Sony Interactive Entertainment mira a espandere i suoi marchi PlayStation oltre il settore dei videogiochi, puntando all'industria dell'intrattenimento più ampia.
Hermen Hulst, capo di SIE, ha dichiarato a BBC (via PlayStation Lifestyle) che l'azienda intende sfruttare la sua posizione unica all'interno del Gruppo Sony, collaborando con divisioni come Sony Pictures e PlayStation Productions.
Questa strategia si inserisce in un trend più ampio di adattamento dei videogiochi per il grande e piccolo schermo.
Sony ha già ottenuto successi con la serie HBO di The Last of Us (che trovate su Amazon) e il film Uncharted, entrambi ben accolti dal pubblico nonostante le critiche contrastanti per quest'ultimo.
«Voglio elevare i marchi PlayStation al di fuori del gaming», ha dichiarato Hulst.
Tra i progetti futuri spicca la serie TV di God of War per Amazon, nonostante alcuni recenti intoppi produttivi.
Hulst si è detto fiducioso sul progetto, sottolineando l'obiettivo di far sì che i marchi PlayStation «si integrino comodamente nell'industria dell'intrattenimento più ampia.»
Non tutti i progetti procedono senza ostacoli: la serie TV basata su Horizon, franchise creato dallo stesso Hulst, al momento non è più in sviluppo presso Netflix.
Tuttavia, la determinazione di Sony nel perseguire questa strategia di espansione multimediale rimane evidente, puntando a capitalizzare sul potenziale dei suoi popolari marchi videoludici.
Ambizioso, certo, ma c'è un problema: la magia di The Last of Us o God of War non si trasforma automaticamente in oro se trasportata su schermi o formati diversi.
Secondo chi scrive, infatti, l'identità di PlayStation è nei suoi videogiochi, nell’interattività e nella profondità emotiva che solo il medium sa offrire.
Espandersi va bene, ma attenzione: il rischio è di perdere ciò che rende unici quei mondi, riducendoli a prodotti senz’anima, pensati più per vendere che per emozionare. Espandersi sì, ma non a tutti i costi. Staremo a vedere cosa ne verrà fuori.