Durante una recente intervista con il podcast Kiwi Talkz, Jeremy Bryant — animatore che ha lavorato a titoli come Skyrim, Fallout 4, 76 e Starfield — ha espresso pesanti critiche nei confronti di Rockstar Games, definendola «un posto terribile in cui lavorare».
Il problema? Il numero esorbitante di persone coinvolte nei progetti, con poca o nulla comunicazione interna.
Secondo Bryant, Red Dead Redemption 2 (che trovate su Amazon) ha visto al lavoro circa 1600 sviluppatori, mentre GTA 6 potrebbe arrivare addirittura a 3000.
«Come si fa a collaborare in modo efficace con migliaia di persone che non si conoscono nemmeno?», si chiede, sostenendo che un ambiente così affollato e impersonale risulti soffocante e alienante per chi ci lavora.
Bryant riconosce però l’evidente qualità dei prodotti Rockstar, che da decenni sforna titoli di altissimo livello tecnico e narrativo, spesso con pochissimi problemi al lancio.
Un risultato che lui stesso trova quasi “incredibile”, viste le dimensioni dei team coinvolti. Al contrario, Bethesda — per cui ha lavorato — preferisce mantenere una struttura più contenuta, anche in vista dello sviluppo di The Elder Scrolls VI.
È interessante vedere come da fuori Rockstar appaia come una macchina perfetta, capace di sfornare capolavori come Red Dead Redemption 2 o GTA 5.
Ma dentro, secondo chi ci lavora o ci ha lavorato vicino, potrebbe esserci un clima tutt’altro che idilliaco. L’efficienza non sempre fa rima con benessere, e questo dovrebbe far riflettere anche noi giocatori: il prezzo della perfezione, a volte, lo pagano gli sviluppatori.
Del resto, restando in tema, gli open world sono tra i giochi preferiti di tutti, ma secondo un ex-sviluppatore di Rockstar i giocatori non esplorano abbastanza.
Ma non solo: avete letto anche che il prossimo 15 maggio potrebbe essere un gran giorno per i fan in attesa di novità circa il prossimo e attesissimo GTA 6?
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