Gli ultimi investimenti in casa PlayStation hanno reso evidente soprattutto un dettaglio: Sony vuole puntare maggiormente sui giochi Live Service e Games as a Service per il suo futuro, così da differenziare un'offerta basata, al momento, principalmente su grandi esperienze per single player.
Un atteggiamento che cerca di inseguire gli interessi degli utenti, con l'obiettivo di catalizzarli su prodotti esclusivi per PS5 (la trovate su Amazon) e garantirsi, se le cose andassero bene, guadagni e supporto a lungo termine.
Ed è anche in quest'ottica che Jim Ryan arrivò a definire l'acquisizione di Bungie perfino più importante «dei 69 miliardi di Activision»: la loro esperienza nel settore dei service game era ritenuta fondamentale per procedere con questa visione.
In seguito all'addio di Jim Ryan, che aveva voluto fortemente proprio questa svolta, sta però emergendo un dato molto interessante: stando all'ultimo report di Jason Schreier su Bloomberg, pare che molti sviluppatori non abbiano visto di buon occhio la necessità di passare alla produzione dei live service.
Il giornalista sottolinea infatti che gli insider sono rimasti perplessi da quella che verrebbe definita una visione poco coerente e da diverse scommesse discutibili, come PlayStation VR2, PlayStation Portal — che intanto, nonostante tutto, riesce a fare sold-out — e soprattutto i già citati giochi Live Service, costringendo diverse compagnie a riadattarsi di conseguenza.
Schreier utilizza Anthem come esempio di un gioco realizzato da una compagnia che ha sempre saputo creare grandissime esperienze in giocatore singolo, ma che ha prodotto uno dei più grandi flop di sempre non appena si è vista costretta dal suo publisher a cambiare rotta e puntare sui GaaS.
Molti studi di casa PlayStation, alla stessa maniera, non sarebbero a loro agio con questa svolta: basti pensare a Naughty Dog e al suo multiplayer di The Last of Us, ancora non svelato ufficialmente e di cui sappiamo ben pochi dettagli, ma anche Insomniac e Guerrilla sono al lavoro su progetti simili e, sembrerebbe, con ben poco successo.
Insomma, al momento quella dei live service non sembrerebbe essere esattamente una delle scommesse vinte da Jim Ryan, e sarà curioso scoprire se il suo successore deciderà di proseguire su questa strada o se si cambierà nuovamente direzione. Quel che pare certo, è che i suoi team di sviluppo interni pare non vedano l'ora di tornare a lavorare solo su grandi esperienze cinematografiche.
Ovviamente vi invitiamo a prendere il tutto con le dovute precauzioni in attesa di conferme o comunicati ufficiali, ma da parte nostra non possiamo che augurarci di non dover assistere a nuovi "casi Anthem".
Del resto, come già dimostrato dal nuovo clamoroso caso di Hyenas, sparatutto cancellato da SEGA prima ancora dell'uscita, non è detto che puntare sui live service sia la strada giusta.