Nuova mossa degli Stati Uniti contro gli smartphone che arrivano in America dalla Cina: il Pentagono ha infatti proibito la vendita di smartphone firmati da Huawei e ZTE all’interno dei retailer che si trovano nelle basi militari del Paese.Secondo il Pentagono, «gli smartphone di Huawei e ZTE rappresentano un rischio inaccettabile per il personale, le informazioni e la missione dei dipartimenti. Alla luce di questa informazioni, riteniamo poco prudente che i punti vendita del dipartimento continuino a venderli» sono state le parole di un portavoce a The Wall Street Journal.I terminali rimangono comunque in vendita in altri negozi, quindi se lo volessero i militari potrebbero comunque acquistarli altrove e portarli nei dipartimenti tra i loro effetti personali. Come al solito, la risposta di Huawei a queste nuove accuse non si è fatta attendere: «i prodotti di Huawei vengono venduti in 170 Paesi in tutto il mondo e rispettano i più alti standard per la progettazione, la privacy e la sicurezza in tutte le nazioni in cui operano, compresi gli Stati Uniti. Rimaniamo rivolti all’apertura e alla trasparenza in tutto quello che facciamo e vogliamo chiarire che nessun Governo ci ha mai chiesto compromessi sulla sicurezza e l’integrità di un qualsiasi network o dispositivo.»Secondo il Governo USA, invece, la Cina sarebbe intenzionata a sfruttare i terminali di Huawei e ZTE per realizzare una backdoor utile ad accedere alle informazioni degli utenti—tutte ipotesi vigorosamente respinte da entrambe le compagnie. Inoltre, secondo gli ufficiali militari USA, gli smartphone potrebbero anche venire utilizzati per tracciare la posizione dei militari che li utilizzano e seguirne i movimenti. Anche in questo caso, Huawei e ZTE hanno negato ogni accusa.Vi ricordiamo che è già la seconda volta che gli Stati Uniti si scagliano contro gli smartphone cinesi: in precedenza, l’intelligence aveva raccomandato ai cittadini statunitensi di non comprare i terminali Huawei, con la medesima accusa della possibile backdoor del Governo cinese.Fonte: The Verge