No, la voce originale di Aloy non sarà rimpiazzata dalla IA (forse)

Ashly Burch, attrice e doppiatrice di Aloy, ha deciso di intervenire sulla questione dei personaggi doppiati dalla IA attraverso un video su TikTok.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Negli ultimi giorni, Sony avrebbe mostrato un prototipo di personaggio IA in grado di interagire con i giocatori attraverso conversazioni realistiche.

A essere al centro della sperimentazione è stata Aloy, protagonista della serie Horizon, il cui volto e la cui voce sono ormai iconici per i fan del franchise (che trovate su Amazon). 

Il video della demo, trapelato online e rapidamente rimosso per motivi di copyright, ha immediatamente scatenato discussioni tra appassionati e addetti ai lavori. 

Ashly Burch, attrice e doppiatrice di Aloy, ha deciso di intervenire sulla questione attraverso un video su TikTok.

Se da un lato ha ricevuto rassicurazioni da Guerrilla Games - secondo cui la demo non è legata a un progetto in sviluppo né ha utilizzato elementi della sua performance - dall'altro non nasconde le proprie preoccupazioni

«Non sono in ansia per la mia carriera o per Horizon nello specifico, ma per la recitazione videoludica come forma d’arte», ha dichiarato. 

L’attrice ha inoltre evidenziato come i doppiatori stiano scioperando per ottenere maggiori tutele rispetto all'uso dell'intelligenza artificiale, chiedendo trasparenza e un equo compenso per l'eventuale impiego delle loro voci e movenze da parte delle aziende.

«Se perdiamo questa battaglia, gli attori non avranno alcun mezzo di ricorso. Nessuna protezione. Nessun modo per reagire. E questo mi spezza il cuore», ha aggiunto. 

Pur riconoscendo l’inevitabile progresso della tecnologia, Burch ha ribadito che il problema non è l'esistenza di questi strumenti, ma la necessità di proteggere il lavoro degli artisti dalla possibilità di essere sfruttato senza consenso.

Il suo intervento si inserisce in un dibattito più ampio che riguarda il futuro dell’industria dell’intrattenimento e il delicato equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti creativi. 

E qui sorge la riflessione: è davvero possibile un punto di incontro tra intelligenza artificiale e professionalità artistica senza che quest’ultima venga sacrificata?

Un caso emblematico è quello di Emeri Chase, voce del personaggio Soldier 11 in Zenless Zone Zero, di recente sostituita nel ruolo.

Se l’industria videoludica si basa sull’empatia e sull’espressività umana, può davvero permettersi di sostituire le persone con algoritmi senza perdere la sua anima? Domande scomode, certo, ma che dobbiamo porci ora, prima che sia troppo tardi.

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