La notizia ha inizialmente lasciato di sasso: Tencent, il colosso cinese del gaming, è stato inserito nella blacklist del governo degli Stati Uniti per presunti legami con l'esercito cinese.
La lista nera, introdotta con un ordine esecutivo nel 2020, vieta alle aziende statunitensi di investire in realtà considerate vicine alle forze armate cinesi.
Sebbene non comporti sanzioni dirette, questa designazione rappresenta un forte deterrente per le imprese americane, scoraggiate dall’intraprendere rapporti commerciali con i membri della lista, come riportato anche da VGC.
L’effetto sui mercati non si è fatto attendere: le azioni di Tencent hanno registrato un calo del 7% subito dopo l’annuncio.
La cosa non sorprende: Tencent non è solo il più grande player mondiale nel settore del gaming, ma è anche una potenza finanziaria con oltre 800 investimenti all’attivo.
Tra i più noti Epic Games, di cui Tencent è azionista di minoranza con circa il 29% delle azioni completamente diluite, oltre ad avere quote in Activision Blizzard, Ubisoft (di cui trovate i giochi su Amazon), e altre grandi aziende del settore.
L’inclusione di Tencent nella blacklist potrebbe generare incertezze nei suoi numerosi partner occidentali.
Intervistato da The Verge, Danny Marti, portavoce di Tencent, ha ribadito la posizione dell’azienda:
«Non siamo un'azienda militare né un fornitore per l’esercito. Questa designazione non ha alcun impatto sulle nostre attività, ma lavoreremo comunque con il Dipartimento della Difesa per risolvere eventuali fraintendimenti.»
Oltre a Tencent, la lista include anche CATL, un produttore di batterie che rifornisce diverse aziende nel settore automobilistico.
La mossa del governo americano intensifica le tensioni economiche tra Stati Uniti e Cina, in un periodo già segnato da guerre commerciali e restrizioni tecnologiche.
Per Tencent, il colosso del gaming, questa potrebbe essere solo l’inizio di una lunga battaglia legale e diplomatica.
Questo, mentre l'affare Tencent-Ubisoft continua il suo lento percorso, con le parti in causa che starebbero decidendo il da farsi, famiglia Guillemot inclusa.