THQ, Jason Rubin spiega il perché del fallimento

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

L’ormai ex boss di THQ, Jason Rubin, unitosi alla compagnia a maggio 2012 nel tentativo di risollevarne le sorti, ha parlato oggi di quelle che egli ritiene essere le motivazioni che la hanno fatta colare a picco, portandola fino alla bancarotta e alla messa all’asta.“Ritengo non sia corretto associare l’imbarazzante situazione di THQ ai cambi generali che si stanno verificando nell’industria” ha esordito Rubin, non usando mezzi termini. “Tutti i publisher da tripla A si sono trovati sotto pressione, ma THQ avrebbe avuto tutte le possibilità di sopravvivere, se non avesse commesso errori enormi.”“Quali errori?”, vi starete chiedendo. Rubin riporta alcuni esempi: “le incredibile perdite legate al progetto uDraw esordisce. “La mole enorme di capitali sprecati per investire su un MMO mai pubblicato e poi cancellato. Il continuare ad intestardirsi a lavorare su titoli per bambini e casual, dopo che il mercato mobile e dei tablet ha ucciso quel business. O titoli brutti, in ritardo o comunque inferiori come Homefront, e più generalmente l’approccio inefficiente e a casaccio nel fare gli affari.”“Credo che la fortuna abbia un ruolo importante nel successo o nel fallimento, ma le decisioni e la gestione di THQ sono state il maggior motivo del suo fallimento. Dire che si è trattato principalmente di sfortuna sarebbe una scusa. Homefront avrebbe potuto vendere 10 milioni di copie? Forse sì, ma sicuramente non senza una produzione migliore.”“Oltretutto, è difficile attribuire una cosa come un MMO cancellato alla sfortuna. Quella è stata semplicemente una pessima decisione, in un mare di pessime decisioni” ha concluso Rubin.

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