Puppeteer, lunga intervista a Gavin Moore

Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Gavin Moore, director dell’interessantissimo Puppeteer
, ha concesso un’esclusiva intervista al PlayStation Blog Ufficiale, raccontando la nascita del gioco, alcune scelte stilistiche e la modalità cooperativa.In merito alla traduzione del gioco e alla paura che, in diverse lingue, Puppeteer possa perdere il suo spirito, Moore
ha spiegato che “abbiamo parlato in modo esauriente con i traduttori per accertarci che comprendessero esattamente lo spirito del gioco e quanto fosse importante trasmettere quelle sfumature. Hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Poi bisognava accertarsi della qualità dei doppiatori, ma credo che questa sia una delle migliori registrazioni che io abbia mai sentito in un gioco per PlayStation.”E sulla cooperativa: ” Sì, è stato difficile [armonizzare l’uso di due personaggi, ndr]. Abbiamo impiegato molto tempo. All’inizio il gioco era una scatola grigia, senza materiale illustrativo. Ci siamo concentrati sul funzionamento della modalità per giocatore singolo e poi io e gli altri artisti abbiamo disegnato un sacco di tavole, circa 500-600, e le abbiamo date al team per aggiungere tutti i dettagli. Mentre loro si occupavano di quell’aspetto, io mi sono concentrato sulla modalità per due giocatori. Ci giocavo sempre con il disegnatore capo perché sapevamo che quella per giocatore singolo andava bene, ma volevamo accertarci che funzionasse anche il multigiocatore. Durante il collaudo, giochi da solo, l’hai fatto un migliaio di volte e sai esattamente dove andare e cosa fare. Non lo chiamerei un lavoro ingrato, ma è pur sempre un lavoro. Quando invece giochi in compagnia, trovi sempre cose diverse e modi diversi di combinare guai. Collaudarlo insieme è stato divertentissimo.”Infine, Moore ha parlato anche dell’atmosfera del gioco, che nonostante l’ironia e lo stile quasi cartoon, nasconde toni abbastanza cupi: “Tutti dicono “L’hai creato per tuo figlio, ma è così spaventoso!”. Beh, molte favole lo sono! La differenza con Puppeteer è che l’umorismo, i personaggi e le stupidaggini che fanno alleggeriscono i toni cupi della storia. Ci sono delle situazioni estremamente ridicole e spero che il pubblico se ne renda conto. Voglio semplicemente che la gente si diverta, lo provi e scopra quanto è meraviglioso.”
Per leggere l’intervista completa, vi rimandiamo al link in calce a questa notizia.
Leggi altri articoli