Il reveal di PS5 Pro ha già fatto discutere fortemente, soprattuto per via di un prezzo decisamente superiore alle aspettative: fin da subito i fan hanno manifestato le loro perplessità al riguardo, anche per via di miglioramenti che non sono apparsi valere il costo della console.
Ricordiamo infatti che la nuova versione di PlayStation 5 costerà ben 799 euro, ma non includerà nè un lettore ottico e nemmeno uno stand verticale: un costo praticamente raddoppiato rispetto al modello Slim Digital (anzi, in base alle ultime offerte su Amazon, è sicuramente raddoppiato) per benefici in grado di soddisfare solo una piccola nicchia di giocatori.
Il trailer di annuncio su YouTube è stato sommerso fin da subito dai Dislike — visibili solo con l'estensione Return YouTube Dislike, dato che non sono più pubblici — e nelle scorse ore ha battuto un nuovo record, sicuramente non positivo per i vertici Sony.
Come segnalato da Game Rant, il trailer di annuncio di PS5 Pro avrebbe indicativamente — l'estensione non è per ovvi motivi in grado di mostrare i dati esatti — circa oltre 230mila non mi piace: questo lo rende il reveal di una console Sony con più "dislike" nella storia dell'azienda.
Una frustrazione resa particolarmente evidente dagli utenti nei commenti al trailer: la maggior parte di essi sottolinea infatti come 700 dollari (800 euro per i giocatori italiani) sembrano davvero esagerati per questa console.
Anche la nostra Stefania Sperandio ha sottolineato quello che sembra essere uno scollamento dalla realtà nel suo ultimo SpazioGames Originals: questo potrebbe essere un precedente che spezzerà la proverbiale "corda", oltre che la conferma di una generazione che finora ha avuto ben poco da dire al mercato.
Eppure, bisogna anche sottolineare che nelle ultime ore c'è stata una vera e propria corsa agli acquisti dei lettori ottici per PS5, che stanno già diventando introvabili.
Difficile però dire, a giudicare dalle reazioni degli utenti online, se si tratti davvero di un entusiasmo di "pochi eletti" oppure dell'ennesimo tentativo di bagarinaggio, con cui abbiamo già fatto i conti ad inizio generazione.