Dopo la questione sollevata in merito a Rockstar con il suo Red Dead Redemption 2, il tema del crunch è tornato più d’attualità che mai, si tra gli sviluppatori che tra la critica specializzata in videogiochi.
Come vi riferimmo sulle nostre pagine, le parole poi rivelatisi erronee di Rockstar hanno portato a numerose testimonianze da parte degli sviluppatori dei diversi team di Rockstar, che hanno evidenziato (e non è solo un caso relativo a Rockstar, c’è da precisare) orari a cui è difficile sottostare senza rischiare di compromettere la propria salute – con, in alcuni casi, ore extra non retribuite e in qualche modo “pretese”, anche se velatamente, dai propri responsabili.
Dopo il polverone che si era sollevato, diversi sviluppatori avevano segnalato che Rockstar aveva voluto fare chiarezza, precisando così che non avrebbe mai voluto costringere nessun dipendente – e che non lo farà in futuro – a trattenersi oltre gli orari canonici.
In qualsiasi caso, la questione è finita abbastanza sotto i riflettori da attirare le attenzioni di un sindacato in Gran Bretagna (sede dello studio QA da cui arrivarono molte testimonianze), che ha deciso di attivarsi per tutelare gli sviluppatori.
Contro il crunch
Il sindacato appena nato, battezzato Game Workers Unite e divisione dell’Indipendent Workers Union of Great Britain, si è imposto di raggiungere diversi obiettivi: prima di tutto, limitare il fenomeno del crunch, molto presente. Inoltre, intende lottare contro i problemi di cultura omofoba e sessista in diversi casi denunciati dai membri del team di sviluppo.
L’intento è quello di evitare orari fuori da ogni logica per la salute – ancora di più, per i team come Rockstar Lincoln che si occupano di QA – tenendo d’occhio il monte ore dei dipendenti. Inoltre, si lavorerà su una maggiore inclusione, per una diversità dei lavoratori che possa anche, a piccoli passi, arginare i fenomeni discriminatori basati sull’orientamento sessuale o sul genere.
Il primo incontro del sindacato è fissato per il 16 dicembre. Attendiamo di scoprire se le sue lotte riusciranno a creare un ambiente di lavoro migliore per gli sviluppatori che, al meglio delle loro condizioni, potranno non solo vivere più in salute, ma anche creare videogiochi migliori.
Fonte: Eurogamer.net