Jonathan Morln, creative director dell’atteso Watch Dogs
, ha rilasciato una interessante intervista al PlayStation Blog Ufficiale
, parlando di alcuni dettagli del gioco, come il multiplayer e l’approccio con l’imminente next-gen. In particolare, Morin ha raccontato come i giocatori potranno interagire tra loro, abbattendo la classica barriera delle partite single-player “vecchia maniera”: “Puoi affrontare il gioco da solo o con più persone. Se giochi da solo… giochi da solo. Ciò significa che ci sono milioni di persone che lo affrontano per conto loro. Abbiamo semplicemente aggiunto la possibilità di fondere queste sessioni di gioco nel modo che volevamo”
ha spiegato Morin. E prosegue: “potrete camminare liberamente e incappare naturalmente in un tipo di attività che vi farà interagire con un altro giocatore, terminata la quale avrete finito e vi separerete. Non è come condividere costantemente la partita con un’altra persona, ma è sicuramente un tentativo preliminare di abbattere quel tabù. Spesso i giocatori temono che qualcuno possa entrare nella loro partita e rovinare la loro esperienza di gioco. Si tratta di un vecchio pregiudizio. Dobbiamo superarlo ed è meramente un problema progettuale, non tecnico: come metti insieme due giocatori per farli interagire in modo piacevole?”Tra gli altri temi trattati nell’intervista, vi abbiamo già accennato dell’approccio con la next-gen da parte di Ubisoft per i suoi futuri progetti. Morin
ha parlato di PlayStation 4 nello specifico, riferendo che “una cosa che mi piace di PS4 è la sua filosofia che, da un punto di vista creativo, è molto importante. Credo che i giochi di prossima generazione saranno ancor più al servizio del giocatore. Ora sono proprio i giocatori a influenzare come dovrà essere la next-gen. Sono connessi costantemente e vivono in maniera diversa. Quindi dobbiamo prestare attenzione ai cambiamenti nella società per offrire un tipo di divertimento che sia una naturale estrapolazione dello stile di vita. Credo che questo Sony lo capisca benissimo.”Poi, Morin racconta anche qualche dettaglio sulla nascita del gioco, che sembra essersi originato semplicemente da una chiacchierata: “È iniziato tutto da una conversazione. Quattro anni fa, stavamo parlando di come le persone condividano le proprie vite e le informazioni personali attraverso il telefono… e di come questo avrebbe cambiato la vita di tutti i giorni.Quando crei un gioco e ti viene data la libertà di battere nuove strade, vuoi fare in modo che le persone intorno a te lavorino al progetto con passione e voglia di esplorare” ha raccontato Morin. “Quindi, ascoltando quelle conversazioni, ci sono venute delle idee. Abbiamo pensato: “Ci piacerebbe esaminare la questione, perché non lo facciamo?”. Proseguendo con la discussione, abbiamo iniziato ad aggiungere altre idee pazze come il Profiler. Quando inizi a mettere su carta cose come questa, scateni una vera e propria esplosione di creatività.”Per leggere il resto dell’intervista relativa a Watch Dogs
, vi rimandiamo al post completo sul PlayStation Blog Ufficiale, del quale vi lasciamo il link qui sotto.