasi) a prezzo pieno sulla piattaforma Origin.
Se le produzioni più raccolte e creative sono il vostro pane quotidiano, potreste davvero fare un pensierino al mensile da 15 euro, così da portarvi a termine almeno questi, magari con un amico, e dare uno sguardo ai tripla-A online che bene o male vanno per la maggiore. Il tutto senza tenere in considerazione il Vault, alimentato di continuo con first-party classici come Jade Empire, Populous II, Dungeon Keeper 2, Dragon Age Origins e Mass Effect, più recenti quali Titanfall 2, Mirror’s Edge Catalyst e Need for Speed Payback, e collaborazioni con publisher e sviluppatori di terze parti tra cui Rime, Mad Max, Batman: Arkham, Inside, Darksiders Warmastered, Wasteland 2 e tanti altri.
Cosa offrirà Origin Access Premier a stagione iniziata
La novità più corposa e la differenza sostanziale tra Basic e Premier si inizierà a sentire una volta cominciata la nuova stagione videoludica, ovvero da settembre (se escludiamo Madden NFL 19 ad agosto, che immaginiamo non raccoglierà troppi proseliti dalle nostre parti). Gli abbonati al nuovo tier potranno infatti mettere le mani sulle versioni complete dei prodotti EA con una data d’uscita già fissata in arrivo tra questo e il prossimo anno, ovvero FIFA 19 (nella sua Ultimate Edition, dal 20 settembre), Battlefield V (nella Deluxe Edition, dall’11 ottobre) e Anthem (nella variante Legion of Dawn, dal 15 febbraio 2019), tutti con una settimana d’anticipo rispetto al lancio regolare. Attenzione: rispetto all’offerta attuale, non parliamo più di prove a tempo da dieci ore giocabili prima del day one ma di giochi completi, che rimarranno nella vostra libreria fin quando resterete legati al servizio. Una sfumatura di non poco conto, visto che è proprio su questo che Electronic Arts punta: questo tier, in particolare nella sua declinazione annuale, è per quei giocatori che comprano pochi titoli nuovi e amano concentrarvisi a lungo, accompagnandoli possibilmente con recuperi a costo relativamente basso dalla stagione precedente e/o di annate passate, magari da un autore o uno studio che vogliono (ri)scoprire.
In tal senso, la proposta dell’editore americano è davvero completa: con il Vault da un centinaio di elementi e i titoli con la propria firma disponibili fin dal day one (anzi, da prima ancora), che vanno a coprire generi diversi e complementari quest’anno come calcio, sparatutto competitivo in prima persona e sparatutto cooperativo in terza persona, l’intento è incrementare i numeri delle userbase, alzare l’engagement sulle produzioni di casa propria e di conseguenza “sottrarlo” alla concorrenza, com’è noto agguerritissima su PC. Naturalmente è bene precisarlo: chi acquista FIFA ogni mese di settembre (quando restituire la copia fisica in negozio ha poco senso visto il valore del trade-in) e non teme di farlo su questa piattaforma, che sia una permanenza o uno spostamento da PS4/Xbox One, ha poco da ragionare. Con una ventina di euro in più si porta a casa pure Battlefield V e Anthem, tra gli altri: assolutamente un no brainer.
Prospettive e possibilità
Sulle prospettive di successo di Origin Access Premier, al momento, con ogni probabilità non è il momento di sbilanciarsi troppo. Su PC, indubbiamente, si tratta della prima vera proposta di gaming on demand e per di più proviene da un publisher di dimensioni colossali che proporrà la sua mercanzia con addirittura giorni d’anticipo rispetto alle uscite retail, nei formati deluxe più lussureggianti e senza particolari restrizioni temporali se non quelle relative alla durata del proprio abbonamento. Chiaramente, vanno fatte alcune osservazioni in merito all’iniziativa. La prima riguarda il mercato cui va a rivolgersi EA con questa mossa: un mercato, quello appunto del gamer su personal computer, dove l’editore può permettersi di sperimentare e, anzi, ha forse l’obbligo di farlo visto che Steam è in una posizione di monopolio o quasi, la pirateria è una questione annosa e ahinoi duratura, e qualche competitor come Humble Bundle, con lo store e il monthly che comprende un piccolo Vault (il Trove), è sempre particolarmente simpatico all’utenza di riferimento. Ragion per cui la posizione nella quale si è messa EA è sì avveniristica ma è anche dettata da una logica commerciale, dati di vendita e incassi (ma non solo) alla mano, e dalla volontà di lanciare Anthem con una userbase quanto più solida possibile per non affossare BioWare e Battlefield V come prerogativa nel campo degli shooter multigiocatore tripla-A sulla piattaforma, giusto per fare due nomi cui il programma tornerà assai utile. In virtù di questa prima osservazione, ecco la seconda: imboccando questa strada, Origin Access si distingue ulteriormente dalla sua controparte per Xbox One e scava un solco che difficilmente verrà colmato. Questo perché le vendite su console sono tradizionalmente più floride e un publisher come Electronic Arts non andrebbe a rischiare di svalutare così tanto il suo prodotto tradizionale quando tutto sommato riserva ancora delle soddisfazioni, a parte qualche buco nell’acqua come l’ultimo Need for Speed o Mirror’s Edge Catalyst.
Inoltre, fattore tutt’altro che secondario, Microsoft ha già Xbox Game Pass a cui dare maggior risalto possibile e nel suo essere avanguardistico non è ancora pensato, evidentemente, per fronteggiare un competitor armato fino ai denti come lo sarebbe Access. Per cui siamo abbastanza convinti che Andrew Wilson e soci non si siano nemmeno avvicinati al colosso di Redmond per chiedere informazioni o informarlo a loro volta, ma se anche fosse successo avremmo potuto ritrovarci per le mani una situazione come quella di EA Access al tempo dell’annuncio con PS4, quando Sony si disse non interessata a vedere il programma arrivare sulla propria macchina per non mettere in ombra PlayStation Plus. A quanto detto sinora aggiungiamo che siamo già certi di come Origin Access Premier non incontrerà su PC quella resistenza al moderno concetto di proprietà nel mondo dei videogiochi che invece la più tradizionalista base d’utenza potrebbe opporre su console. Complice l’ascesa di Steam, il digitale sulla piattaforma è, salvo rare eccezioni l’unica realtà, che conta davvero e forse incoscientemente in tanti sono preparati all’idea che acquistare un bene che non abbia un contraltare fisico da stringere tra le dita non equivalga, appunto, a tenerlo sempre e comunque sulla mensole in camera. Su console durante questa generazione si sono fatti notevoli passi in avanti, ma la strada, forse per “merito” pure delle connessioni non certo brillanti in molte zone d’Italia così come della grossa fetta rurale dell’America, è ancora lunga.
Voto Recensione di Origin Access Premier: cos’è, quanto costa e quanto vale - Recensione
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