La saga di The Last of Us continua a tenere con il fiato sospeso milioni di fan in tutto il mondo, divisi tra chi attende con impazienza la seconda stagione della serie HBO e chi spera nell'annuncio di un terzo capitolo targato Naughty Dog.
Nonostante il clamoroso successo commerciale e di critica dei primi due giochi (che trovate su Amazon) e dell'adattamento televisivo, il futuro della saga rimane avvolto nel mistero.
Neil Druckmann, figura di spicco di Naughty Dog, ha recentemente offerto alcune riflessioni che lasciano aperta la porta a nuove possibilità, pur senza fornire conferme concrete su The Last of Us: Part 3.
In una recente intervista a ComicBook, Druckmann ha sottolineato come le sue attuali priorità siano divise tra la supervisione della serie televisiva - appena rinnovata per una terza stagione - e lo sviluppo di Intergalactic: The Heretic Prophet, nuovo progetto che sta dirigendo personalmente.
Neil Druckmann confirms that Intergalactic is currently a focus at Naughty Dog and says The Last of Us: Part III is not in development, as they feel Part II has a definitive ending
— Naughty Dog Central (@NaughtyNDC) April 9, 2025
Our thoughts: “He’s lying Dutch” 😅 pic.twitter.com/sUm6krYZ71
«In Naughty Dog stiamo lavorando a Intergalactic: The Heretic Prophet, un progetto che ci impegna da molti anni e che sta assorbendo tutto il nostro tempo», ha dichiarato il dev, aggiungendo una riflessione significativa sul suo approccio al lavoro:
«Sto trattando questi progetti come se fossero l'ultima cosa su cui lavorerò. La mia ipotesi è che non ci sarà altro dopo. Però, se le stelle si allineeranno e tutto andasse al posto giusto, chi può dirlo?»
L'approccio di Druckmann alla narrazione rivela molto sulla filosofia creativa che ha guidato l'evoluzione della saga. Il primo The Last of Us fu concepito con un "finale definitivo", proprio perché non c'era certezza di poter realizzare un seguito.
Il notevole successo commerciale e l'accoglienza entusiastica dei fan hanno poi aperto la strada a The Last of Us: Part II, ma senza alcuna imposizione da parte di Sony, che ha sempre garantito ampia libertà creativa allo studio.
«Non eravamo obbligati a realizzare il sequel», ha precisato Druckmann, «ma avevamo un'idea per cui provavamo passione. Era un'idea sufficientemente valida da dedicarci anni di lavoro. Abbiamo sviluppato la storia e abbiamo sentito che 'Ok, quella storia ha compiuto un ciclo completo. Un finale definitivo per quel momento specifico'».
Questa riflessione suggerisce che per Naughty Dog, ogni nuovo capitolo deve nascere da una necessità narrativa autentica, non da semplici calcoli commerciali.
Nel frattempo, i fan potranno consolarsi con la seconda stagione della serie HBO, il cui debutto è fissato per il 14 aprile da noi. La qualità dell'adattamento televisivo, che ha già ottenuto il rinnovo per una terza stagione, dimostra come l'universo narrativo creato da Druckmann e colleghi possa prosperare ancora.
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