La questione legata alla preservazione dei videogiochi è sicuramente uno degli argomenti più spinosi di questi anni.
Già ad aprile, l'Electronic Software Association ha respinto l'idea di sostenere le biblioteche nella conservazione dei giochi cosiddetti "defunti".
Lo scorso anno, anche Shawn Layden aveva parlato a fondo del delicato tema della preservazione dei videogiochi durante una chiacchierata con Lan Parties.
Ora, come riportato anche da GameSpot, un nuovo colpo: l'Ufficio del Copyright degli Stati Uniti ha respinto una petizione per consentire alle biblioteche di condividere remotamente i videogiochi fuori commercio con i ricercatori.
La decisione, annunciata recentemente, pone fine a una battaglia durata tre anni iniziata dalla Software Preservation Network e dalla Video Game History Foundation.
La richiesta è stata negata in favore degli argomenti presentati dall'Entertainment Software Association e altri gruppi di pressione dell'industria videoludica.
Questi sostengono che permettere l'accesso digitale remoto ai titoli conservati dalle biblioteche comporterebbe «un rischio significativo che i videogiochi preservati vengano utilizzati per scopi ricreativi», configurando una violazione del copyright.
La Video Game History Foundation ha rilasciato una dichiarazione criticando questa decisione, sottolineando come il loro lavoro abbia dimostrato che «circa l'87% dei videogiochi pubblicati negli Stati Uniti prima del 2010 rimane fuori commercio».
Frank Cifaldi, fondatore e direttore della VGHF, ha commentato: «Sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto insieme alle organizzazioni partner per cercare di cambiare la legge sul copyright. Abbiamo davvero dato il massimo, non vedo cos'altro avremmo potuto fare».
L'Ufficio del Copyright ha anche affermato che concedere l'esenzione richiesta dalle biblioteche potrebbe danneggiare i tentativi delle aziende di videogiochi di riconfezionare e vendere i loro titoli più vecchi ai consumatori moderni.
Tuttavia, la VGHF ha evidenziato come anche grandi aziende come Nintendo abbiano lasciato molti titoli più datati fuori commercio o non disponibili come download.
Non è chiaro se i sostenitori della preservazione dei videogiochi possano intraprendere ulteriori azioni per contestare questa decisione.
Nel frattempo, l'ESA ha già annunciato all'inizio di quest'anno la sua opposizione a qualsiasi compromesso sulla condivisione remota di giochi fuori commercio tra ricercatori.
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