Pachter: 'compagnie avide, fanno pagare 80 euro a gioco'

L'analista non le manda a dire ed è certo che le aziende 'impareranno la lezione'.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Il noto analista Michael Pachter non è certo uno che le manda a dire: ora, in occasione di un episodio della sua rubrica Pachter Factor, l'Head of Research per il Private Shares Group ha spiegato il vero motivo per cui il prezzo dei giochi è in aumento, toccando addirittura gli 80 euro a unità (70 dollari negli USA).

Pachter ha sottolineato che i prezzi alle stelle non dipendono necessariamente dall'aumento dei costi di sviluppo (rimasto pressoché invariato dal 2019 a oggi), visto che l'utilizzo di motori grafici come Unity o l'Unreal Engine ha aiutato molto in tal senso.

Michael è infatti assolutamente certo che si tratta di pura avidità e stupidità da parte delle aziende di videogiochi e che l'aumento dei prezzi sia una mossa decisa a tavolino dai vari publisher. Pachter paragona la situazione a quella del prezzo dei biglietti del cinema (ora saliti a 1o dollari l'uno), sottolineando anche che molti videogiochi includono ora acquisti in-game e contenuti a pagamento.

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Secondo l'analista, "l'aumento dei costi di sviluppo è una scappatoia", la vera ragione dei prezzi gonfiati è da ricercarsi nel fatto che il mercato lo consente. Sempre più giocatori giustificheranno il costo di un prodotto, il che significa che ancora più sviluppatori ed editori di giochi faranno lo stesso coi prezzi.

Pachter ha poi continuato, dichiarando che un giorno le grandi aziende "impareranno la lezione", deducendo che l'aumento dei prezzi causerà in futuro una riduzione delle vendite, specie al Day One. Quel giorno, tuttavia, sembra essere ancora piuttosto lontano.

I dati di vendita di NBA 2K21, primo gioco a passare dai classici 70 euro a ben 80 euro su PS5 e Xbox Series X|S, hanno confermato che l'utenza non sembra lamentarsi particolarmente della cosa.

Inoltre, l’idea di un aumento dei prezzi non sembra aver impensierito Sony, così come anche Microsoft ha dichiarato che se ne riparlerà poi. L'unica compagnia intenta a restare saldamente ancorata ai prezzi "di una volta", sembra essere Ubisoft.

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