Perché Konami cancellò Six Days in Fallujah? Parlano gli sviluppatori

Scopriamo il perché dietro la scelta della casa giapponese

Immagine di Perché Konami cancellò Six Days in Fallujah? Parlano gli sviluppatori
Avatar

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Per un lungo lasso temporale, Six Days in Fallujah sembrava un progetto destinato a finire nel dimenticatoio.

Il gioco, annunciato nel 2009, si proponeva di esplorare una delle fasi più sanguinose della guerra in Iraq, raccontando le vicende avvenute nel paese medio-orientale nel 2004.

La volontà di raccontare un episodio così recente in forma videoludica fece scalpore, al punto che Konami (all'epoca il publisher del gioco) decise di tirarsi indietro. La compagnia di sviluppo originale, Atomic Games, chiuse i battenti poco dopo.

Di recente però Victura Games, SH fondata da Peter Tamte, già militante in Atomic Games, ha annunciato di voler finalmente portare a termine i lavori sul suo gioco, con l'obiettivo di portarlo su console e PC entro la fine di quest'anno.

Tamte, in un'intervista con GamesBeat, si è sbottonato sulla travagliata storia dello sviluppo, soffermandosi in particolare sull'iniziale ritiro dal progetto da parte di Konami.

Stando alle sue parole, la decisione non venne dalla sezione americana della compagnia che seguiva da vicino lo sviluppo del gioco, bensì dai piani alti di Konami in Giappone. E stando alle sue parole la decisione arrivò come un fulmine a ciel sereno.

«Non avevo idea di ciò che sarebbe successo, finché non ricevetti una chiamata in cui mi dicevano "ci stiamo tirando fuori, e ci sarà una storia a riguardo sui giornali".

Quella storia sarebbe uscita quello stesso giorno, o il giorno dopo».

A quanto pare, la decisione venne presa nel giro di tre settimane, dopo che numerosi media avevano sottolineato la controversità del progetto, da alcuni visto come un incitamento all'odio ed una glorificazione della violenza.

Sembra che un ruolo fondamentale in questo sia stato giocato da un'associazione chiamata Military Families Speak Out, che si occupa proprio di combattere ogni creazione artistica che possa essere percepita come glorificazione della guerra.

Questo incidente di percorso non ha però fatto arrendere Tamte, che è convinto dell'importanza di portare a termine il gioco, nonostante le polemiche che lo riguardano non accennino a diminuire.

Rimane invece avvolto nel mistero il futuro di Konami e delle sue IP; l'ultima uscita di peso dell'ex-colosso videoludico è infatti l'immancabile Pro Evolution Soccer.

Al momento non sono ancora state specificate le piattaforme su cui Six Days in Fallujah arriverà, ma l'obiettivo è quello di un rilascio entro la cine del 2021 su console e PC.

Se siete a caccia di giochi Konami, vista la penuria, potreste dover ricorrere all'ultimo Pro Evolution Soccer.
Leggi altri articoli