L’Anti-Defamation League (ADL) ha recentemente pubblicato un rapporto che mette in luce un problema enorme e inquietante: la diffusione di contenuti estremisti e d’odio sulla piattaforma Steam di Valve.
Secondo quanto riportato, si parla di milioni di esempi di simboli nazisti, messaggi di sostegno a organizzazioni terroristiche e altre rappresentazioni cariche di odio nei confronti di diverse comunità.
Una vera e propria voragine nel sistema di moderazione che, per la ADL, sta "normalizzando" l’estremismo all'interno della community di gioco, come riportato anche da The Gamer.
Non è la prima volta che Valve viene chiamata in causa dall’ADL. Già nel 2020 l’organizzazione aveva rivelato una situazione simile, sebbene con meno dettagli e dati rispetto a quest’ultimo documento.
Stavolta, però, il quadro tracciato è davvero pesante. Nel dettaglio, il Centro contro l’Estremismo della ADL ha riscontrato circa 1,83 milioni di contenuti con messaggi estremisti e d’odio, tra cui simboli come la "sonnenrad" e altri richiami espliciti all'antisemitismo e alla supremazia bianca, “copypasta” modellati in svastiche e caricature grottesche.
Non proprio il miglior biglietto da visita per una piattaforma che si presenta come uno spazio “social” per i gamer.
Ma cosa rischia Valve? La ADL ha avanzato delle raccomandazioni ben precise: una politica di tolleranza zero verso i messaggi d’odio, una revisione dei processi di moderazione e un impegno attivo a collaborare con associazioni civili.
Per Valve, probabilmente, una scomoda chiamata alle armi: prendere posizione oppure veder esplodere la questione pubblicamente, in un settore già sotto scrutinio per i frequenti episodi di tossicità.
In un contesto dove il gaming online è già frequentemente accusato di favorire dinamiche tossiche e di discriminazione, il report dell’ADL su Steam è l'ennesimo tassello di un puzzle preoccupante.
Toccherà a Valve decidere se trasformare questa critica in un’opportunità per ripulire una community che, se lasciata a se stessa, rischia di trasformarsi in un megafono di odio senza limiti.
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