Fin da quando, lo scorso anno, aveva completato l'acquisizione di Twitter, Elon Musk aveva annunciato che avrebbe rimosso la spunta blu di verifica che la piattaforma concedeva a giornalisti, celebrità o brand per certificare che quella fosse la loro presenza autentica sul social network.
Il segno di spunta, utilizzato quindi come vera e propria verifica, è stato invece traslato nella base di quanto offerto ora dall'abbonamento Twitter Blue, con il progetto di Musk che è arrivato a compimento lo scorso 20 aprile – come vi abbiamo raccontato sul nostro sito gemello Tom's Hardware.
Così, da qualche giorno più o meno mezzo milione di account verificati (compreso quello della nostra testata, ndr) sono stati privati della spunta. E alcuni membri dell'industria dei videogiochi non l'hanno presa benissimo, decidendo di buttarla quantomeno sul ridere e sullo sfottò.
Appena dopo la rimozione del suo segno di verifica, Sam Barlow (Immortality, Her Story) ha scherzato scrivendo sul suo profilo «non sono Sam Barlow», a cui ha fatto seguito un «o forse lo sono?».
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Anche l'account ufficiale di Cult of the Lamb, sempre attivo con siparietti divertenti sui social network, ha salutato la sua spunta blu, realizzando perfino un video per l'occasione che... beh, non vogliamo certo spoilerarvi.
«La nostra spunta di verifica è stata sacrificata, oggi» si legge nel cinguettio.
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Anche Rami Ismail, noto autore di videogiochi, non le ha mandate a dire, notando che ora la tab per le notifiche da account verificati non funziona più – perché molti la stavano usando per bloccare tutti quelli che stanno pagando per la spunta.
Nelle parole di Ismail:
«La tab per i verificati non funziona più, immagino perché troppe persone la stava usando come lista per il blocco.
È doloroso vedere Twitter crollare in questo modo, ma è anche divertentissimo vedere l'incompetenza assoluta della sua leadership».
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A gettare ancora più confusione in un social dove, qualche tempo fa, qualcuno aveva fatto esibire un dito medio a Mario con tanto di spunta blu, c'è il fatto che ora le organizzazioni possono ottenere invece una spunta gialla di verifica – che costa però $1.000 mensili.
Nel rimuovere le spunte blu, nelle scorse ore deve esserci stato qualche inciampo tecnico, perché alcuni hanno visto comparire delle spunte gialle, poi rimosse. Come nel caso dell'account ufficiale di Valheim.
«È stato bello, piccolo segno di spunta, il tempo trascorso insieme è stato bello. Che ci si incontri di nuovo nel Valhalla» hanno scritto gli autori del gioco, con tanto di screenshot di omaggio alla spunta dorata.
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Discorso simile per la nota rivista online Kotaku, che ha realizzato un meme in cui definisce «senza alcun valore» la spunta dorata che gli era stata data e che è stata poi rimossa.
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A rincarare la dose c'è anche Devolver Digital, che con la sua spunta mette le mani avanti: «prima che lo domandiate, abbiamo pagato oltre $700.000 per questa spunta dorata. Ammiratene la gloria».
Quando un fan gli ha detto che dovranno rinunciare alla spunta dorata, per essere considerati «uno di noi», Devolver ha rincarato la dose nel suo ineguagliabile stile: «siamo migliori di te, non vedi la spunta dorata?».
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Insomma, anche il mondo dei videogiochi non è rimasto immune davanti alla grande confusione che si sta creando su Twitter, con il passaggio delle spunte da un segno di verifica – che richiedeva anche la presentazione di documenti di identità – a uno che certifica il pagamento di un abbonamento mensile.
Alcune personalità dell'industria, come Phil Spencer di Xbox o Hideo Kojima, hanno comunque un profilo con spunta blu data dal fatto di essere dipendenti di compagnie a loro volta dotate di spunta dorata.
E, sì, se vi è venuto mal di testa, avete la nostra solidarietà.