Nintendo ha sempre privilegiato la redditività immediata rispetto alla strategia del vendere in perdita, per recuperare con software e servizi, adottata dai concorrenti, ma con Switch 2 sembra che non andrà in questo modo.
Come riporta Gamespot, il costo dei componenti di Nintendo Switch 2 potrebbe superare il prezzo di vendita, portando quindi a uno squilibrio in termini di costi e ricavi.
Questo perché il costo dei materiali per assemblare la nuova console si aggirerebbe intorno ai $400, mentre il prezzo di lancio è fissato a $450, secondo le stime dell'analista Hideki Yasuda di Tokyo Securities.
Perciò Nintendo Switch 2 verrà venduta con un margine di $50 a pezzo che, considerando costi di distribuzione, marketing e altri fattori, potrebbe tradursi in una perdita su ogni unità venduta al lancio.
Nell'analisi viene specificato anche che il solo chipset della nuova console potrebbe costare fino a $150 per unità, quasi il doppio rispetto agli $80 per la prima Switch.
Questo ha fatto lievitare il costo di produzione, e porterà Nintendo a guadagnare di meno dalla prossima generazione per ogni console venduta.
In questo contesto bisognerà capire anche come l'azienda vorrà comportarsi relativamente ai dazi di Donald Trump, e se ci sarà effettivamente un aumento di prezzo negli USA che potrebbe portare a una inevitabile revisione dell'analisi di Tokyo Securities.
Questo non ha impedito ai bagarini di muoversi già con ferocia per Nintendo Switch 2, ma sono già stati bloccati sul nascere.
Durante il prossimo briefing finanziario previsto per maggio, Nintendo dovrà probabilmente affrontare numerose domande riguardanti non solo la strategia di prezzo, ma anche questa possibile vendita in perdita.
Il tutto per un lancio di una console che sarà decisamente più problematico del previsto, forse al punto di danneggiare Nintendo Switch 2 più di quanto potessimo immaginare.
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