Perché i giocatori si abbonano a PS Plus e Game Pass? Lo svela uno studio

Un interessantissimo studio ci fornisce l'identikit medio degli abbonati a PlayStation Plus, Game Pass e Nintendo Switch Online.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Gli abbonamenti ai servizi di videogiochi sono ormai diventati la normalità, nel bene e nel male, e ogni publisher e platform holder ha la sua proposta, tra cui ovviamente PlayStation, Xbox e Nintendo.

Con i loro pro e contro, diverse fasce di prezzo, bonus e vari cataloghi, in particolare i tre possessori di console sono quelli che hanno inaugurato, chi prima e chi dopo, questo trend.

Ma chi si abbona a PlayStation Plus, Game Pass e Nintendo Switch Online? Qual è il giocatore medio e perché decide di sottoscrivere un abbonamento?

Le risposte arrivano da un interessantissimo studio di Games Industry.

Partendo dal fatto che, nel mese di ottobre, Ubisoft registrò un aumento considerevole di abbonati a Ubisoft+ per via dell'arrivo di Assassin's Creed Mirage, lo studio ha avuto l'obiettivo di trovare l'identikit dell'abbonato medio.

Secondo il Global Gamer Study della società di dati Newzoo, la maggior parte degli abbonati si trova nei mercati occidentali (Nord America, Europa e Australasia). Per la maggioranza sono uomini (62%) di età compresa tra i 21 ei 35 anni (42%).

Questi utenti sono videogiocatori abituati, hardcore o casual? Anche in questo caso le risposte sono interessanti.

Il 52% degli abbonati considera i videogiochi il proprio hobby preferito, con il 34% che trascorre più di sei ore a settimana sui giochi per console e il 32% che trascorre la stessa quantità di tempo sui giochi per PC.

Complessivamente, chi si abbona è già un consumatore di videogiochi per PC e console, con una spesa mensile che va dai $5 ai $25 circa.

Verrebbe da pensare che i giocatori che scelgono di abbonarsi a un servizio come PlayStaiton Plus, Game Pass o Nintendo Switch Online lo faccia per la possibilità di giocare a tanti videogiochi spendendo poco. Anche in questo caso, non è esattamente così.

Gli utenti con un abbonamento attivo tendono ad avere un livello di reddito più elevato (43%) rispetto ai non abbonati (34%). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la definizione di “reddito più elevato” coincide con un guadagno che superi i $100mila l'anno.

Quindi, sebbene il valore e il risparmio di denaro siano chiaramente una grande motivazione per abbonarsi a servizi del genere, non è il motivo principale per cui la maggior parte dei giocatori lo fa. Newzoo suggerisce addirittura che «il potenziale risparmio sui costi potrebbe non essere sufficiente a giustificare l'abbonamento per chi ha redditi inferiori».

Approfondendo l'analisi, pare che sconti e risparmi sui costi rispetto all'acquisto dei videogiochi separatamente non siano più dei grandi vettori per l'acquisto, anche per i giocatori a basso reddito (il 31% lo cita come motivo per abbonarsi) rispetto a quelli ad alto reddito (anche il 31%).

La ragione numero uno per abbonarsi a un servizio, per i giocatori a reddito medio o alto, è la "comodità di provare nuovi giochi invece di acquistarli individualmente". Il 35% dei giocatori a reddito medio e il 38% dei giocatori ad alto reddito citano la comodità come motivazione, contro il 30% dei giocatori a basso reddito.

Oltre a questo si aggiunge anche la possibilità di godere delle funzionalità multiplayer e dei giochi online senza dover pagare ulteriormente un altro abbonamento, visto che Game Pass, PS Plus e Switch Online lo includono nei loro benefit.

Non tutti sono d'accordo con gli abbonamenti, soprattutto per via della sostenibilità a lungo termine. Larian Studios, autori di Baldur's Gate 3, hanno detto la loro con una certa franchezza.

Vedremo se effettivamente saranno sostenibili con altri numeri alla mano, in futuro, visto che dalle rilevazioni sembra che effettivamente gli abbonati stiano calando col tempo.

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