Oddworld: Soulstorm è un esodo verso la nostalgia canaglia | Recensione
La nuova avventura di Abe è un tuffo nel passato, che non riesce però ad abbracciare il presente.
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a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Oddworld Inhabitants
- Produttore: Oddworld Inhabitants
- Distributore: Oddworld Inhabitants
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , PS5
- Generi: Azione , Piattaforme
- Data di uscita: 6 aprile 2021
Era il lontano 1997 e sulla prima PlayStation usciva un platform realmente particolare: Oddworld: Abe's Oddysee. Sviluppato dall'allora sconosciuto studio di sviluppo Oddworld Inhabitants, il gioco ci metteva nei panni del grottesco Abe, uno schiavo dei Mattatoi Ernia appartenente alla sfortunata razza dei Mudokon. Scopo del gioco era scappare e liberare quanti più prigionieri possibile. Grazie a un gameplay 2.5D che si rifaceva sommariamente a classici del passato come Another World - prendendo un po' qua e un po' là meccaniche viste in Lemmings - Abe's Oddysee fu acclamato ai tempi sia dalla critica che dal pubblico, lanciando nell'Olimpo dei personaggi iconici il temerario Mudokon.
La serie proseguì poi con vari sequel e spin-off, tra cui Abe's Exoddus (1998), Munch's Oddysee (2001) e Stranger's Wrath (2005), nessuno dei quali in grado di eguagliare la fortuna del primo capitolo. Dopo anni di silenzio Oddworld Inhabitants tentò la strada del remake con Oddworld: New 'n' Tasty! (2014), sviluppato da Just Add Water. Il gioco riportò la primissima avventura del Mudokon sotto gli occhi del pubblico, il quale riscoprì con piacere le sfortunate vicissitudini di Abe. Oddworld: Soulstorm nasce dalla stessa idea di fondo, proponendosi di fatto come una reinterpretazione di Exoddus, riprendendo quanto di buono era stato fatto nel titolo uscito a fine anni '90 ma ammodernandolo con tutta una serie di idee - e stage - mai visti prima. L'esodo verso la salvezza dei Mudokon sarà bastato a riportare in auge il franchise ai fasti di un tempo?
La trama di Soulstorm
La storia di Soulstorm ci riporta nel mondo alieno dei Mudokon: ritroviamo Abe su un treno dirottato verso le Rapture Farms, in compagnia di altri della sua stessa specie. Presto, la situazione sembra aggravarsi in maniera irreparabile dopo che un gruppo di droni degli Slig prendono di mira il mezzo per motivi non chiari, tanto che un incidente frena presto l'avanzata del convoglio. Un flashback ci riporta poi diversi anni indietro nel tempo (dodici, per la precisione): vediamo Abe festeggiare con il suo popolo la liberazione dalla tirannia dei Glukkon, nonostante un veggente della tribù dei Mudokon sembra non essere così propenso a solennizzare l'evento, visto che secondo una sua premonizione una nuova minaccia è alle porte. Minaccia che, puntualmente, si presenta in tutta la sua violenza proprio durante i festeggiamenti.
Oddworld: Soulstorm prenderà il via proprio nel bel mezzo di questa situazione infuocata (in tutti i sensi), mettendoci nuovamente nei panni del coraggioso - e un po' sfortunato - Abe, intendo a dover salvare ancora il suo popolo da una minaccia molto più grande e pericolosa della precedente. Prendendo come base l'ossatura narrativa di Abe's Exoddus (ma ampliandone la portata in maniera piuttosto significativa), la storia di Soulstorm racconta di un "esodo" molto più adulto e maturo rispetto al passato, ponendosi l'obiettivo di includere al suo interno tematiche sociali molto attuali e discusse (prime tra tutte la disuguaglianza e la discriminazione, passando per la devianza sociale), senza dimenticare di condire il tutto con un pizzico di umorismo.
Sistema di controllo (e poche novità)
La saga di Oddworld ha con gli anni oscillato tra il buono e il mediocre, specie per quanto riguarda la pura giocabilità: fortunatamente (o quasi) Oddworld: Soulstorm riprende le meccaniche 2.5D del predecessore, proponendosi di fatto come una versione riveduta e corretta di New 'n' Tasty!, nonostante qualche problema di troppo rende inevitabilmente la nuova avventura di Abe meno bella da giocare rispetto a quanto sperato inizialmente.
Sì, perché la frustrazione la farà spesso da padrona durante le varie fasi di gioco della nuova avventura di Abe: il trial and error è sempre stata una costante dell'universo dei Mudokon, ma ora più che mai gli sviluppatori hanno seriamente premuto il piede sull'acceleratore, rendendo alcune sezioni di gioco un vero e proprio inferno (anche per i giocatori più navigati). Si muore - e parecchio - in Soulstorm, sebbene il game over non sia mai una condanna, bensì un incentivo a fare sempre meglio.
Purtroppo, però, le meccaniche di gioco tenderanno presto a ripetersi stancamente dopo appena una manciata di livelli (su un totale di oltre quindici stage e ben quattro finali differenti): si salta, si rotola e si schivano trappole e guardie, mentre tenteremo di mettere in salvo i Mudokon risolvendo allo stesso tempo un numero indecifrato di enigmi ambientali (alcuni dei quali seriamente diabolici). Immancabile la possibilità di impartire ai poveri esseri verdognoli alcuni ordini basilari (che sia seguirci o stare fermi) permettendo così loro di fuggire senza rimetterci le penne non prima di aver sgomberato il percorso da eventuali nemici o avversità.
Un sistema di controllo legnoso e per nulla amichevole - nonostante l'inclusione del tanto agognato doppio salto - verrà di rado interrotto dalla possibilità di raccogliere materiali per costruire armi e altro ancora: che siamo bombe fumogene, granate esplosive o sfere stordenti, il crafting è infatti un'aggiunta solo marginale, che poco o nulla aggiunge a una formula di gioco che inizia purtroppo a risentire del peso del tempo.
La grafica (e i bug) di Oddworld
Dal punto di vista tecnico, Oddworld: Soulstorm è un sì con riserva: in maniera simile a quanto visto nel remake di Abe's Oddysee, il comparto scenico alterna ambientazioni industriali tipicamente steampunk a paesaggi naturalistici di ottima fattura, sebbene a farla da padrone saranno questa volta assolati deserti, oscure caverne e fabbriche abbandonate.
Nonostante il test sia stato effettuato su piattaforma PlayStation 5 (essendo il prodotto disponibile sul Plus ad aprile), il gioco non sembra reggere con disinvoltura i 60 fotogrammi al secondo stabili, soffrendo in più di un'occasione (specie durante le sessioni di gioco particolarmente "affollate" o frenetiche). Inoltre, l'ottima resa estetica di gran parte delle ambientazioni non va di pari passo a una qualità grafica all'altezza, visto che le texture sembrano spesso e volentieri provenire dalla passata generazione di console (e ciò è decisamente un male).
A infastidire è anche la mole di bug più o meno gravi che incontreremo nel corso di tutta la durata dell'avventura: da "congelamenti" improvvisi del personaggio principale, a compenetrazioni poligonali assolutamente inspiegabili, le quali manderanno inevitabilmente a quel paese l'ennesimo tentativo di riuscita di un salto particolarmente delicato. Va detto che Oddworld Inhabitants è già ampiamente corso ai ripari, grazie all'uscita di tutte le patch correttive del caso (alcune delle quali già disponibili al download).
Avete già giocato il primo capitolo delle avventure di Abe? Se la risposta è no, recuperate subito la versione Switch proposta a un prezzo davvero molto basso!
Voto Recensione di Oddworld: Soulstorm - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Narrativamente appassionante.
-
Il mondo di Oddworld è sempre affascinante.
Contro
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Tecnicamente altalenante.
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Gameplay privo di idee memorabili.
-
Qualche bug di troppo.
Commento
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