Sindacati in guerra contro Microsoft e Bethesda: «Questo è ciò che deve accadere»

Zenimax sta affrontando le azioni dei sindacati degli sviluppatori, che dopo l'acquisizione da parte di Microsoft vogliono certezze.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il mondo dei lavoratori dei videogiochi chiede sempre più sicurezze alle proprie aziende, e l'ultimo caso di sindacati dei lavoratori attivi nei confronti delle stesse riguarda Zenimax, la società acquisita da Microsoft che contiene anche Bethesda.

Come riporta Inverse, infatti, i lavoratori della ZeniMax Union hanno avviato uno sciopero in tutto il paese per protestare contro il mancato supporto della società alle loro richieste.

Centinaia di lavoratori di Bethesda che operano nelle sedi in Maryland e Texas e hanno lavorato al franchise di Fallout, negli Stati Uniti, hanno alzato la loro voce per per protestare in particolare sulla mancanza di assistenza riguardo le richieste di maggiore lavoro da remoto, e per l'outsourcing del lavoro del controllo qualità senza l’accordo del sindacato.

Il tema dello smart working ritorna ancora, quindi, dopo che anche all'interno di Ubisoft (anche in Italia) ci sono state rimostranze simili da parte dei lavoratori e rispettivi sindacati.

ZeniMax è al centro di una disputa in cui il sindacato accusa l’azienda di aver ignorato ripetutamente le loro richieste di lavoro da remoto flessibile e di aver avviato collaborazioni esterne per il controllo qualità, riducendo le opportunità per i lavoratori interni.

Il che fa il paio con i tanti licenziamenti arrivati nel corso degli anni, che hanno portato in ogni caso alla volontà di fare altre acquisizioni da parte di Xbox, nonostante tutto.

Lo scorso ottobre la ZeniMax Union ha depositato una denuncia per comportamento antisindacale contro la società. Pur sottolineando che Microsoft ha fatto progressi nelle trattative, il sindacato ha dichiarato necessario il ricorso allo sciopero di un giorno per portare avanti la loro causa. Microsoft e ZeniMax, al momento, non hanno rilasciato commenti sulla vicenda.

«Sono emozionata. Non vedo l'ora che arrivi domani», racconta Rhyanna Eichner, responsabile dei test di garanzia della qualità:

«So che sembra strano, ma non vediamo l'ora di riunirci e trascorrere del tempo insieme. Tutti capiscono che questo deve accadere. Questo è ciò che deve essere fatto per andare avanti. Siamo tutti pronti per questo.»

Eichner spiega anche anche che le aziende hanno visionato le proposte dei sindacati più volte, ma a quanto pare le mobilitazioni non hanno funzionato.

Ad aggiungersi al dialogo è Juniper Dowell, un tester senior di garanzia della qualità che lavora a Rockville, nel Maryland.

Dowell afferma che molti tester sarebbero costretti a trasferirsi o a trovare un nuovo lavoro se dovessero lavorare sempre in ufficio, visto che sono stati assunti in circostanze diverse: «Scioperare non è divertente o ideale, [...] ma speriamo di riuscire a convincerli a smetterla di tergiversare e a incontrarci al tavolo.»

Con i tanti licenziamenti e le politiche sempre più aggressive delle aziende era inevitabile che si sarebbe arrivati a scioperi di massa. I sindacati sono in guerra anche con PlayStation, per esempio, per quanto accaduto a Concord.

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