Dopo quasi 10 anni dal lancio di The Last of Us, il videogioco di Naughty Dog è diventato ancora una volta di estrema attualità grazie al successo della serie TV di HBO, che ha appena concluso la prima stagione ufficiale.
Nel capolavoro di Naughty Dog (trovate il remake The Last of Us Part I su Amazon) i protagonisti dovranno fare i conti con un mondo post-apocalittico cambiato per sempre dall'infezione causata dal fungo Cordyceps, ormai in grado di attaccare anche gli esseri umani.
Considerando l'incredibile successo di questa idea, può sembrare incredibile pensare che nelle fasi iniziali non solo l'infezione avrebbe potuto essere molto diversa, ma che è stata anche oggetto di diverse critiche anche da parte degli stessi sviluppatori di Naughty Dog.
Inverse ha infatti ripescato un'interessante intervista rilasciata da Neil Druckmann a The Verge proprio nel 2013, a pochi giorni di distanza dal lancio ufficiale, in cui ammetteva che l'idea iniziale per l'infezione era «misogina» e ben diversa dalla versione finale vista nei videogiochi e nella serie TV.
Uno dei prototipi iniziali di The Last of Us — chiamato inizialmente con il nome in codice "Mankind" — aveva già ideato l'infezione da Cordyceps in modo simile a quanto visto nel videogioco, con un'unica differenza: il fungo prendeva di mira soltanto le donne.
Prevedibilmente, l'idea è stata quasi immediatamente bocciata soprattutto in seguito alle proteste delle stesse sviluppatrici di Naughty Dog dato che, come ammesso dallo stesso Druckmann, «era un'idea misogina».
Altre idee iniziali scartate riguardavano la natura stessa dei protagonisti: in una versione avremmo visto un poliziotto pronto a proteggere una ragazzina, che sarebbe diventata lei stessa una protettrice non appena si sarebbero manifestati i suoi problemi di cuore, mentre in un altro prototipo la protagonista femminile avrebbe potuto comunicare con noi solo utilizzando la lingua dei segni.
Sebbene l'idea del fungo "misogino" sia stata inevitabilmente scartata, Inverse suggerisce che proprio questi prototipi finali potrebbero essere stati riutilizzati nello show, manifestandosi negli occasionali attacchi di panico di Joel e con l'utilizzo della lingua dei segni da parte di Sam.
Le rivelazioni di Neil Druckmann sono la dimostrazione che le fasi di sviluppo non sono mai così immediate, ma che è necessario del tempo per trovare l'idea giusta per trasformare un progetto in un grande successo. La stessa cosa è accaduta perfino con la stessa serie TV, che è stata ad un passo dal diventare addirittura una serie animata.
Passando invece ad interviste molto più recenti, il director ha già confermato che Naughty Dog è già al lavoro su un nuovo videogioco per PS5, rimanendo però molto elusivo sulla possibilità che possa essere The Last of Us Part III. Tuttavia, nonostante le sue dichiarazioni, molti fan hanno già scelto di credere che sarà proprio questo il nuovo progetto attualmente in sviluppo.