L'universo post-apocalittico di The Last of Us si prepara a tornare sugli schermi con una seconda stagione che promette di alzare drasticamente la posta in gioco.
In arrivo il prossimo mese, la seconda stagione si collocherà temporalmente cinque anni dopo gli eventi narrati nel primo capitolo (il secondo sotto forma di videogioco lo trovate su Amazon), portando con sé relazioni compromesse e tensioni crescenti in un mondo già devastato dal fungo Cordyceps.
Sebbene i rapporti tra i personaggi siano centrali nella narrazione, Craig Mazin, showrunner della serie, ha assicurato che i mostri non verranno relegati in secondo piano.
La seconda stagione mostrerà infatti un numero maggiore di infetti Cordyceps, inclusi i temibili stalker, varianti particolarmente sinistre che hanno terrorizzato i giocatori nel videogioco originale.
Mentre gli infetti comuni si trasformano in portatori inconsapevoli del fungo, gli stalker rappresentano una minaccia più evoluta e strategica.
Neil Druckmann, creatore di The Last of Us, ha rivelato che questa variante «può fare cose che non abbiamo mai visto fare a nessun altro infetto» all'interno dello show, suggerendo innovazioni horror che potrebbero sorprendere anche i fan del videogioco.
Pur mantenendo elementi fedeli al materiale originale, come le spore aeree di Cordyceps, la nuova stagione non sarà una riproduzione esatta del videogioco.
Gli sceneggiatori hanno optato per un approccio che rispetta l'essenza dell'opera ma si concede libertà narrative necessarie per il formato televisivo, una scelta che potrebbe dividere la fanbase tra puristi e sostenitori dell'interpretazione cinematografica.
La seconda stagione si preannuncia così non solo come un'estensione della storia, ma come un tassello fondamentale nell'architettura complessiva di questo mondo post-apocalittico che continua ad affascinare milioni di spettatori e giocatori.
Dopotutto, considerando lo strepitoso successo del trailer della seconda stagione rilasciato solo pochi giorni fa, le premesse per una nuova serie amata da critica e pubblico ci sono tutte.
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