Un report denuncia crunch e abusi in Bungie, la compagnia si scusa: «abbiamo ancora del lavoro da fare»

Un report con numerose testimonianze segnala crunch, sessismo e tossicità nell'ambiente di lavoro in Bungie: il CEO risponde.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Nelle scorse ore la giornalista Rebekah Valentine ha messo la firma, per IGN USA, su un dettagliato report relativo all'ambiente di lavoro all'interno di Bungie, con ventisei dipendenti che hanno segnalato numerosi aspetti in cui ritengono che la compagnia debba assolutamente migliorare – e quanto prima.

Nel report di IGN, infatti, leggiamo che i testimoni parlano di un ambiente di lavoro in cui emergono casi di sessismo, di alleanza e fratellanza maschile ostile alle dipendenti (come nel caso già trattato di Activision Blizzard), casi di protezione degli abusatori che venivano segnalati alle risorse umane e un pesante crunch – ossia il rimanere al lavoro per ore extra in vista di una consegna.

Secondo il report, ad esempio, alcuni membri del team per la narrativa di Bungie rimanevano anche al lavoro per 100 ore alla settimana per la consegna di alcune espansioni, poiché la compagnia non assumeva nuovi lavoratori full-time per affiancarli.

Tuttavia, risulta che Bungie avesse chiesto ai suoi dipendenti in questione di evitare il crunch, perché intenzionata ad arginare la pratica, ma questi rimanevano lo stesso per evitare il taglio di alcune feature dal gioco. Effettivamente, sappiamo che La Regina dei Sussurri, la prossima espansione di Destiny 2, è stata rinviata e arriverà il prossimo anno, proprio per garantire un approccio più sano al lavoro.

Un altro punto critico emerso dalle testimonianze, al di là del crunch, è la gestione delle risorse umane. Secondo alcune testimonianze, infatti, «tutti sanno che se parli con HR stai mettendo in gioco il tuo lavoro», poiché questi tenderebbero a proteggere gli eventuali abusatori segnalati, anziché gli abusati che portano sul tavolo il problema. «HR non è mai stata lì per proteggere i dipendenti» aggiunge un testimone, secondo il report di IGN. «Sono sempre lì per proteggere la compagnia».

Nel lungo articolo viene anche citato un esempio legato a Devrim Kay, un NPC di Destiny 2 che è gay. Tuttavia, i dipendenti hanno raccontato che Bungie avrebbe tentato di rimuovere i riferimenti al suo partner dalle linee di dialogo, per nascondere l'orientamento del personaggio e poter accedere a mercati come la Russia e la Cina. I riferimenti al suo compagno vennero così "assottigliati", ma rimasero comprensibili: Bungie ottenne così riconoscimenti per questa rappresentazione, nonostante in realtà avesse provato a rimuoverla.

La risposta di Bungie

A seguito di queste testimonianze, i dipendenti sottolineano come l'ambiente di lavoro sia migliorato col tempo e si stia muovendo nella giusta direzione. Tuttavia, a fronte del report il CEO di Bungie, Pete Parsons, è voluto intervenire con una lettera ufficiale, diramata sul sito della compagnia.

Nel suo messaggio, il dirigente interviene sulla questione spiegando:

«Voglio scusarmi con chiunque abbia esperito qualsiasi cosa sia meno di un sicuro, onesto e professionale ambiente di lavoro in Bungie. Non sono qui per confutare o per mettere in discussione le esperienze che stanno venendo condivise oggi da persone che hanno fatto al nostro studio il dono del loro tempo e del loro talento. Le nostre azioni o, in alcuni casi, le nostre non-azioni, possono causare del dolore a delle persone.

Mi scuso personalmente e a nome di chiunque qui in Bungie che io conosca, che ha avvertito un profondo senso di empatia e tristezza nel leggere queste testimonianze».

Nel suo messaggio, Parsons ha sottolineato che negli scorsi anni ha provveduto a rimuovere alcuni degli abusatori accusati da altri dipendenti, rimarcando di averlo fatto a prescindere «dall'esperienza maturata qui o dalle relazioni interpersonali».

Sottolinea anche come la compagnia, per continuare a migliorare per il futuro, abbia lavorato a date di release più gestibili, così da evitare il crunch, e voglia migliorare nell'inclusione, la diversità e l'uguaglianza.

«Mi scalda il cuore pensare ai progressi che abbiamo fatto», scrive il dirigente, «ma non sono abbastanza e c'è voluto troppo tempo. E questo non cancella le brutte esperienze che le persone hanno avuto nel nostro studio.»

Le intenzioni di Parsons suonano chiare, ancora di più in seguito al report delle scorse ore:

«Come CEO, fa parte del mio lavoro tenere conto sia del passato che del futuro ed esserne responsabile, qui e ora. Parlando con il team di Bungie, leggendo le loro storie e vedendo emergere sia facce nuove che vecchie, è evidente che abbiamo ancora del lavoro da fare».

Lo scorso mese di settembre, in riferimento al caso di Activision Blizzard – seppur senza citare il nome della compagnia – Parsons aveva già pubblicato una nota ufficiale, sottolineando che in Bungie voleva migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti.

In seguito al report di IGN USA, il tema è ovviamente tornato in primo piano ed è arrivata questa nuova comunicazione ufficiale, con cui il CEO si dice impegnato a continuare a migliorare le condizioni di lavoro per il futuro.

Anche il lead community manager della compagnia si è espresso con un messaggio di scuse per i dipendenti che hanno sottoposto le loro testimonianze a IGN USA, scrivendo:

«Voglio scusarmi con tutti nel team narrativo che non hanno avuto il supporto di cui avevano bisogno e che meritavano dal nostro team, durante momenti di difficoltà, o in qualsiasi momento – in realtà. Avremmo dovuto fare di più per proteggervi dalla tossicità in passato, e faremo di più in futuro.

Si tratta solo di una piccola parte dell'articolo che segnalava le esperienze passate e presenti di alcuni colleghi. Non possiamo dormire sonni tranquilli sui progressi che abbiamo fatto e dobbiamo continuare a spingere per ulteriori miglioramenti in Bungie e nell'industria nel suo insieme. Per favore, continuate a ritenerci come responsabili».

Attendiamo gli ulteriori sviluppi della vicenda ed eventuali nuovi commenti dai dipendenti o da Bungie.

Il caso di queste ore è l'ennesimo dei tempi recenti: nei giorni scorsi erano emerse nuove testimonianze legate ad Activision Blizzard, anche in seguito alle segnalazioni che avevano coinvolto l'ambiente di lavoro di altre compagnie come Ubisoft e Riot Games, oltre a Paradox Interactive.

Sul problema del crunch, invece, fu notevole il caso di Rockstar Games e del distaccamento di Lincoln, che secondo le ultime testimonianze avrebbe visto di recente venire migliorate le sue condizioni di lavoro. Ci fu un caso simile anche relativo a Naughty Dog, soprattutto in virtù di una controversa replica da parte di Neil Druckmann.

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