The Last of Us II su PC avrà il più grande difetto di God of War Ragnarok, ovviamente

Sony ha confermato il PSN obbligatorio anche per The Last of Us Part II Remastered su PC, proprio come God of War Ragnarok e tutti gli ultimi porting.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Con sorpresa di praticamente nessuno, anche The Last of Us Part II Remastered su PC includerà una feature che non piace ai giocatori e che limiterà inutilmente la base d'utenti attiva e le vendite complessive.

Ci riferiamo, naturalmente, all'obbligo di utilizzare un account PSN per poter giocare il capolavoro di Naughty Dog su computer: non solo si costringe gli utenti ad utilizzare un DRM aggiuntivo assolutamente non necessario, dato che si tratta di un titolo single-player, ma la sola presenza di questo servizio significa che non potrà essere acquistato in molti paesi del mondo.

Eurogamer.net ci ricorda infatti che il PlayStation Network non è disponibile in 117 regioni: in altre parole, chi avrà la sfortuna di abitare in uno di questi paesi non potrà acquistare il gioco.

La conferma arriva direttamente dalla pagina Steam ufficiale del gioco, che sottolinea come un account PlayStation sia necessario per poter avviare The Last of Us Part II Remastered.

Sony aveva già ammesso negli scorsi mesi di non avere alcuna intenzione di rinunciare a questo obbligo, giustificando il tutto come una scelta dovuta al voler creare «ambienti sicuri».

Peccato che The Last of Us Part II Remastered non sia un live-service e presenti unicamente contenuti single-player, senza particolari novità rispetto alla versione PS5 (che trovate su Amazon), cosa che renderebbe di fatto non necessaria questa protezione aggiuntiva.

Un problema che era già stato sollevato per God of War Ragnarok — che aveva portato perfino alla creazione di mod dedicate — e più recentemente per Horizon Zero Dawn Remastered, con vendite in entrambi i casi deludenti rispetto alle aspettative proprio per colpa di questo inspiegabile requisito.

Ma evidentemente Sony ha deciso di "puntare i piedi" e continuare a imporre questo requisito, che agli utenti piaccia oppure no. E non appare particolarmente interessata a vendere i suoi prodotti nei paesi non coperti dal servizio.

Staremo a vedere se questa "strategia" porterà i suoi frutti: nel frattempo, ricordiamo che ad aprile 2025 vedremo in TV anche la seconda stagione di The Last of Us.

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