Era il 2017 quando Assassin's Creed decise di rimescolare le carte in tavola: dopo tanti episodi (annuali) che cercarono di esplorare svariati scenari storici, costruendo sul successo del primo e soprattutto del secondo capitolo – quello che consacrò Ezio Auditore come icona del franchise – Ubisoft decise di sposare una nuova linea: open world molto più grandi e meccaniche di gioco con forti contaminazioni ruolistiche, che diedero i natali a tre videogiochi prima di prendersi una pausa.
Andammo a scoprire le origini degli Assassini nell'Antico Egitto con Assassin's Creed Origins e il suo Bayek; nel 2018, invece, fu la volta dell'Antica Grecia con Kassandra e Alexios in Assassin's Creed Odyssey; infine, nel 2020 fu la volta di Eivor e delle incursioni norrene in Inghilterra, in Assassin's Creed Valhalla.
Se Origins muoveva i primi passi in questa nuova concezione di Assassin's Creed, sia Odyssey che Valhalla amplificarono a dismisura questa formula, proponendo un'esperienza di gioco titanica, dove in modo abbastanza evidente la quantità soverchiava la qualità dei contenuti.
In Valhalla, in particolare, la cosa era accentuata dal fatto che anche completare attività del tutto trascurabili e prive di vero valore ludico o narrativo fosse necessario per avanzare di livello e accedere in serenità alla prossima area prevista dalla campagna principale.
Oggi è il giorno del debutto ufficiale di Assassin's Creed Shadows (lo trovate su Amazon) e, come abbiamo visto nella video recensione del nostro Gianluca Arena, questo fenomeno è stato in parte mitigato: Shadows è più sensato, più raccolto, pur mantenendo la sua natura da enorme open world con contaminazioni da gioco di ruolo. Tenta anche di unire le due anime del franchise: lo stealth e il parkour la fanno da padroni con Naoe, i combattimenti e la forza sono il cuore dell'esperienza offerta da Yasuke.
Nonostante, come abbiamo visto, il gioco abbia ancora molti angoli da smussare nella sua effettiva riuscita – ad esempio, Naoe è estremamente più a fuoco di Yasuke, sia come protagonista che per sistemi di gameplay e livello di sfida – proprio quella di un mondo più "raccolto" e più denso può essere la strada giusta per il futuro del filone principale di Assassin's Creed, che con il precedente Mirage aveva anche tentato (nuovamente) la via dello spin-off che strizzasse l'occhio al passato, anche se rinunciando a qualsiasi modernizzazione.
Vogliamo quindi chiederlo direttamente ai giocatori: vi piace la direzione di Assassin's Creed che ha portato a grandi open world e ad alcuni elementi da gioco di ruolo in quella che era invece una saga più basata sull'azione furtiva e l'esplorazione verticale? È quello che vorreste dal futuro del franchise?
Fatecelo sapere nel sondaggio!
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