Sembra che ci sia ancora della strada fare per quanto riguarda l'equilibrio degli ambienti di lavoro e la parità di genere nell'industria dei videogiochi.
A darne conferma è un sondaggio condotto da un gruppo sindacale e sottoposto ai dipendenti di Paradox Interactive, compagnia svedese che conoscete per il lavoro su videogiochi come Crusader Kings 3.
Il sondaggio in questione segnala, infatti, possibili casi di bullismo e di discriminazione di genere subiti da alcuni lavoratori: il 44% dei ben 133 intervistati (su oltre 400 dipendenti totali), infatti, ha fatto riferimento a dei «maltrattamenti» di vario genere durante il suo lavoro all'interno della compagnia, come segnalato dai colleghi del sito GamesIndustry.
Tra i 133 intervistati, il 26% erano donne (circa 35 persone) e, di queste, il 69% ha segnalato di aver subito comportamenti discriminatori. Segnalazioni simili arrivano anche dal 33% degli uomini intervistati dal sondaggio.
Si tratta dell'ennesimo possibile caso di discriminazioni all'interno dell'industria di videogiochi: di recente hanno fatto molto discutere le questioni relative ad Activision Blizzard e i capovolgimenti che la compagnia ha annunciato per cercare di arginare la cultura che è stata denunciata dai dipendenti e che è oggetto di una causa legale nello Stato della California.
In precedenza, accuse simili avevano anche investito Ubisoft, con il CEO Yves Guillemot che aveva promesso miglioramenti e programmi che favorissero un'educazione per la parità di genere. Prima ancora, era stata la volta di Riot Games, dove era stato ugualmente segnalato un ambiente di lavoro con episodi di misoginia.
All'interno del sondaggio, i dipendenti fanno anche riferimento a una «cultura del silenzio», dal momento che quasi nessun dipendente ritiene che il suo problema di discriminazione sia stato gestito in maniera apprezzabile da Paradox Interactive.
La compagnia, dal canto suo, ha risposto subito all'esito del sondaggio, secondo il quale «i trattamenti offensivi sono un problema sistematico e ben troppo comune in Paradox»: l'azienda svedese ha infatti annunciato di aver deciso di coinvolgere una compagnia esterna e neutrale per svolgere un ulteriore sondaggio interno tra i dipendenti, così da capire quali siano le problematiche, vederne i numeri nero su bianco e decidere come intervenire.
La speranza è che, ovviamente, questo porti a risultati completi che possano migliorare la situazione, purtroppo ormai evidentemente molto diffusa tra le compagnie dell'industria videoludica.
La notizia peraltro arriva nella stessa giornata in cui hanno fatto molto discutere le prese di posizione del CEO e co-fondatore di Tripwire Interactive (publisher di Chivalry 2, ma anche firma di Killing Floor 2 e Maneater), che si era espresso in favore della nuova legge anti-abortista del Texas e che qualche tempo prima aveva posato sorridente senza mascherina sotto un cartello che indicava l'obbligo di indossarne una.
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