La saga di The Day Before, videogioco che è da sempre vissuto nel labile equilibrio di essere un clone di moltissimi videogiochi tra cui The Last of Us, finisce definitivamente con l'annuncio della chiusura del team di sviluppo Fntastic.
Con alcune suggestioni anche da The Division, il cui secondo capitolo trovate su Amazon, The Day Before per anni ha lasciato intendere di essere un videogioco ben diverso da quello che era in realtà.
Il titolo è stato rinviato per altro tantissime volte, al punto che è sorto il dubbio generalizzato che The Day Before potesse essere un videogioco del tutto inesistente.
Ma il 7 dicembre scorso il titolo è uscito finalmente in accesso anticipato, dando ai giocatori la possibilità di scoprire se la produzione Fntastic fosse davvero quel progetto interessante che è stato sempre raccontato negli anni.
A giudicare dal massacro ricevuto su Steam non è così, perché The Day Before è stato giudicato in maniera molto aspra dai videogiocatori che hanno avuto la possibilità di mettere le mani sul titolo.
La surreale storia di The Day Before finisce in un modo solo parzialmente imprevedibile perché, poco fa, Fntastic ha annunciato la chiusura dello studio in una nota pubblicata sui social network.
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«The Day Before ha fallito finanziariamente», svela lo sviluppatore confermando che il team non ha i fondi per continuare a lavorare e sostenere il progetto.
Fntastic dichiara che tutto il reddito ricevuto verrà utilizzato per saldare i debiti ai partner, lasciando The Day Before e i giocatori ad un triste destino:
«Volevamo davvero rilasciare nuove patch per rivelare tutto il potenziale del gioco, ma sfortunatamente non abbiamo i fondi per continuare il lavoro.»
È inevitabile pensare, anche solo per un attimo, che questa sia stata una manovra da prendi-i-soldi-e-scappa, visto che è passata meno di una settimana dalla release di The Day Before.
Per questo lo sviluppatore mette i puntini sulle i:
«È importante notare che non abbiamo preso soldi dal pubblico durante lo sviluppo di The Day Before; non ci sono stati preordini di campagne di crowdfunding. Abbiamo lavorato instancabilmente per cinque anni, versando sangue, sudore e lacrime nel gioco.»
I server del gioco rimarrano operativi ma il futuro del gioco è incerto e, questa volta lo diciamo noi, probabilmente inesistente.
«Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere, ma fortunatamente abbiamo calcolato male le nostre capacità», chiude laconicamente il comunicato, sottolineando quanto fare videogiochi sia "un’impresa incredibilmente impegnativa".
Che dire se non che, tra una riga e l'altra nel corso degli ultimi mesi, forse qualcuno aveva previsto un esito del genere.