Phil Spencer a ruota libera su licenziamenti, esclusive e mercato: «Un settore che non sta crescendo»

In una lunga e interessante intervista, Phil Spencer ha spiegato la sua visione non solo su Xbox, ma sull'intero mercato dei videogiochi.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Che il mercato dei videogiochi stia vivendo un momento di crisi è evidente, ma se a dirlo è una figura come Phil Spencer la situazione è decisamente più importante da analizzare.

In una lunga e interessantissima intervista rilasciata a Polygon durante la GDC, il boss di Xbox si è prodigato in una profonda analisi su quella che è la sua visione del mercato dei videogiochi.

Oltre a parlare del suo feticismo per una possibile Xbox portatile, Phil Spencer ha affrontato numerosi argomenti nella chiacchierata con i colleghi di Polygon.

I quali hanno attraversato anche i licenziamenti di massa, che anche Xbox ha avviato in particolar modo per quanto riguarda Activision-Blizzard.

Concentrandosi ovviamente sul costo sempre più elevato dei videogiochi, sulla necessità di diversificare i modelli di business e il rischio che publisher e sviluppatori si prendono per soddisfare le richieste del pubblico, per Phil Spencer c'è una reale crisi per un settore che non sta effettivamente crescendo.

Nonostante la strategia di Xbox Game Pass (vi abbonate tramite Amazon), quindi, bisogna invertire chiaramente una tendenza.

Spencer spiega che, in passato, un publisher poteva fissare un obiettivo di vendita, un obiettivo di guadagno, fissare di conseguenza il prezzo finale del gioco per poter arrivare a soddisfare questi target. Ora, con i videogiochi che vengono venduti su più piattaforme e spesso con forti sconti (anche rapidamente rispetto all'uscita), è più difficile riuscire a far rientrare questo calcoli.

Inoltre, la creazione dei giochi stessi richiede molti anni con l'aiuto di centinaia, se non migliaia, di membri in un team di sviluppo, a volte sparsi in tutto il mondo, che fa lievitare ulteriormente i costi rispetto al passato.

Questo porta i publisher a correre meno rischi, dice Spencer, con evidenti conseguenze nel cercare di vendere milioni di unità:

«Se sei un publisher, sai che è un numero piuttosto grande in un mondo che ha già molti videogiochi in arrivo. [...] Come stabilirai questo numero? Sono disposto ad andare in rosso su una nuova IP quando il rischio di guadagno è così alto?

Penso che incida sulla creatività di questo settore, una cosa che non mi piace. La creatività è la pietra angolare su cui costruire ciò che dovremmo essere nei giochi.»

Questo mette in crisi anche il concetto di esclusività, che Xbox sta lentamente abbandonando per altro, perché i videogiochi hanno bisogno di essere venduti ad un pubblico sempre più ampio per poter generare guadagni.

Parlando di meri numeri, secondo Spencer i videogiochi non sono affatto cresciuti nell'ultimo anno. Nonostante la qualità media altissima dei prodotti usciti, e il fatto che le console Xbox, PlayStation e Nintendo continuino a vendere, secondo Spencer molti giocatori stanno semplicemente aggiornando i loro sistemi con un hardware più nuovo, perciò non sono nuovi clienti e non stanno contribuendo alla crescita.

«Non puoi avere successo se non attiri clienti da altri editori e altre piattaforme», dichiara Spencer: «poiché non trovi nuovi clienti con i giochi che stai costruendo, tutti combattono per la torta della stessa dimensione.»

Spencer sui licenziamenti

Arrivando al tema del licenziamenti, ovviamente collegato con quanto detto fino a questo punto, Phil Spencer ha spiegato come si è arrivati a decidere di licenziare così tante persone:

«La cosa che più mi preoccupa per il settore è la mancanza di crescita. E quando si ha un settore che si prevede sarà più piccolo l'anno prossimo in termini di operatori e dollari, e ci sono molte società quotate in borsa che operano nel settore e che devono mostrare una crescita dei propri investitori, l'aspetto dell'azienda che viene poi esaminato attentamente è quello dei costi. Perché se non aumenterai il lato delle entrate, allora il lato dei costi verrà messo in discussione

«Siamo un'azienda. L'ho detto più e più volte», ribadisce Phil Spencer nello spiegare le decisioni prese da Xbox negli ultimi tempi:

«Non posso permettermi il lusso di non dover gestire un’attività redditizia in crescita all’interno di Microsoft. [...] Qui alla GDC, rifletto sui miei amici del settore che sono stati spostati e hanno perso il lavoro e, semplicemente, non voglio che questo settore sia un luogo in cui le persone non possono, con fiducia, costruire una carriera

Come si può fare secondo Phil Spencer, quindi, a riprendere il trend di crescita? Il boss di Xbox torna più volte sul tema dell'esclusività in questo senso.

Spiega come abbandonare questo concetto possa essere un modo per attirare giocatori (e quindi vendite) verso i vecchi giochi, ma anche per superare la stagnazione del mercato (che abbiamo visto anche in Europa lo scorso mese):

«Affermo che ogni decisione che prenderemo oggi e domani è per il meglio di Xbox. So che a volte le cose vengono usate come armi, che c'è del male in sottofondo che ci spinge a fare certe cose: 'Phil odia le esclusive ed è per questo che ora siamo come PlayStation e Switch.'

[...] L’idea che Xbox possa essere solo un dispositivo che si collega a un televisore non è qualcosa che vediamo nella ricerca sulla Gen Z.»

Le dichiarazioni di Phil Spencer sono decisamente molto interessanti e siamo sicuri faranno nascere discussioni molto profonde. Per qualcuno, però, sembra non esserci speranza.

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