Tears of the Kingdom sarà come Death Stranding, per una cosa in particolare

A poche ore dall'uscita di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, il team parla delle tematiche del gioco che somiglieranno a Death Stranding.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom sta per arrivare e svelerà i suoi segreti, tra i quali ce n'è uno che sarà molto simile a Death Stranding.

Il discusso titolo di Hideo Kojima, che trovate su Amazon, inaugurò l'auto-dichiarato genere degli strand game, ovvero videogiochi in cui la connessione tra giocatori non è solo legata al gameplay ma anche alla narrativa.

Tema che tornerà senz'altro in Death Stranding 2, con una trama che promette già di essere impegnativa visto che è stata scritta addirittura con un'attrice in mente.

Produzione di cui sappiamo poco e sostanzialmente niente, se non il primo trailer pubblicato qualche tempo fa, ma i lavori stanno procedendo comunque bene, potete stare tranquilli.

Ma cosa c'entra Death Stranding con The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom? Non molto, ma c'è un dettaglio interessante che il team di Nintendo ha condiviso di recente che accomuna idealmente le due produzioni.

Come riporta IGN US, nell'attesissimo sequel di Breath of the Wild ci sarà una tematica importante che farà da filo conduttore: le mani.

Eiji Aonuma e il director Hidemaro Fujibayashi lo hanno spiegato di recente in una intervista.

Fujibayashi spiega che i titoli della serie di The Legend of Zelda intrecciano tutti gli elementi del gameplay, della meccanica e della storia e li combinano tutti in un unico gioco. Per questo titolo, afferma, «abbiamo scelto le mani come tema chiave per unirle tutte».

Link avrà infatti un nuovo braccio dal quale scaturiranno tutti i suoi poteri, tra cui l'Ultramano per l'appunto. In vari trailer abbiamo visto anche dei personaggi prendersi per mano, e questo sarà uno dei temi filosofici del gioco.

Il technical director Takuhiro Dohta lo spiega bene:

«Il gioco precedente era un gioco relativamente solitario, o meglio un gioco di resistenza in cui sfruttavi il corpo e la forza di Link da solo per attraversare il vasto mondo. Ciò che è unico questa volta è unire le mani e cooperare con vari personaggi e, a volte, creare oggetti con le mani di Link e utilizzarli man mano che avanzi.»

Eiji Aounuma aggiunge che le mani esprimono anche l'idea di "connessione", e lo faranno per tutto il gioco:

«Questo vale anche per la storia, che si collega al passato di Hyrule. Parla anche di una grande battaglia chiamata "La Guerra dell'Esilio", che fino ad ora era considerata un mito anche a Hyrule.»

A maggior ragione, quindi, stavolta il nome del protagonista ha un senso, visto che Link come avatar dei giocatori che si collegano al mondo è sempre più importante.

Lo era anche in Breath of the Wild, ma vi ricordate la sua storia? Se vi manca qualcosa ecco il riassuntone. Ma, in ogni caso, non preoccupatevi perché non è obbligatorio giocare il titolo precedente per godersi Tears of the Kingdom.

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