Sviluppatore di Baldur's Gate 3 attacca Ubisoft: «Strategia fallimentare» per Prince of Persia

Lo smantellamento del team di Prince of Persia: The Lost Crown non è andato giù al director of publishing di Larian, che attacca Ubisoft per la gestione.

Immagine di Sviluppatore di Baldur's Gate 3 attacca Ubisoft: «Strategia fallimentare» per Prince of Persia
Avatar

a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Che Ubisoft non stia passando un periodo sereno non è certamente una sorpresa, se avete letto con attenzione le nostre pagine, ma la notizia delle scorse ore non poteva che lasciare l'amaro in bocca a tutti i fan di Prince of Persia.

Il publisher ha infatti confermato di aver smantellato il team che ha sviluppato The Lost Crown: l'eccellente metroidvania non avrebbe purtroppo soddisfatto le aspettative di vendita, spingendo la compagnia a riassegnare gli sviluppatori su vari progetti.

Gli autori di Prince of Persia The Lost Crown (che trovate su Amazon) avrebbero anche provato a convincere Ubisoft a supportare ancora il tutto con un sequel, purtroppo rifiutato a causa delle già citate scarse vendite.

Il Director of Publishing di Larian Studios, che aveva già apprezzato il coraggio di investire in un prodotto più di nicchia, non ha però gradito il trattamento riservato agli autori — e non è il solo, ndr — spiegando che la colpa del presunto flop sarebbe unicamente del publisher.

Secondo Michael Douse, non ha infatti affatto aiutato le vendite del titolo la scelta di escludere Steam dalle piattaforme di vendita su PC, obbligando gli utenti a passare da Ubisoft Connect.

I giocatori PC hanno dimostrato di essere particolarmente fedeli allo store di casa Valve e, trattandosi di un prodotto destinato a un pubblico meno importante di quello che potrebbe essere un Assassin's Creed o un Far Cry, non sarebbe stata la scelta giusta correre tale rischio.

«L'ultimo gioco degno di nota sulla loro piattaforma è stato Far Cry 6 nel 2021. The Crew, [Assassin's Creed] Mirage e Avatar sono usciti nel 2023 e non hanno venduto bene, quindi possiamo immaginare che le iscrizioni fossero in una fase di stallo quando Prince of Persia è stato lanciato nel 2024.

Se fosse stato rilasciato su Steam, non solo sarebbe stato un successo di mercato, ma probabilmente avrebbe ricevuto perfino un sequel perché ha un team forte. È una strategia davvero fallimentare.

La cosa più difficile è realizzare un gioco con una valutazione 85+ — è molto, molto più facile rilasciarne uno. Ma non avrebbe dovuto essere fatto in questo modo».

E se a dirlo è il Director of Publishing di uno dei più grandi successi dello scorso anno, ovvero Baldur's Gate 3, probabilmente le sue parole meritano un po' di credito.

Michael Douse aggiunge anche una frecciata in riferimento ad alcune recenti dichiarazioni di Ubisoft: se i giocatori devono abituarsi a «non possedere i loro giochi», allora gli sviluppatori «devono abituarsi a non avere più un lavoro se fanno giochi acclamati dalla critica».

Sinceramente chi vi scrive non se la sente di dargli affatto torto: la strategia di Prince of Persia The Lost Crown è apparsa fin da subito confusa, da un primo trailer che aveva creato pessime impressioni iniziali fino alla gestione delle demo gratuite, rimosse dopo mesi senza un reale perché.

La decisione di non renderlo disponibile su Steam è stata, insomma, l'ennesimo autogol che ha tagliato le gambe a quella che è stata una piccola perla di questo 2024, come vi raccontammo nella nostra recensione dedicata.

Leggi altri articoli