Continua a far discutere e parlare fortemente di sé il caso dell'acquisizione di Activision Blizzard nel gruppo Xbox, al momento entrato in una fase di stallo a causa di un'analisi più approfondita da alcuni enti di regolazione.
La paura ricorrente è infatti che l'acquisizione possa contribuire a un forte dominio di Xbox Series X (la trovate senza sovrapprezzi su Amazon) e di Series S sul mercato, a causa del forte potere che potrebbe ottenere con l'esclusività di IP come Call of Duty.
Sebbene la casa di Redmond abbia chiarito più volte di voler far uscire proprio la serie sparatutto sulle console PlayStation «finché avrà senso» farlo, le rassicurazioni di rito non sono bastate alle commissioni, che intendono vederci chiaro e assicurarsi che sia tutto in regola per garantire la giusta competizione.
Per questo motivo, l'Unione Europea ha deciso di avviare una seconda indagine per analizzare tutti i dettagli e stabilire un responso definitivo sulla vicenda. Tuttavia, secondo molti fan, l'indagine stessa potrebbe non risultare super partes ma condizionata dalla popolarità di PlayStation sul territorio europeo, che non vuole che l'affare vada in porto e per la quale alcuni membri potrebbero "simpatizzare".
Nelle ultime ore non è infatti passato inosservato un post su Twitter di Ricardo Cardoso, direttore generale per il mercato interno della Commissione Europea, in cui sottolinea che l'indagine intende assicurarsi che Call of Duty possa continuare a essere giocato su tutte le altre console. «Inclusa la mia PlayStation».
Inutile sottolineare come questo post molto discutibile abbia sollevato numerose polemiche, lasciando immaginare che dietro lo stop ci siano interessi personali e non di salvaguardia del libero commercio. Tuttavia, in una risposta inviata alla redazione di TweakTown, la commissione ha chiarito che Cardoso non è coinvolto nell'indagine, dato che non è materia di sua competenza all'interno della Commissione.
Ed è lo stesso direttore generale, dopo una polemica durata per diversi giorni, che prova a fare chiarezza e ribadire che il suo è semplicemente un «commento personale» che non condizionerà la decisione finale della Commissione, che continuerà a basarsi sui fatti e sulla legge esistente.
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Resta il fatto che inaugurare il suo post come se stesse parlando a nome della Commissione è stata una mossa molto discutibile, soprattutto con climi così tesi come di recente e che non ha fatto altro che accendere i riflettori di tutti i fan — oltre, con molta probabilità, a quelli della stessa Microsoft — su quella che sarà la risposta ufficiale per l'affare.
Ai fan e ai diretti interessati non resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti su come si concluderà l'affare Xbox e Activision Blizzard, incrociando le dita e augurandosi che le opinioni personali, a prescindere da questa vicenda, non condizionino in alcun modo la buona riuscita o meno dell'acquisizione.
Considerando che Microsoft aveva già sottolineato che il Regno Unito, secondo la casa di Xbox, aveva deciso di parteggiare per Sony «senza valutare i danni e i fatti», è plausibile immaginarsi ancora una volta una reazione tempestiva da parte della casa di Redmond, in caso di risposta negativa o di ulteriori rallentamenti. Vi terremo prontamente aggiornati sulle nostre pagine con tutte le ultime novità sull'affare.