Spencer ripensa al passato: «ho preso alcune delle peggiori decisioni nel gaming»

Phil Spencer, durante un panel al PAX, ha rievocato alcune sue decisioni passate – come quella su Destiny – definendole tra le peggiori di sempre.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Phil Spencer è senz'altro uno dei dirigenti più noti del mondo dei videogiochi, essendo ormai da diverso tempo alla guida di Microsoft Gaming e, di conseguenza, del mondo Xbox.

E se di recente sappiamo che la compagnia ha affrontato dei bivi decisamente infelici – uno su tutti, il destino di Tango Gameworks, oggi in mano a Krafton, e il colpo di spugna su Arkane Austin – secondo Spencer in passato ci sono state delle decisioni, tramutatesi in occasioni mancate, che ritiene essere tra le peggiori mai prese nel gaming.

Intervenendo durante un panel nel corso del PAX, il dirigente ha ricordato come in alcuni momenti ha fatto semplicemente la scelta sbagliata, prendendo «alcune delle peggiori decisioni» che gli vengano in mente, come quella di non aver scelto né Guitar Hero né Destiny come esclusive per Xbox.

In merito a Guitar Hero, Spencer ha ricordato:

«È arrivato a Redmond questo team e Alex [Rigopoulos, fondatore di Harmonix, ndr] mi ha presentato questo gioco dove praticamente avrebbero creato delle chitarre di plastica da collegare alle console, per poi vendere le canzoni da suonare su questa chitarra.

E io mi dico 'ma fate sul serio? Pensiamo che una cosa del genere possa funzionare?'».

Così, non persuaso dall'idea di Guitar Hero, decise di non firmare per portarlo su Xbox. E sappiamo che Guitar Hero divenne poi un grande successo a cavallo degli anni Dieci del Duemila.

Anche con Destiny è successo qualcosa del genere, perché «non mi aveva colpito particolarmente» ha raccontato Spencer, parlando delle sue impressioni dopo le prime prove preview su Xbox. «Io non sono un grande giocatore PvP ed ero un po' preoccupato che mi avrebbe trascinato nel mondo PvP. È venuto fuori che non era affatto così...».

Insomma, a volte bastano davvero un momento di superficialità e un'alzata di spalle – come nel caso palese di Spencer con Destiny e la sua idea di cosa il gioco fosse – per vedere un treno schizzare via e diventare un successo senza di te.

La speranza è ovviamente che tutti questi anni di esperienza e di decisioni, corrette o no, possano aver portato il dirigente di Microsoft Gaming a maturare nuove consapevolezze, che possano dare un futuro migliore a Xbox, ai suoi giocatori e soprattutto agli sviluppatori che la rendono possibile.

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