Shuei Yoshida, presidente di Sony Worldwide Studios
, ha rilasciato una interessante intervista nella quale ha chiarito alcuni progetti della compagnia per il prossimo futuro ed ha commentato l’operato dei developer indie.“Una volta terminato l’E3, abbiamo cominciato a fare i nostri piani per la conferenza alla Gamescom, ma a causa dell’enorme sezione indie che abbiamo avuto all’E3, non mi aspettavo che avremmo avuto così tanti giochi da mostrare”
ha raccontato Yoshida. “Lavorare con gli indie è… beh, sono così veloci! Non riusciamo a prevedere nulla, tanto lavorano velocemente!”
“Stiamo cercando di rendere la nostra piattaforma il più accessibile possibile” ha proseguito Yoshida. “Quegli studios hanno delle scelte, non è così? Se noi rendiamo le cose difficili, loro potrebbero andare da qualche altra parte a presentare i loro giochi. L’immediatezza e rapidità di questi team indie è incredibile, alcuni di essi sono composti perfino da una sola persona. Non devono preoccuparsi di tutte le approvazioni e presentazioni, come noi. Loro creano, e basta. Ecco qual è la differenza tra noi e loro. Dal nostro punto di vista mentale, non è cambiato nulla: abbiamo lavorato con piccoli team per rilasciare giochi come Sound Shapes, Unfinished Swan, Flow e Journey. Ciò che è cambiato, è stato l’ambiente indie: molti di loro ora sono sviluppatori con anni di esperienza alle spalle. C’è un maggior numero di grandi persone che stanno creando delle cose interessanti, rispetto al passato.”Parlando di Journey
, Yoshida ha invece dichiarato: “penso che sia un system seller, se si pensa al tipo di impatto che crea. Non nel senso che le persone comprano PS3 solo per giocare a Journey, ma sentono comunque gli altri utenti parlare del fatto che ci stanno giocando. Questo dimostra la portata della piattaforma, e dimostra ai non-gamer quanto i videogiochi possano essere ampi. È una cosa meravigliosa.”Subito dopo, il presidente ha parlato di come Sony stia supportando i suoi team interni, che stanno divenendo sempre più imponenti, e sono concentrati a loro volta su progetti sempre più importanti: “lo sviluppo oggi si è polarizzato. I nostri team più grandi stanno diventando ancora più grandi, e non faremo più tanti giochi di media fascia. Quindi stiamo lavorando o su progetti molto grandi, o su alcuni molto piccoli – molti, di questi ultimi. Penso che la cosa andrà avanti così, perché le persone preferiscono i grossi budget, le esperienze imponenti. Ed anche io le amo. […] In questo senso, c’è una relazione tra i grandi titoli da tripla A e l’ambiente indie, perché gli utenti stanno sempre cercando qualcosa di nuovo.”“Se realizzassimo unicamente sequel di giochi da tripla A con un grosso budget” ha poi ragionato Yoshida, “l’industria non avrebbe un futuro luminoso. Abbiamo bisogno di nuove idee per metterci alla prova. E mentre i grossi team, ovviamente, stanno mettendo al vaglio nuove idee, il numero di risorse necessarie e il rischio finanziario che c’è dietro comportano che ci sia un certo ammontare di limitazioni. Ed è qui che entrano in gioco gli indie”
ha concluso.