Riot Games ha annunciato che dal 3 gennaio prossimo bannerà i content creator che violano i suoi Termini di Servizio, anche se l'infrazione non avviene direttamente all'interno di uno dei suoi giochi.
La decisione, per molti probabilmente molto drastica, arriva come parte di un aggiornamento degli standard di «condotta fuori piattaforma» proposta dall'azienda autrice di giochi come League of Legends e Valorant.
L'obiettivo di Riot è ridurre ulteriormente la tossicità associata ai suoi giochi, che spesso fanno parlare di sé proprio per delle community non proprio idilliache. La nuova politica si applicherà, ad esempio, a chi usa linguaggio offensivo o insulti verso altri giocatori durante lo streaming di un gioco Riot, anche se le frasi incriminate non vengono pronunciate effettivamente nella chat di gioco: per Riot, sono comunque rivolte agli avversari e vanno sanzionate.
Nei termini aggiornati si legge: «Se dici o fai cose che violano i nostri Termini di Servizio mentre trasmetti o crei contenuti sui nostri giochi, possiamo limitare l'accesso ai tuoi account Riot (e sospendere i tuoi privilegi di Partner se fai parte del nostro Programma Partner)», il che suon abbastanza chiaro e non lascia spazio a grandi interpretazioni.
L'azienda ha comunque precisato che non monitorerà proattivamente tutto ciò che accade sui social media, ma che si riserva comunque il diritto di «emettere sanzioni in-game quando tali contenuti vengono portati alla sua attenzione». Immaginiamo quindi che le segnalazioni degli altri giocatori avranno più peso che mai, da qui al prossimo futuro, all'interno della community dei giochi Riot.
In particolare, la notizia è stata diffusa attraverso un video sui canali ufficiali di Valorant, dove a esporsi è stata la studio head Anna Donlon: potete vedere il video integrale qui.
Di recente, la compagnia è stata sotto i riflettori anche per il successo di Arcane, l'eccellente opera televisiva nata da League of Legends, che ha conquistato anche noi nella nostra recensione.