David F. Sandberg ha svelato i segreti dietro gli effetti speciali pratici del suo nuovo film basato su Until Dawn, dimostrando come l'arte della manipolazione fisica possa ancora sorprendere nell'era digitale.
In un'epoca in cui la CGI domina gran parte della produzione cinematografica, il regista del lungometraggio tratto dal videogioco omonimo (che trovate su Amazon) ha scelto di tornare alle radici del cinema horror, privilegiando protesi, trucchi di scena e illusioni ottiche create sul set.
Questo approccio, che ricorda la tradizione degli horror classici, si combina con tocchi digitali strategici per creare sequenze di impatto che puntano a resistere alla prova del tempo.
Sandberg ha infatti recentemente pubblicato un video dietro le quinte che svela i meccanismi di alcune delle sequenze più impressionanti di Until Dawn, di cui abbiamo visto ancora poco.
Tra queste, spicca una scena in cui il volto di un personaggio viene ripetutamente sbattuto al suolo. Invece di affidarsi completamente alla computer grafica, il regista ha combinato montaggio strategico e protesi sofisticate per creare l'illusione di una sequenza continua, senza stacchi apparenti.
Un'altra sequenza analizzata mostra un personaggio improvvisamente trafitto alla schiena da un piccone. Nel video, Sandberg rivela come per i test iniziali sia stato utilizzato un piccone di cartone (successivamente sostituito con una prop realistica) e come l'attrice fosse semplicemente posizionata su una sedia per simulare il sollevamento del corpo.
Sebbene questa parte dell'effetto sia stata tagliata dal montaggio finale, offre uno sguardo illuminante sul processo creativo che si cela dietro ogni scena d'impatto.
Particolarmente impressionante e disgustoso è l'effetto mostrato in uno dei trailer: un verme che striscia fuori da un foro nel viso di uno dei personaggi. Questa sequenza rappresenta un perfetto equilibrio tra effetti pratici e digitali.
Naturalmente, non tutti gli effetti di Until Dawn possono essere realizzati praticamente. Sandberg ammette che per alcune creature, come un mostro alto 9 metri che appare nel film, è stato necessario affidarsi completamente alla CGI, data l'impossibilità pratica di realizzarlo fisicamente.
Questo approccio ibrido, che unisce artigianalità tradizionale e tecnologia avanzata, rispecchia una tendenza crescente a Hollywood negli ultimi dieci anni, dove registi come Sandberg cercano di correggere gli eccessi digitali tornando a tecniche più tangibili. Speriamo insomma che anche il prossimo film dedicato a Resident Evil sia realizzato altrettanto bene.
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