PUBG Corporation ha rilasciato scuse formali per via dei problemi legati alla distribuzione della valuta BP in-game dopo il rilascio in
PlayerUnknown’s Undergroud
avvenuto nel mese di dicembre:
“Vorremmo innanzitutto fare le nostre più sincere scuse ai nostri utenti che non hanno potuto godere appieno del gioco per via della distribuzione non corretta delle BP, un problema che si era verificato dopo il lancio e fino alla manutenzione programmata del 27 dicembre (mercoledì)”.Il vero problema, però, parrebbe essere un altro: Steam ha visto di recente una vera e propria invasione di utenti per
PUBG provenienti dalla
Cina, la maggior parte dei quali cheater professionisti. Il creatore Brendan Greene ha rivelato a
Kotaku
che a dicembre la stragrande maggioranza degli imbroglioni del gioco aveva sede in Cina, dove i “trucchetti” relativi ai giochi online spopolano.Un utente di nome Spud ha riassunto lo stato delle cose in modo leggermente più eloquente rispetto a molti altri: “
A nessuno importa niente della BP. 90 volte su 100 si muore per via degli hacker. […] Il gioco è rovinato, smettete di pensare solo a fare soldi per tutto il tempo, proponete un gioco decente.”Greene ha chiarito che è contrario all’idea di bandire un intero paese a causa di un numero relativamente piccolo di cheater:
“Sì, la maggior parte degli imbroglioni arriva dalla Cina, ma questo non significa che tutti i giocatori cinesi siano così: Il concetto che per via di qualche uovo marcio devi bandire un intero paese è un po’ eccessivo.”Che ne pensate?Se volete saperne di più, potete sempre leggere – o rileggere – la nostra
recensione di PUBG.

Fonte:
PCGamer