Sappiamo molto bene che Nintendo e The Pokémon Company hanno una tolleranza zero per qualunque tipo di modifiche illegali dei propri giochi, prendendo di mira chiunque cerchi di trarre profitto dalle proprie proprietà intellettuali.
In queste ore sta facendo particolarmente scalpore proprio uno di questi casi: come riportato da NHK News (tradotto da Automaton e ripreso da VGC), un hacker giapponese è stato addirittura arrestato per aver creato una sorta di "impero" dalla vendita di Pokémon modificati.
L'hacker in questione accettava ordini sui Pokémon più difficili e rari da catturare ed allenare in Pokémon Scarlatto e Violetto (li trovate su Amazon), offrendoli presumibilmente ai giocatori intenzionati a partecipare in gameplay competitivi in cambio di ricche somme di denaro.
Grazie ad alcuni strumenti speciali, sembra che l'hacker riuscisse a modificare abilità e statistiche dei Pokémon, rivendendoli anche a cifre che potevano arrivare fino a circa 85 dollari in base alla loro rarità, ma proponendo anche pacchetti speciali più economici per squadre intere.
Un vero e proprio business che gli avrebbe permesso di guadagnare alcuni milioni di Yen in appena 4 mesi, corrispondenti a qualche decina di migliaia di dollari.
Sfortunatamente per lui, in Giappone la pratica di modificare file di salvataggi e distribuirli, soprattutto a pagamento, è illegale e adesso l'hacker rischia di finire in carcere con una pena fino a 5 anni di reclusione, oppure di pagare una multa fino a 32mila dollari. O addirittura entrambe le cose, in base a come sarà giudicato il suo caso.
Come Nintendo e la stessa The Pokémon Company hanno dimostrato in più di un'occasione, è quando si comincia a chiedere soldi per questo tipo di operazioni che i loro team legali non sembrano voler lasciare scampo a nessuno: un errore che questo "imprenditore" rischia di pagare sulla propria pelle.
Vedremo come si evolverà la vicenda: nel frattempo, consigliamo massima cautela a chiunque di voi, per qualunque motivo, sia alla ricerca di Pokémon modificati.
Che The Pokémon Company non sia esattamente un'azienda pronta a perdonare gli errori non lo stiamo scoprendo certamente adesso: basti pensare che di recente ha fatto chiudere perfino un intero sito, oltre ad aver deciso di buttare giù perfino video particolarmente vecchi.
Ma anche la stessa Nintendo è particolarmente attiva dal lato legale: in questi giorni ha preso di mira in particolar modo gli emulatori Switch, facendo anche chiudere diversi server su Discord.