Da troppe settimane le truppe russe hanno attaccato l’Ucraina dalla Bielorussia e dalla Crimea, scatenando un conflitto che purtroppo ha toccato anche il mercato dei videogiochi.
S.T.A.L.K.E.R. 2, ad esempio, non avrà troppe speranze di uscire a breve finché la situazione - e la sopravvivenza degli stessi sviluppatori - non si metterà per il meglio.
Lo stesso governo ucraino, a inizio conflitto, ha fatto esplicita richiesta a PlayStation e Xbox di “bloccare” i giocatori russi dai loro servizi di punta, cosa poi accaduta.
Ora, come riportato da Kotaku, un museo dedicato ai videogiochi del passato è stato distrutto in Ucraina a seguito di un bombardamento russo.
Un grande museo privato dedicato ai computer e ai videogiochi retrò è stato distrutto all'inizio di questa settimana in Ucraina a causa della terribile invasione del paese da parte della Russia.
Mentre la distruzione di un museo non è ovviamente affatto paragonabile alle migliaia di morti e feriti, si tratta comunque di un grave attacco, dato che oltre 500 pezzi di storia del videogioco sono stati distrutti.
Il museo, situato a Mariupol, era gestito da Dmitry Cherepanov. La notizia della sua distruzione è stata confermata dall'account Twitter dell'Ukrainian Software and Computer Museum.
Secondo quanto riferito, il proprietario Cherepanov è salvo (ed è quello che conta veramente, in questo caso).
It has been reported that the Mariupol Computer Museum in Ukraine, a privately owned collection of over 500 items of retro computing, consoles and technology from the 1950s to the early 2000s, a collection nearly 20 years in the making, has been destroyed by a bomb. pic.twitter.com/7xKi3yYjth
— Lord Arse! (at Bluesky 🦋 now) (@Lord_Arse) March 23, 2022
Cherepanov ha anche spiegato su Facebook che non solo ha perso il suo amato museo, ma purtroppo anche la sua abitazione.
«Questo è tutto, il museo del computer di Mariupol non c'è più», ha scritto Cherapanov sulla pagina Facebook del club it8bit.
«Tutto ciò che è rimasto della mia collezione che ho raccolto per 15 anni sono solo frammenti di ricordi sulla pagina [Facebook], il sito web e la stazione radio del museo».
Inutile dire che la redazione di SpazioGames nella sua interezza è vicina a Cherepanov e a tutte le altre vittime del conflitto, sperando che la crisi rientri al più presto.
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