La discussione sui giochi single player sta ancora continuando e, dopo l'infelice tweet di Electronic Arts, si butta nella mischia anche Xbox.
Il publisher di FIFA, che potete trovare anche su Amazon, ha peccato di poca prudenza con quello che poteva essere un semplice meme.
In un tweet aveva infatti preso in giro i videogiocatori che preferiscono solo i videogiochi single player, usando un tormentone diffuso in questo periodo.
Un comportamento abbastanza assurdo considerando che lo stesso publisher non pubblica solo titoli multiplayer, e alcuni anche di licenze molto famose.
Riprendendo infatti un formato meme basato sugli aspetti che possono non piacere durante un appuntamento, il team social di Electronic Arts ha infatti deciso di proporre una propria variante, sottolineando che, nonostante la nostra controparte si meriti un «10», purtroppo gioca con i giochi single player. Come se in questo ci fosse davvero qualcosa di sbagliato.
Questo aveva già creato molte reazioni focose da parte dei videogiocatori, e anche degli altri esponenti dell'industria dei videogiochi.
Ci si è messo anche il profilo Twitter di ID@Xbox, l'etichetta indipendente di Microsoft che di giochi single player se ne intende abbastanza.
E lo fa tirando in ballo Tunic con una immagine, forse tra gli indie single player più caratteristici degli ultimi tempi:
they're a 10 but...
— ID@Xbox (@ID_Xbox) July 7, 2022
no that's it, they're just a 10 🦊 pic.twitter.com/aE9aK2RNXP
«Sono un 10 ma... no niente, sono semplicemente un 10.»
Richiamando sempre l'infelice battuta del tweet originale di Electronic Arts, Xbox manda un messaggio molto chiaro ai fan dei giochi single player.
Gli fa eco, ovviamente, un altro tweet dell'account principale di Xbox, il quale si permette ironicamente di dissentire, affermando che quei giocatori sono semplicemente un dodici.
Utilizzare Tunic è decisamente un punto a favore, visto quanto si è rivelata bella l'avventura uscita originariamente su Xbox Game Pass: ecco la nostra recensione.
La storia del tweet di Electronic Arts, per altro, nasconde un retroscena davvero assurdo: ve ne abbiamo parlato recentemente.