Continua a tenere banco nel mondo del gaming la questione dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sulle macchine da gioco (e non solo) prodotte in Cina ed esportate negli Stati Uniti.
Nel corso del meeting con gli azionisti e gli analisti per la chiusura del primo trimestre dell’anno fiscale 2019, il chief financial officer di Sony Hiroki Totoki è tornato sull’argomento, con termini abbastanza duri.
“Crediamo, e perciò lo abbiamo detto al governo americano, che dazi più elevati danneggerebbero senza dubbio l’economia americana”, ha spiegato Totoki.
Nella cornice dell’incontro, come segnalato dal Wall Street Journal, Sony ha ribadito che i prezzi delle console PlayStation verrebbero alzati nel caso in cui le negoziazioni tra Stati Uniti e Cina non dovessero andare a buon fine.
Dopo un pericoloso stallo e la querelle Huawei, un nuovo incontro è previsto per questa settimana e la speranza è che il caso rientri, altrimenti sarebbero evidenti le ritorsioni su tutto il mondo dell’intrattenimento.
A maggio, il presidente Trump aveva alzato i dazi su $200 miliardi di beni prodotti in Cina dal 10% al 25%, e senza un accordo i prodotti potrebbero salire a $300 miliardi con l’inclusione delle console per videogiochi.
Di conseguenza, Nintendo ha già aperto un nuovo canale di produzione in Vietnam, dove si lavorerà al prossimo modello di Nintendo Switch, il più piccolo ed economico Lite.